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04/03/2023 06:00:00

Treno della Memoria 2023, il racconto di un viaggio 

A circa una settimana dal nostro ritorno dal Treno della Memoria nei luoghi della Shoah, tanti sono i ricordi e le emozioni di questo lungo a appassionante viaggio. Ho avuto il compito e anche un po’ la responsabilità, di raccontare giorno per giorno questa esperienza faticosa, sia da un punto di vista fisico che soprattutto emotivo. Tante erano le domande e gli interrogativi alla vigilia della partenza: Che esperienza sarà? Riuscirò ad essere in grado di raccontare come dovrei questo percorso? Sarò all’altezza delle aspettative di chi sta scommettendo sulla mia partenza? E molte altre più o meno logiche, che invadono la mia mente praticamente ogni volta che devo affrontare una nuova esperienza, specialmente lavorativa. L’atteggiamento che mi ha accompagnato praticamente sempre durante la mia giovane vita è stato quello di buttarmi ovunque, non precludermi praticamente niente, nonostante poi l’altra parte della mia personalità insicura e diffidente delle mie capacità poi venga a chiedere il conto.

Credo sia lo spirito giusto per affrontare le occasioni della vita, sicuramente sarai stanco alla fine, ma almeno non avrai rimpianti e potrai conoscere sempre di più i tuoi limiti e soprattutto le tue potenzialità.
Siamo partiti quindi. Tutti forse molto poco consapevoli delle tante ore di pullman e delle poche ore di sonno in posizione umanamente rilassante. Poi è anche vero, che l’entusiasmo dei tanti ragazzi partiti, ha alleggerito qualunque cosa e le soste all’autogrill erano festa e scoperta di sapori sempre diversi, di bagni a pagamento e di bariste che non vedevano l’ora di vedersi invasi i loro locali da decine e decine di ragazzi affamati, assetati e con la vescica gonfia.
Un viaggio in due grandi città, Berlino e Cracovia. La capitale germanica, tristemente protagonista della storia recente. Lì, ti senti parte di una grande Europa che hai visto solo in TV e di cui vorresti prima o poi appartenere per davvero. La stessa sensazione la ebbi a Bruxelles anni fa. Tanti giovani di tante nazioni e di tante culture nel nome della modernità e del progresso. Il Muro di Berlino è l’emblema della sua città: una cicatrice ancora visibile e che racconta di tanta sofferenza, ma allo stesso tempo resa moderna dai bellissimi murales ammirati da tantissimi turisti.
Cracovia, una bomboniera intoccabile. Si è mantenuta bella nei secoli e ti senti bello anche tu con lei. Ti accompagna nelle sue strade, nel suo castello, nei suoi quartieri, nelle sue chiese. Nella piazza centrale, ci sono ogni giorno gli ucraini che manifestano per ricordare all’Europa che la guerra è alle porte, appena pochi kilometri più in là e che bisogna vigilare.

Ci sono stati dei luoghi forti in questa esperienza. Prima di tutto i campi di concentramento. Abbiamo visitato quelli di Ravensbruck e Auschwitz – Birkenau. Una vera tragedia dell’umanità. Una delle frasi che più rimangono in testa è quella che una delle guide a Ravensbruck ci disse: <<i bambini per loro erano inutili, perché non potevano lavorare>>. Una frase che gela il sangue solo a sentirla pronunciare, perché fu l’anticipazione del perché venivano praticamente uccisi subito dopo essere arrivati al campo e voglio risparmiarvi i dettagli del come venivano uccisi. L’unica utilità che avevano in certi campi di sterminio era quella di fare da cavia per gli esperimenti scientifici.
L’uomo se privato della sua identità è privato dei suoi diritti, per questo venivano resi uguali con il taglio dei capelli e con le divise di carcerati. Poi venivano marchiati e diventavano numeri, buoni solo per lavorare in schiavitù. Incredibile poi tutto ciò che abbiamo visto e sentito sulle torture, i soprusi e gli inumani trattamenti. Tutto così terribilmente assurdo!

Non puoi solo che meditare e fare silenzio, inghiottire bocconi amarissimi e pensare a quanto siamo oggi fortunati a vivere in un paese democratico, con un sacco di difetti, ma democratico. Abbiamo una costituzione che amiamo e che mette al centro l’essere umano e tutte le sue esigenze. In queste grandi conquiste di libertà ci sono tutti i sacrifici di chi ha combattuto per ciò che era giusto. Un tesoro inestimabile che dobbiamo tenerci stretto. L’ultimo giorno è stato il momento della “restituzione” e lì, in un Auditorium di Cracovia pieno di giovani studenti è stata la nostra liberazione. Tutte le emozioni, i ricordi, le parole, i gesti, si sono trasformati in degli abbracci tra sorelle e fratelli. Le lacrime sono scese e sul palco abbiamo dato voce ai nostri sentimenti e al nostro impegno che affonda le sue radici sulla memoria della storia. Siamo pronti a partire adesso per un viaggio più lungo: quello della quotidianità, fatta di routine, di studio, di lavoro e di tutto quello che riempie le nostre vite. Da questo viaggio nel treno della memoria torniamo da testimoni vigili e pronti a fare la nostra parte per un mondo migliore.

Roberto Valenti