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27/04/2023 06:00:00

L’appello dei pescatori di Mazara: “Se non possiamo lavorare fateci salvare i migranti in mare”

“Se non possiamo pescare, fateci salvare i migranti in mare”. E’ l’appello dei pescatori di Mazara del Vallo, una delle marinerie più importanti d’Italia, che arriva mentre il Mediterraneo viene costantemente solcato da imbarcazioni che arrivano dal Nord Africa.

Solo negli ultimi giorni sono state centinaia le persone soccorse in mare. Ma si contano diversi naufragi, altri morti e decine di dispersi. Quel mare che per secoli ha dato sostentamento e vita è sempre più un cimitero.

Lo sanno bene anche i pescatori di Mazara del Vallo, che battono la rotta del Canale di Sicilia per pescare quella prelibatezza che è il gambero rosso. Una tradizione che ora rischia di scomparire per le sempre più stringenti restrizioni della pesca a strascico. “E’ il momento più brutto della marineria mazarese, l’Unione europea vuole chiudere lo strascico nel 2030. Sarà la nostra morte”, spiega Domenico Asaro, pescatore, presidente dei produttori del gambero rosso. “Il nostro strascico non è inquinante, è selettivo. Uscire in mare ormai non conviene più, l’Europa non ci permette più di pescare e noi paghiamo contributi per 12 mesi mentre ne lavoriamo soltanto sei”.


Così Asaro a nome dei pescatori di Mazara fa un appello al governo Meloni:”Abbiamo deciso di proporci come sentinelle del mare e aiutare coloro che sono in difficoltà piuttosto che uscire per pescare. Abbiamo i mezzi e le persone per farlo e così si eviterebbero stragi”.

I pescherecci di Mazara del Vallo sono imbarcazioni d’altura, in grado di raggiungere le acque internazionali davanti alle coste libiche. “Li possiamo sorvegliare ed evitare le migliaia di morti in mare”.


La flotta del gambero rosso è molto numerosa, e permetterebbe di coprire tutta la fascia davanti alla Libia dalle quali partono le imbarcazioni stracolme di disperati che tentano di traversare in mare. “Con le nostre flotte copriremmo duecento miglia, sorvegliando l’intera zona. Una nave militare può fare questo lavoro, ma trenta pescherecci sarebbero tanti occhi in mezzo al mare”, aggiunge Asaro. “Sentire che c’è ancora gente che muore in mezzo al mare inorridisce". Una volta salvate? "Facciamo quello che ci dicono, portiamo i migranti sulla terra ferma, poi devono essere le istituzioni a capire come gestire i flussi. Ma una cosa deve essere chiara: le persone in difficoltà in mare vanno salvate. Sempre”. Per Asaro non adoperarsi è “disumano” e ricorda ancora quanto il suo peschereccio ha soccorso un’imbarcazione con 170 persone a bordo. Per Asaro, però, il traffico di esseri umani non vuole essere fermato e sul quale ci sono interessi milionari.

L’appello di Asaro arriva quando Lampedusa è di nuovo al collasso. Quando le motovedette della guardia costiera avvistano decine di imbarcazioni imbarcazioni in difficoltà. Quando il Mediterraneo nasconde decine di migliaia di morti annegati, di cui nessuno sa nulla. Arriva anche in un periodo di crisi per il settore, che sfama migliaia di famiglie, e rappresenta la prima, unica, industria di Mazara. E che rischia di scomparire. Da qui l’appello di Asaro per permettere ai pescatori di fare qualcosa di buono.