Salvatore Angelo, 75enne imprenditore di Salemi e fedelissimo di Matteo Messina Denaro, è stato nuovamente arrestato nell'ambito dell'operazione di oggi dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Trapani.
Secondo le indagini, Angelo, già condannato per mafia e uscito dal carcere nel 2019, era tornato in libertà per riprendere il suo ruolo al servizio di Cosa Nostra, in particolare nel settore del riciclaggio di denaro.
Al centro delle indagini c'è un tesoro milionario depositato in un conto di una filiale di Francoforte della Deutsche Bank. Il denaro sarebbe appartenuto a esponenti mafiosi palermitani sconfitti nella seconda guerra di mafia da Totò Riina. Con la morte di Riina nel 2017, questi boss sono tornati a Palermo, con l'obiettivo di recuperare i loro patrimoni mai sequestrati.
A Salvatore Angelo e al suo entourage è stato affidato il compito di recuperare una prima tranche di soldi, 12 milioni di euro, dal conto tedesco. L'operazione è stata commissionata da Michele Micalizzi, genero del boss Rosario Riccobono, e da Salvatore Marsalone, ex fedelissimo di Stefano Bontate.
Le intercettazioni disposte dalla Procura hanno svelato il piano di Angelo e dei suoi complici. Un fidato esperto del riciclaggio, Giuseppe Burrafato, ha trasferito i 12 milioni di euro dalla Deutsche Bank a un conto Hsbc sempre a Francoforte. Burrafato è stato intercettato mentre parlava di altre due operazioni di riciclaggio da 4,9 e 38 milioni di euro.
Le indagini hanno inoltre portato alla luce un incontro tra Burrafato, emissario di Angelo, e Paolo Nirta, reggente della 'ndrangheta Nirta Strangio, avvenuto in Calabria nel febbraio 2020. L'obiettivo era quello di realizzare altri affari, tra cui il cambio di un ingente quantitativo di vecchie lire.
Le intercettazioni hanno rivelato che Angelo godeva di un "nulla osta a 360 gradi", che gli permetteva di muoversi liberamente in Sicilia. Secondo la Procura, questo "nulla osta" sarebbe stato ottenuto grazie ai suoi agganci con Matteo Messina Denaro.
Salvatore Angelo è stato arrestato e posto ai domiciliari, mentre Burrafato è indagato a piede libero. Le accuse nei loro confronti sono associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.