Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
31/03/2024 07:25:00

Immigrazione clandestina. Salemitano può andare ai domiciliari, ma non c'è il braccialetto elettronico

Il Tribunale del Riesame ha disposto la scarcerazione (per i domiciliari con braccialetto elettronico) di uno dei dodici indagati (sei italiani e sei tunisini) per i quali, lo scorso febbraio, sono state emesse altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (indagine di polizia e Dda di Palermo).

La scarcerazione è stata disposta per il 45enne salemitano Baldo Augusta. Il Riesame ha accolto la richiesta dell’avvocato difensore Calogera Falco, che evidenzia, però, come il suo cliente, nonostante il provvedimento sia stato adottato venerdì, ancora (almeno fino a ieri pomeriggio) non ha potuto lasciare il carcere. “E questo perché ci si deve attivare per il braccialetto elettronico, che come al solito non c’è – spiega l’avvocato Falco – E’ assurdo. E’ davvero una iniquità intollerabile”. Ma da chi dipende? “Dalle forze dell’ordine – dice il legale - che chiamano le ditte che hanno i braccialetti, ma ovviamente una volta partita la procedura bisogna solo attendere. E’ il sistema che non funziona. Il soggetto che deve essere scarcerato deve tornare a casa e poi sarà onere di chi deve attivare il dispositivo muoversi in tal senso. Non può funzionare all’inverso. E cioè che il soggetto scarcerato debba attendere il dispositivo e in assenza resta in carcere. Mi pare assurdo ed incostituzionale”.

I dodici indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nella forma aggravata. E’ stato scoperto un presunto sodalizio criminale, composto da cellule presenti sia in Tunisia sia in Italia, attivo nel trasferimento illegale di migranti tunisini dalle coste settentrionali della Tunisia con arrivo sul litorale marsalese, già a partire dall’agosto 2022. Questi viaggi, monitorati nel corso dell’indagine con sistemi di localizzazione, sarebbero stati definiti da alcuni testimoni come “viaggi Vip” in quanto organizzati tramite un servizio di trasporto rapido ed agevole e più costoso. L’organizzazione aveva come base Palermo, dove abitava l’uomo-chiave che ha portato all’arresto di 10 persone (due irreperibili).

In via Buccola nel capoluogo siciliano, vive il tunisino Montasar Bouaicha, che stava scontando una pena di 10 anni e 7 mesi ai domiciliari per traffico di migranti. Al vertice dell’organizzazione c’era il connazionale Zied Khemiri che controllava le operazioni dalla Tunisia. Aveva un ruolo anche il marsalese Vincenzo Gandolfo, di 43 anni, e l’ex poliziotto corrotto tunisino Jalel Ben Youssef che si trovava in Italia come richiedente protezione internazionale. Poi, c’era chi si occupava della logistica: acquistare i gommoni e preparare i viaggi. Tra questi, sono finiti in manette i marsalesi Vincenzo Salvatore Bilardello, di 65 anni, Roberto Pietro Arini, di 51, Claudio Di Bernardo, di 33, Antonio Salvatore Cordio, di 41, e il salemitano Baldo Augusta, di 45 anni. Infine, arrestati anche i presunti scafisti tunisini, ma residenti in Sicilia, Mohamed Walid Ben Salem e Kabil Ghribie Najib Ammar.