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27/02/2024 06:00:00

La Palmese, e il misterioso "Cinese": Valerio Antonini, il nuovo re di Trapani / 2

 Seconda parte dell'inchiesta a puntate di Tp24 su Valerio Antonini, imprenditore romano sbarcato a Trapani quasi un anno fa, che ha rilevato le due squadre locali di calcio e basket, ha acquistato anche Telesud, e annuncia progetti faraonici per il territorio.  Qui la prima parte.

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Nella passione per il calcio di Valerio Antonini c'è un precedente. Lungo 117 giorni.

La prima apparizione pubblica di Antonini, infatti, è databile al 2003, una storia di calcio e affari finita male, molto male. Da leggere con molta attenzione, perché alcuni aspetti caratteriali e imprenditoriali di Antonini si rintracciano proprio in questa vecchia storia che fa da prologo.

 

Siamo a Palma Campania, sulle colline a pochi chilometri a est di Napoli (hanno arrestato il Sindaco per corruzione, giusto giusto un mese fa). La locale squadra di calcio viene rilevata a fine stagione da un imprenditore cinese, Zichai Song. Nel napoletano è molto conosciuto, è uno dei soci di CinaMercato, un grosso centro commerciale. Lo chiamano “O' cinese”.
Con lui arriva Valerio Antonini, suo uomo di fiducia, che diventa direttore generale.
Fu “o cinese” a portare il giovane Antonini nel mondo del calcio dopo averlo conosciuto come abile venditore per Fastweb (gli aveva fatto più di cento contratti ...) e averlo coinvolto nel business di CinaMercato. “È in quel periodo - racconta tra l'altro l'imprenditore -  trasferito da Roma a Napoli, che conosco Maradona. Due settimane di anticamera a Cuba, dove viveva, e poi finalmente lo incontro”.
A Palma Campania, un paese che adora il calcio, di Song c’era appena l’ombra, tutti ricordano ancora che Antonini era il suo braccio destro e sinistro.
La campagna acquisti è da favola e alla ripresa del campionato la Palmese è subito seconda, con un calcio divertente e vincente. Tra i nuovi arrivi c’è Ciro Di Cesare, un lungo passato in serie A e B, che diventa capitano della squadra. Un lusso per una squadra che sta in C2.


Con Song, che parla pochissimo l’italiano, è Antonini ad essere al centro del grande progetto: lo sbarco in Serie B.
Vengono pagate cifre iperboliche per l’ingaggio dei giocatori più prestigiosi. La società di Song acquista anche una bella auto, una MG decappottabile con cui a Palma in molti ricordano sfrecciare il giovane Antonini.
Ma già a novembre qualcosa si incrina: non vengono pagati gli stipendi, i grandi progetti di Song iniziano a vacillare. Per tacitare lo scontento e la delusione della squadra la società stacca un assegno al capitano Di Cesare che però non se la sente di tenere tutto per sé e lo divide con i suoi compagni, come ricorda lui stesso a Tp24: “Antonini l’avrò visto una o due volte, ho un bel ricordo di tutto l’ambiente”, aggiunge l’ex-capitano.
In quell’autunno dai mille sogni c’è anche il progetto di un mega concerto al San Paolo di Napoli con Gigi D’Alessio e la partecipazione di Diego Maradona. L’idea viene partorita allo storico bar Gambrinus di Piazza Plebiscito. Antonini garantisce che lui e Diego sono molto amici e che il campionissimo verrà a salutare anche la Palmese.
Ma intanto la bolla esplode: Song sparisce dai radar, Antonini, che arriva con la fiammante MG allo stadio, non può mandare avanti la società e dopo appena 6 mesi - è il dicembre del 2003- il sogno della Palmese in serie B e la campagna acquisti “fuori scala”, come il concerto di D’Alessio, sfumano. La squadra ripassa di nuovo in mano ai vecchi proprietari che, impossibilitati a reggere gli ingaggi, sono costretti alla resa.
I giocatori più prestigiosi, tra i quali il capitano Di Cesare, vanno via con l’arrivo del 2004.
Che ci siano alcune similitudini, tra l’avventura della Palmese e quella attuale del Trapani non c’è dubbio. La grandeur di Antonini si vede chiaramente in entrambi in casi. “Con una differenza fondamentale  - tiene a sottolineare lui- lì non ero io il Presidente, qui oggi a Trapani il capitale è mio”.
E quando gli si chiede se non c’è un altro modo, come sostengono altri suoi “colleghi”, di scalare le classifiche, la risposta è immediata: “No, se devi costruire qualcosa questo è il metodo giusto, puntare subito in alto ad ogni costo”.
È il “metodo Antonini” e a guardare i risultati la realtà al momento gli dà ragione.

 

Made with Flourish

 

Intanto, dopo aver lasciato la Palmese, si scopre che Song non può tornare in Cina perché rischierebbe il carcere (c’è chi dice addirittura la pena di morte) per un’accusa di corruzione. Il sodalizio si chiude tra accuse incrociate.

Nel 2008 Song finisce coinvolto in una brutta storia di riciclaggio al nord Italia: soldi di ‘ndrangheta per rilevare imprese e inserirsi nel calcio, uno schema magistralmente documentato in una inchiesta realizzata da Sergio Nazzaro e Romano Montesarchio per la trasmissione Rai “Sfide”. La si può vedere a questo link.


Una parentesi. In quell’inchiesta si parla anche del Marsala Calcio ai tempi dell’operazione di acquisto da parte dell’ex giocatore della Lazio, Giorgio Chinaglia, nel 2000, con un fantomatico gruppo campano / ungherese che voleva investire un mare di soldi in città per il campionato di C1. Secondo molti dietro c’era la mano della camorra: passare denaro dall’estero e riciclarlo attraverso l’acquisto di una squadra di calcio. Tant’è che dopo il preliminare i fantomatici acquirenti sparirono, lasciarono il Marsala nei guai e una condanna per bancarotta fraudolenta per l’allora presidente Leonardo Mannone.

La commissione Antimafia nel 2009 fissa un giudizio impietoso su Song, definendolo “il contatto principale tra mafia cinese e ‘Ndrangheta”.

Oggi Antonini ridimensiona molto il suo ruolo in quella vicenda: “Il Cinese ingannò tutti compreso me, sparendo da un giorno all’altro lasciando tutti senza pagamenti. Parliamo del 2003 quando avevo 27 anni… i miei genitori mi tirarono le orecchie! Questo signore è stato poi arrestato per altre vicende dopo alcuni anni nel nord Italia quando io non avevo più niente a che fare con le sue attività. Ancora mi deve più di 70mila euro”.

Di tutto quel periodo ad Antonini rimangono due cose, la voglia di riscatto nel mondo del calcio e la conoscenza con Diego Armando Maradona, l'uomo della svolta per l'imprenditore che da rappresentante di cereali diventa uno dei più grandi broker in circolazione.  Ne parliamo domani.

 

 

(2 - CONTINUA)

Giacomo Di Girolamo
Nicola Biondo