Quattro naufragi in poche ore a Lampedusa: due cadaveri recuperati, fra cui quello di una donna di 26 anni, una ventina di dispersi e 165 migranti salvati.
L'isola più a Sud d'Europa torna ad essere presa d'assalto dai barchini in ferro provenienti dalla Tunisia.
Dopo quattro giorni di stop dovuti al mare agitato, la Guardia Costiera ha soccorso nelle ultime ore ben 35 imbarcazioni con il salvataggio di circa 1.200 persone, due cadaveri recuperati e circa venti dispersi.
All'hotspot di contrada Imbriacola, in serata, c'erano 1.638 ospiti, a fronte dei poco meno 400 posti disponibili. Un boom di presenze, nonostante in mattinata, su disposizione della Prefettura di Agrigento, in 180 erano stati trasferiti con il traghetto di linea per Porto Empedocle. All'alba di ieri nella struttura di prima accoglienza gli ospiti erano appena 315.
L'andirivieni, dal molo Favarolo, di motovedette di Capitaneria di porto e Guardia di finanza cariche di migranti è andato avanti senza sosta per l'intera giornata. E al calar del sole si parlava di almeno altri 400 profughi, su numerose imbarcazioni alla deriva, ancora da soccorrere.
A preoccupare, in particolar modo, sono stati quei barchini in ferro - già definiti "bare galleggianti" dal procuratore reggente di Agrigento, Salvatore Vella, - che, all'improvviso, sono colati a picco. Su uno di questi, di 7 metri, viaggiavano in 38, originari di Burkina Faso, Costa d'Avorio, Guinea, Mali e Sud Sudan. Il natante, stando ai racconti degli stessi sopravvissuti, aveva già imbarcato acqua quando alla vista della motovedetta della Guardia di finanza, alcuni degli extracomunitari si sono alzati in piedi per cercare, sbracciandosi, di chiedere aiuto. È in quell'istante che il natante si è ribaltato e gli occupanti sono finiti tutti in acqua. Una donna di circa 26 anni, è annegata.
Simile la dinamica del quarto naufragio: i 47 migranti a bordo del barchino, fra cui sei donne e un minore, alla vista della nave della ong Open Arms hanno iniziato ad agitarsi, facendo capovolgere il natante e finendo in acqua.Tutti sono stati soccorsi dai volontari della Open Arms che li hanno poi sbarcati al molo commerciale.
Anche le altre due "carrette del mare" sono affondate a causa della scarsa gallegiabilità. Quaranta le persone, fra cui 8 donne e 6 minori, che, durante la notte, sono state salvate, in area Sar, dal peschereccio tunisino "Mohamed Amine". Marinai che hanno effettuato il soccorso prima dell'arrivo della motovdetta della Capitaneria su cui il gruppo è stato poi trasbordato.
Recuperato anche il cadavere di un giovane che è stato portato alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana dove le bare di migranti, morti a seguito di naufragio, in serata sono diventate 7.
Secondo quanto è emerso dai racconti dei sopravvissuti, alla partenza da Sfax su quel barchino in metallo di 7 metri c'erano 55 persone. All'appello quindi mancherebbero 14 persone. Le ricerche, da parte delle motovedette delle Fiamme gialle e della Guardia costiera, sono andate avanti per l'intera giornata.
La Procura di Agrigento ha aperto, per i due naufragi con vittime, delle inchieste per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato.
A naufragare e affondare anche un barchino con a bordo 45 persone, 42 i migranti, fra cui 5 donne e 3 minori, che sono stati salvati dalla Guardia costiera. Stando alle dichiarazioni dei naufraghi, vi sarebbero 3 dispersi.
Altri naufragi con decine di morti vengono segnalati anche dalle autorità libiche e tunisine. "I corpi di 34 migranti annegati nel tentativo di raggiungere l'Europa sono stati recuperati sulla costa occidentale della Libia in 5 giorni", ha reso noto la Mezzaluna Rossa libica.
La Guardia costiera tunisina di Sfax, Kerkennah e Mahdia ha recuperato invece, domenica, i corpi di 30 persone, tra cui quelli di due donne e due bambini, in stato di decomposizione.