Il governo Meloni ha approvato in via preliminare il più grosso decreto flussi della storia italiana: la misura (già prevista dalla legge Turco-Napolitano nel 1998) prevede l'ingresso regolare di 452mila lavoratori stranieri in Italia nel triennio 2023-2025. Inoltre, è stato dato il via libera a una quota aggiuntiva di 40mila permessi, per chi ha già presentato la domanda a marzo del 2023.
Il decreto flussi oltre a incrementare le quote di ingresso per motivi di lavoro estende anche le categorie professionali e i settori produttivi coinvolti. Tra le nuove professionalità che potranno essere richieste dai datori di lavoro ci sono elettricisti, idraulici ma anche addetti ai settori dell’assistenza familiare e socio-sanitaria. Inoltre, sono state aggiunte nuove quote per sopperire al fabbisogno di lavoratori per il trasporto passeggeri con autobus e per la pesca.
Per quanto riguarda il lavoro subordinato stagionale, poi, sono confermati i settori agricolo e turistico-alberghiero. Specifiche quote di ingresso per l’agricoltura e per il turismo, inoltre, sono riservate ai lavoratori che provengono dai paesi di origine o di transito con i quali l’Italia ha sottoscritto accordi per contrastare la migrazione irregolare.
Lo strumento dei flussi, che prevede la concessione di permessi di soggiorno e visti d'ingresso per ragioni di lavoro, è presente nella legislazione italiana dal 1998, ma non era mai stato usato in maniera così estesa, anche se si tratta di una misura ben al di sotto del fabbisogno di 800mila ingressi per lavoro, richiesti dalle categorie degli imprenditori. La sanatoria più estesa (cioè la regolarizzazione dei lavoratori già presenti sul territorio) era stata approvata nel 2002 dal governo Berlusconi: quella volta furono regolarizzate più di 600mila persone.