Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
31/05/2023 06:00:00

Dalla corazzata Tranchida al flop Brillante. L'analisi del voto a Trapani

Qualcuno traccerà il bilancio di queste amministrative e qualche altro farà lunghe analisi, in ogni caso bisogna partire dai numeri che sono granitici e che danno un segnale chiaro.


A Trapani Giacomo Tranchida vince, nessun plebiscito come quello del 2018, ma era ovvio, ha perso pezzi di consenso lungo il tragitto, chi poi amministra è sempre impopolare, basta guardarsi intorno: in provincia non ci sono sindaci riconfermati tranne a Valderice, dove l’uscente Francesco Stabile ha rafforzato il suo consenso, la comunità lo ha premiato.

 

 


Per Tranchida, che si è presentato con 10 liste in suo sostegno, i punti in meno rispetto alle liste sono stati 12,37. E tre di queste non raggiungono il 5%, ma certamente hanno contribuito ad eleggerlo.
Se l’è vista brutta il riconfermato sindaco, il ballottaggio era dietro l’angolo proprio con Maurizio Miceli del centrodestra, una coalizione che non era unita e compatta. Lì mancavano i voti dell’assessore regionale Mimmo Turano. Si affannano adesso, da quelle parti, a chiedere al presidente della Regione, Renato Schifani, che Turano venga “punito”, messo fuori dalla giunta, ma saranno operazioni lunghe e quasi certamente nessuno verrà rimosso e qualche partito che continuerà ad invocare provvedimenti potrebbe finire come il lupo che ulula alla luna. Operazione sgolante quanto inutile.
Si può, tuttavia, affermare che Miceli ha fatto una delle più belle affermazioni elettorali, non scontata. Tre le liste hanno funzionato, le altre invece sono state poco incidenti. Miceli era il volto giovane, ha fatto quel che poteva sbagliando più volte gli attacchi di questa campagna elettorale.

 

 

Ha comunicato poco e male quello che voleva fare, la prospettiva di Trapani e come di concreto si sarebbe speso, molto più incisivo, invece, negli attacchi al competitor Tranchida. Nessuno ha imparato la vera lezione: degli altri non si parla, perchè sono loro che parlano per sé. Bisognava, banalmente, incidere con il programma e con maggiore presenza in strada.

La vera rivelazione di questa campagna elettorale è stata Anna Garuccio, che non arriva in consiglio comunale ma quei 1.792 voti (6,69%) sono suoi. Non aveva potentati dietro, non aveva partiti, anzi da questi è stata ostacolata. Sola. Sola ha dimostrato che lei una linea ce l’ha, anche non condivisibile, ma ha raggiunto un risultato, non deve dire grazie a nessuno se non al suo impegno diretto sul territorio.

 

 

A danneggiare il candidato Francesco Brillante le liste, nessuna raggiunge il 5%. Il Movimento 5 Stelle a parte imporre a Brillante, e lui compiacente ha assecondato, con quali politici accompagnarsi non ha inciso granché.
Non entra in consiglio comunale Francesca Trapani, così come cade sul 2% la lista di Cateno De Luca, mancava poco e si trasferiva a Trapani la residenza.
Così come cadono le liste di Rinnova Trapani, messa in piedi dal coordinatore cittadino Nino Grignano di Iv e il responsabile della campagna elettorale Giuseppe Casabella.
Tutte e 4 le liste non hanno portato alcun valore numerico al candidato sindaco, che potrebbe restare dentro il Pd ovvero guardare al M5S, viste le relazioni espresse durante tutta la campagna elettorale.

Due pezzi di Pd che sono andati alla conta e allo scontro, perché è innegabile, e chi lo fa mente spudoratamente, che c’è una guerra all’interno dei dem in provincia, e che adesso di apre la fase due: voleranno gli stracci.

 

 

 

Brillante contro Tranchida è molto di più che una semplice competizione elettorale, e chi ha deciso di sposarne il progetto ha fatto un favore a questi due candidati e non a se stesso, strumenti di lotta interna e non strumento di una campagna elettorale.
Bisognava spiegare questo ai candidati delle liste, magari qualcuno avrebbe abbandonato la barca. Magari qualcuno adesso si assumerà le responsabilità. Perché la politica è prospettiva e cammino, ma lungo quel cammino i personalismi hanno battuto la buona politica.

Del resto i segnali ci sono stati tutti. Brillante non ha presenziato durante l’incontro con Teresa Bellanova, giustificato causa intervento. Brillante non ha scientemente partecipato all’incontro con Elena Bonetti. Brillante, più semplicemente, ha operato delle scelte, del resto giovane lo è ma inesperto no. Aveva capito che quella lista era sotto di tanto, meglio continuare con il M5S e con Cateno De Luca.
Questione di scelte, questione di responsabilità. Quelle degli altri.
E intanto si delinea il nuovo consiglio comunale: la coalizione di Tranchida porta 16 consiglieri (4 seggi a Trapani Tua, 2 seggi a Polis, 2 seggi a Trapani con Coerenza, 2 seggi ai Democratici, 2 seggi a Tranchida il Sindaco per Trapani, 2 seggi a Uniti per Trapani, 2 seggi a Trapani al Centro).
Sette seggi per Miceli (2 seggi a Popolari ed Autonomisti, 3 seggi ad Amo Trapani e 2 seggi a Fratelli d’Italia).
Il 24esimo seggio va al candidato sindaco perdente, Miceli.