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31/03/2024 12:00:00

Il prezzo della democrazia

 Il prezzo della democrazia. Non si vuole narrare dei costi economici per la gestione delle istituzioni di uno stato liberale, ma di quelli etici, nell'accezione dei comportamenti 'giusti' e 'ingiusti'. L'articolo tre della Costituzione italiana stabilisce un principio fondamentale: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".


Il secondo comma dell'articolo 48 afferma:"Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico".
Uno dei valori sancito è chiaro:una persona, un voto; la democrazia si basa su una promessa di uguaglianza. La possibilità di esercitare questo diritto/dovere nel Belpaese è molteplice e sono l'elezioni: amministrative, regionali, politiche ed europee, si aggiunge il referendum. Le ultime tornate elettorali hanno dimostrato la disaffezione dei cittadini, dal 93,87% d'affluenza di quelle politiche del 1958, al 63.91 del 2022, quest'ultime ha perso il 9,03% degli aventi diritto, negli ultimi 64 anni un terzo. La disillusione dell'importanza delle urne è dovuta ad una classe politica ritenuta incapace, ma essa non è venusiana,né marziana, ma è terrestre della nostra penisola, scelta da noi. D'altronde se Casini, Calderoli, Gasparri e La Russa siedono in parlamento da più di trent'anni, PierFerdi da 41 e la donna più longeva la Casellati, quest'anno festeggia le nozze d'argento, non è per grazia ricevuta. Anche a Marsala ha le sue cariatidi: Vinci, Genna, Coppola, Sturiano. Ma questa tariffa è sopportabile, è figlia di una legittima espressione del voto. Essendo un dovere civico è sgradito l'astensionismo di chi chi non si reca ai seggi elettorali, l'alternativa esiste è scheda bianca o nulla. Ma è un prezzo della democrazia intollerabile e credetemi non è una barzelletta, quando una persona conoscente con licenza liceale classica mi disse che non avrebbe votato alle regionali con la motivazione evergreen: "non capisco niente di politica", aggiungendo "e poi mi scoccia andare a Palermo".

Vittorio Alfieri