A Campobello di Mazara, la trasmissione Report dello scorso 8 maggio ha causato un terremoto politico. Il Partito Democratico regionale e provinciale ha ritirato l’appoggio al sindaco Giuseppe Castiglione (ne abbiamo scritto qui). E si è accodato anche il circolo del Pd locale che, “pur nella consapevolezza di interrompere l’importante lavoro fin qui condotto – si legge in uno stringato comunicato stampa - non può che considerare conclusa l’attuale esperienza amministrativa”.
Poi si è dimesso anche l’architetto Stefano Tramonte, assessore in quota Pd della giunta Castiglione, che ha lasciato anche il partito.
Tra le fila del Pd regionale, è intervenuto anche l’onorevole Dario Safina, che ha trovato tardive le dimissioni di Tramonte dal ruolo di assessore, sottolineando come dentro il Pd si stia cercando di fare chiarezza e che questa “è solo la prima tappa di un più profondo processo di ricostruzione della comunità dei democratici” per ricostruire l’intera comunità campobellese bisognosa di “una politica con la P maiuscola che sappia fungere da presidio di legalità. E questo vale – ha aggiunto - non solo per Campobello di Mazara ma per tutte le realtà dove il Partito Democratico deve tornare a rappresentare un punto di riferimento per i cittadini”.
Anche senza rappresentanti in consiglio comunale, con una nota durissima, il segretario locale
del circolo Fratelli d’Italia, Salvatore Bascio, ha attaccato il Pd per aver deciso, a suo dire, tardivamente, sottolineando che il sindaco governa la città “grazie ad una parte di voti arrivati dalla malavita e dalle organizzazione mafiose, come confermato dalla sentenza arrivata all’on. Ruggirello, suo primo sostenitore nella sua prima elezione a sindaco (primo mandato, ndr). “Motivo per il quale Fratelli d’Italia tutta prende le distanze da lei – ha scritto Bascio rivolgendosi direttamente al sindaco - da tutta la sua amministrazione, come ha fatto in 10 anni di amministrazione guidata da lei e le chiediamo con forza di dimettersi”.
Le dimissioni di Castiglione sono state chieste anche dall’opposizione. Tommaso Di Maria, consigliere comunale di “Campobello animalista stellata ambientalista”, le chiede da tempo per i motivi più disparati. E questa è stata un’occasione per tornare a chiederle: “A Campobello, per chiudere l’esperienza Castiglione, cosa dobbiamo aspettare? – scrive Di Maria - Dopo il bilancio in pre dissesto e le trasmissioni televisive nazionali che ricostruiscono i collegamenti con i soggetti che hanno contribuito, fortemente, all’elezione del sindaco nel 2014, manca solo il meteorite che colpisca il nostro paese…”.
Alla base di tutto questo movimento, come dicevamo all’inizio, c’è la puntata di Report dell’8 maggio scorso. A pestare il formicaio è l’aver sottolineato il sostegno politico in favore di Castiglione, in occasione delle amministrative del 2014 da parte del gruppo di Calogero John Luppino e Mario Giorgi, arrestati nell’operazione “Mafia Bet” nel 2019 (poi passati all’opposizione all’indomani delle elezioni). Ma soprattutto dell’ex onorevole regionale Paolo Ruggirello, condannato nell’aprile scorso a12 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. L’ex deputato, prima di finire nei guai (anche lui nel 2019), si trovava proprio nel Pd, durante la guida di Matteo Renzi, quando di sindaci e consiglieri comunali ne aveva sostenuto già parecchi.
Raggiunto da Report, alla giornalista Claudia Di Pasquale dice: “Si faccia soltanto una domanda… se mi hanno dato questa conferma di 416… associazione, di concorso esterno, come mai il sindaco non è stato arrestato?”. C’è anche l’avvocato di Ruggirello, Enrico Sanseverino, che dice di considerare un paradosso il fatto che il suo assistito venga ritenuto responsabile per avere favorito l’elezione del sindaco Castiglione e quest’ultimo sia invece “immune da qualsiasi censura di carattere penale”.
La domanda viene girata a Castiglione, che risponde così: “Questa è una cosa gravissima, che mi sta facendo trasalire e incazzare fortemente”. “Loro hanno sollevato la contraddizione”, dice la giornalista. “Io non vedo nessuna contraddizione – replica il sindaco – essendo semmai una vittima. E se avessi avuto sentore della sua vicinanza a soggetti mafiosi, giammai l’avrei fatto avvicinare alla mia campagna elettorale”.
Castiglione, il giorno dopo la trasmissione, ha diramato un articolato comunicato stampa (che abbiamo pubblicato qui) con cui chiarisce meglio la sua posizione.
In tanti però si sono chiesti se davvero il sindaco di Campobello non si fosse accorto di nulla.
Pochi si sono invece chiesti se Fratelli d’Italia, durante una convention del 2018 qualche sentore su Mario Giorgi ce l’avesse avuto. Questa foto del novembre di quell’anno, ritrae infatti allo stesso tavolo con Giorgi (che sarà arrestato l’anno dopo): Maurizio Miceli, attualmente candidato sindaco alle amministrative di Trapani; Salvatore Bascio, segretario del circolo campobellese di FdI, autore della dura nota di cui sopra, in cui chiede con forza le dimissioni di Castiglione; Sandro Pappalardo, attuale assessore regionale al Turismo; l’onorevole Carolina Varchi, deputata nazionale, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Giustizia e membro del Comitato Consultivo sulla Condotta dei Deputati.
Ancora meno si sono chiesti se qualche altro sentore ce l’avesse avuto Tommaso Di Maria, autore come detto, di ripetute richieste di dimissioni nei confronti di Castiglione. In questa foto, durante la campagna elettorale per le amministrative del 2020, oltre al candidato sindaco Ingroia, c’è infatti Francesco Stallone, che sarà arrestato nel settembre 2022 nell’operazione Hesperia contro la mafia del trapanese.
Insomma, nemmeno lo sguardo vigile di Ingroia è stato d’aiuto. Non è servita la sua esperienza da magistrato. E nemmeno il fatto di essere stato l’avvocato di Calogero John Luppino, il re delle scommesse vicino a Matteo Messina Denaro, condannato nel 2021 a 18 anni di carcere. E’ lo stesso Luppino arrestato con Mario Giorgi (nella foto della convention di FdI del 2018).
E se anche chi ha qualche strumento in più fa fatica ad accorgersi delle potenziali inopportunità (come abbiamo scritto qui sul perché Ingroia avesse perso le elezioni a Campobello), tutto diventa più difficile.
Quasi nessuno infine si è chiesto quanti politici, a diversi livelli, hanno sostenuto o sono stati sostenuti da Ruggirello in diversi comuni della provincia di Trapani. Dovrebbero dimettersi tutti?
Egidio Morici