Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
23/07/2022 18:10:00

Truffa all'Inps. Assolte 22 persone del Belice

 “I fatti non sussistono”. Con questa formula, il giudice monocratico del Tribunale di Marsala Matteo Giacalone ha assolto 22 persone residenti in alcuni comuni della Valle del Belice (tra cui Castelvetrano, Partanna, Campobello di Mazara) dall’accusa di avere truffato l’Inps di Trapani.

Secondo l’ipotesi d’accusa, nel 2015, tutti in concorso con un altro soggetto avrebbero falsamente posto in essere contratti di assunzioni ed atti di licenziamento al fine di ottenere dall’Inps l’indennità di disoccupazione. In sostanza, i 22 erano accusati di porre in essere finti rapporti di lavoro al fine di far maturare giornate lavorative in favore dei dipendenti utili poi per maturare il diritto all’indennità di disoccupazione. Il contestato danno subito dall’Ente previdenziale era stato quantificato in circa 60 mila euro. Nel corso del processo, però, i legali degli imputati sono riusciti a smontare l’accusa. E per questo alcuni difensori hanno espresso la loro “soddisfazione”.

In particolare, l’avvocato Ignazio Cardinale ha evidenziato “come nel corso del processo non siano emersi elementi in grado di dimostrare la penale responsabilità dei miei assistiti in ordine ai fatti di reato che venivano loro contestati”. Nell’esprimere anche loro soddisfazione per l’esito del processo, gli avvocati Giuseppe Accardo, Tiziana Favoroso e Filippo Inzirillo hanno sottolineato come “l’assoluzione sia stata l’esito fisiologico di un iter giudiziario basato sulla totale mancanza di prove a sostegno delle tesi della Procura della Repubblica e come quei pochi accertamenti posti in essere dalle forze di Polizia Giudiziaria siano in taluni casi successivi l’epoca dei fatti e dunque inconducenti”. Tra gli altri avvocati difensori impegnati nel processo, Gianni Caracci, Franco Lo Sciuto, Franco Seidita, Francesco Sammartano, Nicolò Scandagliato, Giuseppe Pantaleo, Giuseppe Parrinello, Marilena Messina, Susanna Giacalone, Gianni Scaminaci, Giuseppe Ferro, Federico Zamattio e Massimo Mattozzi.