Prende il via il confronto tra il governo regionale e le parti sociali sulla riforma che punta alla reintroduzione delle Province in Sicilia. L’assessore alle Autonomie locali, Andrea Messina, ha incontrato questa mattina a Palermo i sindacati che hanno firmato l’accordo nazionale per l’istituzione degli enti intermedi. Il confronto, al quale era presente anche il dirigente generale del dipartimento delle Autonomie locali, Salvatore Taormina, è stato convocato per illustrare i contenuti del disegno di legge di iniziativa governativa.
«Questo incontro - ha evidenziato l’assessore Messina - vuole essere un primo momento di interlocuzione con le parti sociali sul testo predisposto dal governo Schifani. Siamo certi che un processo condiviso e partecipato possa portare alla definizione, nell’interesse dei territori, delle migliori norme possibili sulla reintroduzione della Province nella nostra regione. Il disegno di legge, che è già stato approvato dalla giunta e trasmesso all’Assemblea regionale per l’iter parlamentare, è condizionato all’abrogazione della legge "Delrio' (la n. 56 del 2014) che ha riformato la materia degli enti locali ridefinendo il sistema della rappresentanza nelle ex Province con elezioni di secondo livello».
Apprezzamento nel merito e nel metodo è stato espresso dai rappresentanti regionali dei sindacati del comparto presenti: Nicola Scaglione (Csa-Cisal), Paolo Montera (Cisl Fp) e Gaetano Agliozzo (Fp Cgil). I sindacalisti, nel considerare con favore il dialogo avviato dall'esecutivo regionale, hanno espresso all’assessore l’esigenza di prestare attenzione alla situazione del personale delle ex Province che, dopo la loro soppressione, ha subito un processo di riduzione costante, tale da mettere a rischio l'operatività degli stessi enti.
Durante l'incontro, l’assessore Messina ha illustrato i contenuti del ddl, ispirato ai principi della Carta europea delle autonomie locali: torna l’elezione a suffragio universale sia del presidente sia del Consiglio ed è data particolare attenzione, in termini di rappresentatività, alle quote di genere sia nella composizione delle liste che della giunta. Come previsto dalla normativa nazionale, rimangono confermate le tre Città metropolitane di Palermo, Messina e Catania, alle quali si aggiungono le sei Province che andranno a sostituire gli attuali Liberi consorzi di Comuni. Nessun aggravio riguardo alle funzioni, che rimangono quelle attualmente attribuite dalla legge.
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Sanità, la Regione seleziona i componenti per il nuovo Comitato etico territoriale Sicilia - Un unico Comitato etico territoriale Sicilia si occuperà della valutazione delle sperimentazioni cliniche riguardanti dispositivi medici e medicinali e, in maniera congiunta con le autorità competenti, della verifica dei protocolli di studio. Lo prevede un decreto del Ministero della Salute, che ha individuato quaranta Comitati in tutta Italia e specificato i criteri relativi alla composizione e al funzionamento di questi organismi, che devono garantire le qualifiche e l'esperienza necessarie a valutare gli aspetti etici, scientifici e metodologici degli studi proposti.
I venti componenti del Cet Sicilia dovranno essere in possesso di una documentata conoscenza ed esperienza nelle sperimentazioni cliniche dei medicinali e dei dispositivi medici, come richiesto da un decreto dell'assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, che avvia una manifestazione di interesse per individuare le professionalità richieste e formare un elenco di esperti di durata triennale.
«Ritengo importante che la Sicilia possa dotarsi di un organismo prezioso per il corretto funzionamento dell'attività scientifica e sanitaria - sottolinea l'assessore Volo - attingendo alle migliori professionalità presenti sul territorio, con documentata competenza ed esperienza in questo delicato ambito».
In particolare, la composizione del Cet Sicilia dovrà comprendere cinque esperti in materia di sperimentazione clinica, di cui uno nello studio di nuove procedure tecniche, diagnostiche e terapeutiche, invasive e semi-invasive; un medico di medicina generale territoriale, un pediatra, un biostatistico, un farmacologo, un farmacista ospedaliero, un esperto in materia giuridica, un esperto in materia assicurativa, un medico legale, un esperto di bioetica, un rappresentante dell'area delle professioni sanitarie interessata alla sperimentazione, un rappresentante delle associazioni di pazienti o cittadini impegnati sui temi della salute, un esperto di dispositivi medici, un ingegnere clinico o un fisico medico, un esperto in nutrizione (in caso di studi di prodotti alimentari sull'uomo), un esperto in genetica (in relazione agli studi di genetica). La partecipazione degli esperti ai lavori del Cet Sicilia sarà a titolo gratuito.
Il decreto è consultabile sulla pagina istituzionale dell'assessorato della Salute a questo link.
La domanda di partecipazione dovrà essere inviata entro il 21 aprile 2023 all'indirizzo Pec: dipartimento.pianificazione.strategica@certmail.regione.sicilia.it
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Ambiente, la Sicilia risolve rilievi Ue sull'inquinamento delle acque - La Sicilia supera lo scoglio della valutazione della Commissione Europea relativamente alla protezione delle acque dall'inquinamento causato dai nitrati provenienti da fonti agricole e si mette in regola, per la propria parte, per quel che riguarda la costituzione di messa in mora di fronte alla quale si è trovata l'Italia.
Con un parere motivato indirizzato al ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, notificato a Palazzo d'Orléans, la commissione ha “promosso” la Regione che sull'argomento, grazie all'attività condotta dall'Autorità di bacino della Presidenza della Regione, ha adottato i provvedimenti necessari per consentire la riduzione dell'inquinamento delle acque causato direttamente o indirettamente dai nitrati di origine agricola, e intervenire sulla prevenzione.
Il richiamo di Bruxelles era partito nel novembre del 2018 e reiterato poi nel dicembre 2020, quando l'Ue aveva rilevato in diverse regioni d'Italia, compresa la Sicilia, numerosi superamenti dei valori dei nitrati nelle acque stabiliti dalla direttiva 91/676/Cee, “invitando”, pertanto, il governo italiano a mettersi in regola. Le contestazioni riguardavano essenzialmente il sistema di monitoraggio e la delimitazioni delle cosiddette “Zvn”, le Zone vulnerabili ai nitrati.
Di fronte a tali rilievi, la Sicilia ha messo in atto i 'programmi d'azione', vale a dire quelle misure necessarie a ridurre il rischio da inquinamento da nitrati, evitando la scure dell'organismo comunitario.