Il numero di vittime del naufragio in Calabria è salito a 63. L’ultimo cadavere ripescato appartiene a una ragazza ricciuta di quattordici anni. Si cercano però ancora altri corpi, almeno 30. Le salme per ora giacciono al palazzetto dello Sport di Crotone dove ieri, dopo essersi raccolti in preghiera, monsignor Francesco Savino e l’imam Bashar Md Abul si sono abbracciati. I loculi per le sepolture non bastano. Una signora, commossa dall’immane tragedia, ha messo a disposizione due loculi della sua cappella privata. Nel frattempo, i quattro presunti scafisti sono stati arrestati ieri sera e trasferiti dal Cara di Capo Rizzuto al carcere. Uno dei tre, che lamentava dolori, è stato prima visitato in ospedale.
«Continuiamo a guardare questa massa di disperati con la stessa curiosità che un aristocratico del Settecento aveva per i suoi servi e di questo naufragio calabrese parleremo per qualche giorno ancora, poi tutto sarà come prima, peggio di prima. Sarà semplicemente come se quei cento esseri umani, quei bambini, quei neonati, non fossero mai esistiti. E in fondo è davvero così» scrive La Stampa.
Le polemiche per le parole «indegne»
Mentre in Calabria proseguono le ricerche dei corpi, intorno ai migranti è scoppiata la solita polemica politica. Le ong lanciano accuse chiare: «Questo naufragio è frutto di precise scelte politiche». Giorgia Meloni s’è rivolta ancora una volta all’Europa: «Ho scritto a Bruxelles per attuare gli impegni e fermare le partenze». A chi ha dato la colpa del naufragio al decreto anti-ong, la premier, ospite a Cinque minuti, la nuova striscia di Bruno Vespa su Rai 1, ha risposto che quella tratta non è coperta dalle organizzazioni non governative: «Il punto è che più gente parte, più gente rischia di morire». La dichiarazione ha sollevato tante polemiche. Ma non tante quante ne ha provocate lo scivolone del ministro Matteo Piantedosi, che ieri ha parlato di «vocazione alle partenze»: «La disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli». Le opposizioni sono insorte: «parole indegne», «inaccettabili», «uno schiaffo alle vittime».
Il Pd ha chiesto che Piantedosi renda un’informativa urgente alla Camera.