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22/07/2022 07:13:00

Il mio grazie al professore Serianni 

 Destino curioso, qualche giorno addietro aveva inaugurato a Firenze alla presenza del Ministro della Cultura Dario Franceschini il Mundi (il Museo Nazionale dell’Italiano), poi un banale incidente a Ostia e il Professor Luca Serianni oggi è morto dopo tre giorni di agonia.

Ci lascia più poveri. Ha insegnato per quarant’anni Storia della Lingua Italiana alla Sapienza a Roma, enorme il suo contributo alla materia e i suoi studi sulla Lingua e le Parole. Cerco di riordinare idee confuse, a poche ore dalla notizia e credo che chi si occupa a vario titolo di libri, di scuola, di formazione, abbia con lui un debito non da poco di riconoscimento intellettuale.

Dirigere un festival ti pone sempre nella condizione di dubbio assoluto, sulle parole sui temi che saranno adottati via via, e recuperare _tra documenti disordinati chiacchiere con amiche che con lui si sono formate e libri letti o da rileggere_ il senso di ciò che si fa, forse fa comprendere quanto sia importante e fondamentale per una Comunità questo lavoro.

Lavorare con la nostra Lingua di sponda con i libri, e approfondimenti che prendono spunto da questi oggetti desueti e viaggiando con loro, impongono tempo e riflessione.

“…la lettura richiede una partecipazione diretta…” (cit. L.S.) e Marsala la città dove vivo e lavoro (in quota parte del mio tempo) qualche anno addietro conferì la cittadinanza onoraria al Professor Tullio De Mauro accademico e pilastro della nostra cultura contemporanea. Le parole valgono, pensiero scientifico e alto che ha accomunato questi due uomini, e se la lettura è partecipazione diretta come dice Serianni, questa ancor di più ci deve far riflettere sul senso etico di un mondo affascinante qual è quello della nostra lingua.

Ultima cosa, ho trovato nelle Teche Rai questo documento, e i pochi minuti del filmato trasmettono appieno quale fosse il senso dello Stato per il Professore, l’amore per i suoi studenti e per la cattedra che lungamente ha onorato.

Grazie Professore

 

giuseppe prode