Non si è fatta attendere la replica del deputato regionale di Fratelli d'Italia, Nicola Catania, alla nota del suo "collega" di partito Giuseppe Bica, con il quale si stanno contendendo davanti alle aule di giustizia il seggio all'Ars. «Ora Giuseppe Bica, non essendo deputato, pensa pure di controllare l’attività parlamentare, elevandosi a garante della legalità e della trasparenza nei confronti del parlamento siciliano. Siamo al paradosso», afferma Catania che, secondo quanto afferma Bica in una nota, avrebbe presentato un emendamento “ad personam”.
«È gravissimo quanto afferma Bica – dice Catania – soprattutto perché quell’articolo dentro il maxi-emendamento al collegato della Finanziaria, porta non la mia firma ma quella di tutti i capigruppo di maggioranza ed è stato già esitato favorevolmente in Commissione bilancio. Nel merito, comunque, vorrei segnalare al signor Bica che è prassi consolidata, anche in questa legislatura così come in questo collegato, approvare norme di interpretazione autentica, che non servono alla persona singola, ma bensì a chiarire e rendere inequivocabili e non interpretabili norme già scritte e cristallizzate».
Catania aggiunge: «Bica, nel vano e continuo tentativo di delegittimare la mia azione politica, non fa altro, in ogni occasione, di strumentalizzare qualsiasi cosa possa servirgli per acquisire visibilità. Consiglierei, piuttosto, al signor Giuseppe Bica, che ha scelto la via del ricorso per iniziativa popolare per averne un vantaggio personale, di continuare a confidare nella giustizia e di attendere in silenzio tutti i tre gradi di giudizio». Catania conclude: «Il mio ricorso in Appello è stato depositato il 6 luglio scorso e null’altro è possibile aggiungere a mia difesa. Sembrerebbe, questo sì, che la reazione del signor Bica, letto il ricorso, sia volta piuttosto a mettere le mani avanti e a giustificare in prospettiva una sentenza di Appello che potrebbe ribaltare quella di primo grado».