Dopo sette anni e mezzo e tre gradi di giudizio è arrivata la condanna definitiva per un sanvitese accusato di oltraggio a pubblico ufficiale e tentata violenza privata per aver insultato e minacciato il comandante della Guardia costiera della località balneare, maresciallo Tommaso Rallo. La Cassazione, infatti, ha confermato la sentenza di condanna, a un anno e sei mesi di reclusione, emessa dalla Corte di Appello di Palermo nei confronti di Andrea Di Liberti di 66 anni. In primo grado, l'imputato era stato assolto, nell'ottobre del 2018, dal tribunale di Trapani. Contro la sentenza di assoluzione, però era stato presentato ricorso. E così nell'ottobre del 2021 Di Liberti veniva condannato in Appello. A scrivere la parola fine alla lunga vicenda processuale è stata la Corte di Cassazione. Vicenda che ruotava attorno ad un sequestro di ombrelloni, sdraio e lettini, eseguito nell'agosto del 2015, sulla spiaggia di San Vito Lo Capo, dalla Guardia costiera, su disposizione della Procura di Trapani. Sequestrò che colpì anche la moglie ed Ignazia Marino, cognata di Andrea Di Liberti. Quest'ultimo, il giorno dopo il blitz sull'arenile sanvitese, si recò nei locali della Capitaneria per chiedere spiegazioni al maresciallo Tommaso Rallo. Il comandante, però, era impegnato. L'incontro, pertanto, saltò. Circostanza, questa, che mandò su tutte le furie Andrea Di Liberti che quando incontrò per strada l'ufficiale, dopo averlo condotto in un angolo, iniziò a minacciarlo e ad insultarlo, incurante della presenza di tanti turisti che assistettero alla scena: "Schifoso! Ti succederà qualcosa di grave!".
Querelato da Tommaso Rallo, Andrea Di Liberti finì a processo. Dopo 7 anni per l'imputato è arrivata la condannam con un risarcimento danni di tremila euro, ed un pagamento di spese processuali di pari importo.
Nel corso del procedimento il fratello dell' imputato venne denunciato per falsa testimonianza. La Corte d' appello trasmise gli atti alla Procura generale di Palermo.
Ad assistere il maresciallo, l'avvocato Fabio Sammartano del foro di Trapani.
Di Liberti, tra l'altro, è lo stesso che qualche anno fa, nel 2015, distrusse con un mezzo meccanico la scogliera in località Macari, a San Vito Lo Capo, per meglio "sistemare" sdraio ed ombrelloni. Se l'è cavata nel 2021 con la prescrizione.