Si chiude la pagina giudiziaria che ha visto l’ex presidente del Consiglio comunale di Petrosino, Aldo Caradonna, indagato per voto di scambio politico-mafioso nell’ambito della stessa indagine che lo scorso 21 febbraio ha visto condannati, in primo grado, in Tribunale, a Marsala, a 15 anni di carcere ciascuno il presunto mafioso Marco Buffa e l’ex consigliere comunale Michele Buffa.
Adesso, Caradonna tira un grosso sospiro di sollievo perché il giudice per le indagini preliminari di Palermo ha archiviato la sua posizione. Non andrà, dunque, neppure a processo.
E’ stato prosciolto già nella prima fase del procedimento penale. A dare la notizia è stato lo stesso Caradonna con un post sul suo profilo social e con un breve comunicato stampa. “A distanza di 13 mesi dal mio coinvolgimento nell’indagine giudiziaria – scrive - posso finalmente dirvi che il procedimento è stato archiviato e, quindi, senza la necessità di celebrare il processo. Non ho mai avuto dubbi circa l’esito di questa indagine, poiché certo della condotta che ho sempre mantenuto nella mia vita e certo della competenza della magistratura e degli organi preposti. Ci tengo a ringraziare chi mai ha dubitato della mia persona mostrandomi stima e affetto”. L’8 marzo 2023, dopo l’avviso di avviso di garanzia si dimise da presidente del Consiglio comunale di Petrosino. Anche se rimase in carica come consigliere. L’indagine sfociò negli arresti del presunto “capo decina” mafioso di Petrosino, Marco Buffa, a cui l’ordinanza fu notificata in carcere in quanto già arrestato nell’operazione antimafia “Hesperia” e con una condanna in primo grado a 16 anni per favoreggiamento della latitanza dei vertici di Cosa nostra a Mazara, e del consigliere comunale Michele Buffa, che fu posto ai domiciliari e si dimise da consigliere. I fatti contestati dall’accusa si riferiscono alle elezioni amministrative del maggio 2022, quando sia Aldo Caradonna che Michele Buffa furono eletti in Consiglio comunale con la lista “Alternativa-Insieme per Petrosino”, che sosteneva il sindaco Giacomo Anastasi, che comunque non è stato indagato