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30/09/2022 06:00:00

Schifani e i numeri all'Ars. Adesso c'è da trovare la quadra per la Giunta 

 Il neo presidente della Regione, Renato Schifani, pensa alla formazione della giunta, i partiti chiedono che siano espressione della coalizione che lo ha sostenuto, è stato lo stesso governatore eletto a dichiararlo: in giunta espressione dei partiti ma con competenza, niente improvvisazione.

Servono esperti.

La prossima settimana dovrebbe tenersi una prima riunione di maggioranza, Forza Italia chiede la casella della Sanità, che viene anche rivendicata da Fratelli d’Italia e quella delega potrebbe finire a due donne, la prima è forzista e si tratta di Stefania Prestigiacomo, la seconda è Elvira Amata, in quota Fratelli d’Italia. La presidenza dell’ARS è contesa, anche questa rivendicata dai meloniani visto che il governatore è espressione degli azzurri, il ruolo di Gianfranco Miccichè potrebbe essere ricoperto da Alessandro Aricò di Diventerà Bellissima, transitato in Fratelli d’Italia, così come un posto in giunta dovrebbe ottenerlo Giusy Savarino.
Per la Lega la rosa dei nomi verrà presentata dallo stesso Matteo Salvini, i leghisti vorrebbero questa volta tentare la carta dell’assessorato all’Agricoltura.
Non c’è possibilità di ripescaggio per Gaetano Armao, che si è candidato con il Terzo Polo e che ha fatto, però, una campagna elettorale elogiando l’operato del centrodestra del governo uscente ma bacchettando proprio Forza Italia. Renato Schifani non lascia dubbi: “Ci siamo sentiti lunedì, escludo la riconciliazione”.
Nel Pd, dopo la non sufficiente affermazione della candidata predite Caterina Chinnici, c’è chi chiede le dimissioni del segretario regionale, Anthony Barbagallo, ma di fare un passo indietro il dem non ne vuole sentire parlare: “Non ravviso la necessità di dimettermi, affronterò con il partito la decisione se scegliere lo scranno romano in cui sono stato eletto, oppure rimanere in Sicilia da deputato”. Barbagallo pensa ad una nuova fase con il M5S, fatta di dialogo e di un riavvicinamento: “Serve aprire una nuova fase nel partito, serve rigenerarlo, portare le nuove generazioni, nuova classe dirigente anche in vista del congresso nazionale. Non ho alcun pregiudizio sui Cinque stelle, ma resta la ferita che sanguina ancora della loro marcia indietro a quattro giorni dal voto”.
A chiedere il congresso regionale, e poi provinciale, del partito sono Fabio Giambrone e anche Peppino Lupo, dello stesso avviso Antonello Cracolici.
Nel frattempo l’8 ottobre il Pd celebrerà l'assemblea regionale e il confronto sarà sicuramente serrato.

La cosa certa almeno per adesso è che Schifani avrà una maggioranza all’ARS su cui poter contare, sono infatti 41 i deputati della coalizione di centrodestra, grazie anche al premio di maggioranza scattato.
Tredici quelli di Forza Italia, 13 di Fratelli d’Italia, 5 per gli Autonomisti, 5 per la Lega, 5 per la Dc. Sette sono i deputati eletti da Cateno De Luca, 11 per il PD e 11 per i Cinque Stelle.

DE LUCA. «Continuo a leggere sulla stampa dichiarazioni di Renato Schifani che tenta di sminuire il risultato elettorale raggiunto da “Sicilia Vera” e “Sud chiama Nord” provando ad assimilarlo a mero voto di protesta e ancora leggo il suo disappunto per la mancata apertura nei suoi confronti. Alla luce di ciò mi trovo costretto a ribadire due concetti che caratterizzeranno l’attività parlamentare di “Sicilia Vera” all’Ars. Innanzitutto, Schifani deve accettare che oltre mezzo milione di siciliani hanno scelto Cateno De Luca non per protesta, ma perché hanno capito e sposato la nostra proposta di governo che mirava e mira a cacciare la banda bassotti politica. Inoltre, Schifani comprenda che ho scelto di non congratularmi con lui non per una questione di scortesia, ma semplicemente perché non lo riconosco come presidente dei siciliani perché figlioccio di Lombardo, Cuffaro e Dell’Utri ed indicato quindi dalla banda politica. Ho grande rispetto per l’elettorato che ha scelto che sia lui a governare la Sicilia, ma non posso certamente dimenticare chi è Schifani e se c’è una cosa che farò è tentare di farlo capire agli altri. Ricorderò ogni giorno che Schifani è stato indicato da Marcello Dell'Utri, con una condanna definitiva per mafia. Ricorderò ogni giorno che Renato Schifani è uno degli imputanti nel processo Montante bis di Caltanissetta con l’accusa di associazione a delinquere e di avere veicolato notizie segrete per salvare dal carcere l’ex presidente di Confindustria Antonello Montante. Ricorderò ogni giorno che Schifani è stato sostenuto in questa campagna elettorale da Totò Cuffaro, che ha scontato la condanna per favoreggiamento aggravato alla mafia, e da Raffaele Lombardo. Non mi rassegnerò all’idea che la Sicilia torni indietro di trent’anni come denunciato da Nino Di Matteo".

La nostra attività politica sarà orientata a vigilare e garantire legalità. Lo dobbiamo ai nostri 500 mila elettori e anche a quella parte di popolazione che non ha ancora evidentemente compreso il rischio che corriamo. Oggi più che mai serve un’opposizione serie e coraggiosa. E questo faremo».