Botta e risposta a distanza tra Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord, e il leader della Dc Totò Cuffaro.
Castelli ha lanciato un video sui suoi canali social occupandosi delle alleanze di Cuffaro: "Da giorni denunciamo il fatto che Renzi abbia siglato un accordo con Totò Cuffaro e lo denunciamo perché la politica deve essere una cosa pulita non un accordo con chi è stato condannato per reati di mafia. E che succede? Facciamo una conferenza stampa e un giornalista chiede a Cateno De Luca: “Lei come risponde alla querela di Renzi?”
De Luca risponde: “Lo faccio una pernacchia”.
Poi continua commentando di cosa dovrebbe occuparsi la stampa: “Il dibattito pubblico italiano è diventato il commento perché Cateno fa una pernacchia a Renzi. Il dibattito di questo Paese dovrebbe essere perché la politica e tutta l’Italia non si indigna perché un partito che, ormai, non vale più niente ed è guidato da uno che ha fatto disastri facendo il Presidente del Consiglio, ha siglato l’accordo con uno condannato per reati di mafia”.
Infine conclude: “Cari deputati e senatori, indignatevi perché in questo Paese nessuno dice niente di un partito che fa l’accordo con Totò Cuffaro”.
A stretto giro la risposta di Totò Cuffaro: “Ho ascoltato la delirante auto-intervista, oggi forse si chiama video-post, di Laura Castelli, già grillina 5 stelle, già vice ministra del governo Conte e oggi col partito di Cateno De Luca. Domani non sappiamo con chi andrà, credo conti ben poco con chi vada. Si indigna perché io, segretario nazionale della Dc e già condannato per reato di mafia e tra i pochissimi in Italia ad aver rispettato la sentenza e aver scontato per intero e con dignità la pena in carcere e sempre con ostinata fiducia nella giustizia, oggi debba e possa fare alleanze per poter partecipare alle elezioni Europee. Oggi, però, è oggi. Ieri invece veniva a trovarmi a casa mia. Si sedeva comoda in poltrona e parlava con me di politica, e prospettava un possibile futuro nel para-politico. Non mi è apparsa indignata anzi molto attenta e interessata. Ma da democristiano penso che abbia diritto a cambiare idea. Ma penso anche est modus in rebus. Ma vale anche per Cateno De Luca ed i Cateno De Luca simili?”.
Su questo incontro che Laura Castelli ha avuto con Cuffaro lei ha tenuto a chiarire sempre a mezzo social: "Sapevo che si sarebbe alzata la tensione, ma non pensate di intimidire me o la mia famiglia. Non mi fanno paura i vostri atteggiamenti politico-mafiosi.
Facciamo chiarezza. Nell’esercizio delle mie funzioni da vice ministro mi trovavo a Palermo per una serie di incontri istituzionali.
Amici mi contattano dicendomi che Cuffaro, segretario di partito, insiste per incontrarmi. Figurarsi se nego un caffè”.
A questo incontro Castelli sarebbe andata con il suo staff, tra cui un colonnello della Guardia di Finanza: “Incontro Cuffaro, mi racconta del suo progetto della dc. Mi dice che avrebbe vinto alle regionali siciliane e di fatto si sarebbero aperte le porte del paradiso per le figure di spicco della dc. Mi alzo, saluto, ringrazio per il caffè e vado via con il mio staff.
La storia parla da sé. Non ho mai aderito al partito di Cuffaro o alla dc, e mai pensato di farlo, e non ho mai chiesto e tantomeno avuto alcun incarico “para-politico”. Non accetto illazioni e pizzini intimidatori nei miei confronti da parte di Cuffaro. Io vado avanti a testa alta, avrei potuto accettare le “offerte” di incarichi in partiti blasonati.
Non ho accettato nulla di tutto ciò, perché non ho bisogno della politica per vivere. Con passione ho scelto Cateno De Luca e Sud chiama Nord per la bellezza di costruire qualcosa di unico, per la bellezza di apprendere ogni giorno cose nuove da un uomo come Cateno De Luca.
Sono abituata a subire attacchi, ho le spalle larghe. Non mi intimidite!”.
La presidente nazionale di Sud chiama Nord vuole pure un incontro pubblico: “Ho chiesto al nostro Ismaele La Vardera, capogruppo all’Ars di ScN, di organizzarmi, in un salotto pubblico, un confronto con Cuffaro. Così potrò sdebitarmi del caffè…”.
La campagna elettorale è iniziata senza esclusioni di colpi.