Un dramma che va in scena senza mai fine, è quello che tocca alla sanità siciliana e, dunque, ai cittadini che devono ricorrere a quelle cure.
Mancano i medici, chiudono i reparti, i pazienti sono costretti ad andare altrove, i più fortunati si rivolgono alle cure private.
A Palermo a Villa Sofia il reparto è a rischio chiusura, i medici hanno scelto cliniche private, ieri al Centro traumatologico gli utenti si sono ritrovati davanti questo annuncio: “Si avvisano i signori pazienti che per motivi organizzativi le visite ambulatoriali odierne non verranno effettuate”.
Una situazione al collasso,Giuseppe Bonsignore, segretario regionale dei medici ospedalieri sapeva già di queste criticità: «Mentre la politica regionale discute da mesi delle nomine dei direttori generali, le aziende gestite da commissari che ormai si ritengono provvisori annaspano tra mille difficoltà. Oggi si corre per tamponare una situazione drammatica figlia di una mancata programmazione”.
Grave quello che sta accadendo ma già annunciato da anni, tra le corsie degli ospedali ci sono medici over 50, sono pochi e costretti a fare turni massacranti, i pronto soccorso sono ingestibili e congestionati.
Questo capillarmente accade un pò ovunque in tutta la Sicilia, i medici lasciano la sanità pubblica per quella privata, con orari più comodi ma con guadagni elevati e meno rischi.
Di fronte al rischio che i cittadini non possano più esercitare il diritto alle cure parte il tour del deputato Davide Faraone: “Mentre la politica litiga sulle nomine dei manager della sanità siciliana, basterebbe semplicemente scegliere i migliori, che spesso sono quelli senza sponsor, quelli che vorrebbero far valere semplicemente il proprio curriculum, gli ospedali chiudono i loro reparti per mancanza di personale medico. La situazione è drammatica in tutte le province della Sicilia, raccogliamo continue testimonianze di medici, infermieri e pazienti, solo per fare due esempi: ad agosto all’ospedale di Caltagirone è stata temporaneamente sospesa l’attività di Stroke Unit della Neurologia per la gravissima carenza di personale medico; Palermo a Villa Sofia chiude ortopedia per lo stesso motivo, creando così l’effetto imbuto in altre strutture, i pazienti come le carte: smistati in altri ospedali pure fuori la provincia di residenza.
In questa follia politica della spartizione delle nomine per avere il manager di diretto riferimento, noi lanciamo un tour in tutti gli ospedali della Sicilia per verificare la situazione, corsia per corsia. La campagna si chiama “Ospedale per Ospedale”.
Gli fa eco Nuccio Di Paola(M5S): “Siamo felici che Davide Faraone, ex Sottosegretario alla Salute del governo Renzi, governo che secondo le stime della Fondazione Gimbe, ha tagliato 16,6 miliardi di euro al Servizio Sanitario Nazionale, voglia fare un tour degli ospedali.
Da mesi - sottolinea Di Paola - giriamo per gli ospedali siciliani denunciando disservizi e carenze di personale. Appena 48 ore fa siamo stati all’Ospedale Vittorio Emanuele di Gela, dove mancano reparti fondamentali come l’UTIN. La verità è che dietro alla sanità vi sono speculazioni di carattere politico, mentre i cittadini continuano a rimanere nelle barelle dei pronto soccorsi per giorni, in attesa che arrivi un medico a curarli”.
E non c’è ancora un accordo sulla nomina dei manager delle Asp per il centrodestra siciliano, c’è una spartizione numerica: più nomi a FdI e FI meno alla Dc e all’MPA e Lega. Un quadro non molto confortante, il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca, ha n giudizio molto negativo sul governo Schifani: “E’ il peggiore degli ultimi decenni: ha fatto sfracelli su tutto, incendi, rifiuti e sanità, soprattutto. In quest'ultimo ambito la maggioranza che lo sostiene ha dato il peggio di sé, visto che non ha avuto nemmeno il pudore di risparmiare ai siciliani il vergognoso spettacolo delle indegne e incommentabili liti per accaparrarsi poltrone di Asp e ospedali, mentre tutto attorno crolla. Ora basta, si è superato ogni limite: Schifani vada a casa”.
Sulla proposta di indicare i manager a sorteggio, come affermato da Totò Cuffaro, si è espresso il meloniano Marco Intravaia: “Che si trattasse più di una boutade che di un’ipotesi percorribile era abbastanza chiaro, ma se ancora ci fosse qualche dubbio sull’impraticabilità della proposta di sorteggiare i nuovi manager della sanità, basta attenersi alla giurisprudenza. Per riportare la discussione su argomenti più seri, dunque, ribadiamolo meglio: la legge vieta questa ipotesi come ha ricordato anche la magistratura amministrativa che, con una recente pronuncia, ha affermato l’incombenza sull’amministrazione di un onere motivazionale sulle scelte dei manager. Quindi abbiamo chiarito che parliamo di cose non attendibili, che non danno lustro ad alcuno perché inducono l’opinione pubblica a pensare che la politica sia incapace di tutto, anche di compiere le scelte che le competono. Non condividiamo la proposta di Cuffaro e di Ismaele La Vardera e i motivi sono concreti, oggettivi e supportati dalla giurisprudenza”.