Prima la rissa, poi gli spari in pieno centro, tra le strade della movida di Palermo. La scena è stata ripresa intorno alle 3 di stanotte da alcuni residenti tra le vie Isidoro La Lumia e Quintino Sella: si sentono i colpi di arma da fuoco e si vedono i tanti ragazzi terrorizzati, che si allontanano velocemente dal luogo in cui un ragazzo sarebbe stato ferito. Un giovane viene sollevato e fatto salire su un'auto. Sei o sette i colpi sparati e decine di chiamate al numero di emergenza unico 112. Nel video alla fine si vede un giovane allontanarsi dal luogo della rissa con una pistola in mano e sparare un colpo in aria.
I carabinieri sono arrivati nel giro di pochi minuti, ma in molti si erano già allontanati, compreso un giovane che sarebbe fuggito a bordo di uno scooter: sarebbe stato lui a impugnare la pistola. Sono anche state danneggiate due auto. Sul posto i militari hanno trovato quattro bossoli e tracce di sangue. Al vaglio anche le immagini delle telecamere che si trovano nella zona. I rilievi sono stati effettuati dalla Scientifica, sul luogo anche stamattina per eseguire ulteriori accertamenti. Le indagini per ricostruire cosa è successo sono in corso.
“Da oltre un anno denunciamo questo stato di cose, con episodi di illegalità diffusa che spesso sfociano nella guerriglia urbana: dall’osservatorio dei pubblici esercizi e delle discoteche arrivavano precise richieste di aiuto e preoccupazione. I nostri allarmi però, nel migliore dei casi, sono stati ignorati”.
Patrizia Di Dio, presidente Confcommercio Palermo e vicepresidente nazionale di Confcommercio con delega alla legalità e sicurezza, interviene sui gravi episodi avvenuti la scorsa notte in una via del centro città.
“Nelle riunioni in prefettura sui temi dell’ordine pubblico - aggiunge - siamo stati spesso “rassicurati” con una bonaria pacca sulla spalla e ci è stato spiegato che sul fronte della sicurezza “era tutto sotto controllo”. Dopo gli assalti violenti alle discoteche venivano spesso puniti gli incolpevoli titolari che oltre al danno subivano la beffa della chiusura forzata del locale per giorni o addirittura settimane. Ai vertici di Prefettura e Questura, rinnovati da poche settimane, abbiamo reiterato la nostra massima preoccupazione e richieste di intervento. Continuiamo ad attendere i risultati”.