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05/04/2024 06:43:00

Salemi al voto dopo il no al terzo mandato 

 Il terzo mandato per i sindaci dei Comuni entro i 15mila abitanti, esauriti i due mandati, doveva essere applicato anche per la Sicilia.

Non è vero che non sarebbe stato corretto cambiare le regole durante la corsa elettorale, che peraltro non è ancora nemmeno cominciata, è solo una disputa tutta interna agli equilibri del centrodestra, che hanno fatto pagare lo scotto ai cittadini, che sono gli unici ad eleggere i sindaci.

Ci aveva provato pure l’Anci Sicilia, rimasta inascoltata, a chiedere che il terzo mandato venisse introdotto in tempo utile per le amministrative di giugno. Non è mancato il tempo, è mancata la volontà.

Il decreto legge, varato dal Consiglio dei Ministri, ha di fatto rimosso il limite di mandato per i sindaci dei Comuni fino a 5.000 abitanti e previsto il terzo mandato per i sindaci dei Comuni dai 5 a 15 mila abitanti.

Niente norma recepita in Sicilia, approderà all’ARS a competizioni di giugno terminate, creando però una disparità democratica tra i cittadini del resto d’Italia e quelli della Sicilia. La conferenza dei capigruppo all’Ars, prima di Pasqua, ha deciso di non andare avanti, a volere l’approvazione, anzi l’estensione del terzo mandato anche in Sicilia, la Lega e il PD.

Dei 37 Comuni chiamati al voto l’8 e il 9 giugno ci sono 5 sindaci che sono alla fine del secondo mandato, senza la norma indicata non potranno ricandidarsi.
Lo stop, dunque, arriva per 5 sindaci siciliani, in particolare in provincia di Trapani arriva per l’uscente Domenico Venuti, sindaco di Salemi da quasi 10 anni. Una fermata forse prevedibile ma non certamente di buona politica. I cittadini hanno confermato per 10 anni Venuti alla guida del borgo di Salemi, questo è indice non solo di gradimento ma sicuramente di una Amministrazione che è stata portata avanti con criterio e consenso.

A non pensarla così gli oppositori di Venuti, forse pure dell’Amministrazione, come se la politica fosse questione di pancia, di arroganza, di saccenza.
Dalla politica alla buona amministrazione non sempre si può tenere lo stesso passo, Salemi non ha dato prova in questi mesi di attesa di avere una opposizione in grado di organizzarsi e di fronteggiare o il sindaco uscente o la maggioranza, che poi sono la stessa cosa.
Ha dato una sola prova: di sapere aspettare, come quando ci si siede in panchina in attesa di un autobus, quando oggi si viaggia in aereo.
Non c’è uno stralcio di programma dell’opposizione o di chi vorrebbe, maldestramente, entrare nel dibattito pubblico politico. Non si parla di gestionalità, di conti, di programmazione, di PNRR, di Sanità, non c’è uno stralcio di idea. Vagano come se ad un certo punto il passo falso, ammesso che ci sia, della maggioranza li faccia volare. Non si comprende se l’andamento è sussultorio o ondulatorio.
La verità è una sola: il terzo mandato a Salemi avrebbe stoppato chiunque, perché l’uscente Venuti si sarebbe probabilmente ricandidato e avrebbe vinto a mani basse, con buona pace di chi parla di stallo senza però lanciare una proposta politica concreta. Chi critica una amministrazione o un soggetto politico deve essere in grado di proporre idee alternative e candidato alternativo, altrimenti è solo un rumore di fondo ...