“Una Ferrari senza motore” è questa l’immagine dell’ospedale ‘Abele Ajello’ di Mazara del Vallo che Nicolò Di Giovanni ha voluto lasciare ai media presenti durante il ‘flash mob’ - organizzato dal Comitato cittadino ‘Pro Abele Ajello’ - per rendere meglio l’idea delle condizioni in cui, ancora oggi, versa il nosocomio mazarese.
“Sto notando - ha dichiarato il presidente del Comitato cittadino ai microfoni di Televallo - che la gente finalmente sta partecipando: si è resa conto che senza l'impegno dei cittadini questo ospedale è ad alto rischio perché è la politica che decide e Mazara non è ben rappresentata. Stiamo assistendo sempre di più - ha continuato Di Giovanni ex primario del reparto di cardiologia dell’ospedale mazarese ‘Abele Ajello’, adesso in pensione - ad un depauperamento del presidio ospedaliero: sono in sofferenza più reparti, quelli che sono andati via quando si è dovuto ristrutturare l’ospedale non sono tornati alcuni reparti volutamente ancora non si riattivano volutamente come la rianimazione e tutto ciò comporta che il nosocomio mazarese sia un DEA di I livello solo sulla carta, e questo i mazaresi non lo devono più tollerare e devono intervenire”.
Come previsto, nella serata del 23 aprile scorso si è svolto, davanti l'Ospedale, questo FLASH MOB organizzato dal COMITATO CITTADINO PRO ABELE AJELLO che ha fatto registrare una partecipazione numerosa e calorosa. Alla fine degli interventi, come da programma, i cittadini presenti hanno acceso le torce dei loro cellulari a significare che l'Ospedale di Mazara ha bisogno che sia fatta luce e chiarezza sul suo ruolo di DEA di 1° LIVELLO e non essere oggetto di trame oscure miranti sistematicamente a depotenziarlo.
Già nei mesi scorsi anche la sezione mazarese del Tribunale dei diritti del Malato (TdM) aveva voluto “evidenziare le criticità non solute che riguardano il nosocomio” Abele Ajello. E lo aveva reso noto attraverso un comunicato, inviato ai media locali, per ricordare a chi ha il potere di prendere decisioni in merito di non continuare a scherzare sulla pelle dei cittadini.
I REPARTI SCIPPATI - Altra nota che continua ad essere stonata è quella relativa ai reparti fantasma: una volta c’erano, sarebbero dovuti ritornare alla fine della ristrutturazione del nosocomio ma, ancora ad oggi, risultano assenti. “I reparti di oculistica, pneumologia, psichiatria” da anni “dirottati in altri nosocomi, prima della ristrutturazione dell’Abele Ajello, non sono tornati nella sede di appartenenza” sottolineano i volontari del TdM mazarese.
“OFFERTA SANITARIA MOLTO CARENTE” - “Appare evidente - continuava la nota a firma del coordinatore TdM, Natale Russo , a marzo scorso - che l’assenza di quanto descritto comporta una offerta sanitaria molto carente per i cittadini, anche con gravi patologie, che hanno diritto alle cure necessarie”.
SEGNALAZIONI RIPETUTAMENTE IGNORATE - “Le suddette segnalazioni - proseguiva la nota stampa - vengono ripetutamente rivolte dal TdM che continuamente e formalmente le segnala alle autorità competenti. Di fatto, con rammarico, si rileva che ad oggi nemmeno i problemi più urgenti sono stati risolti e non è possibile accettare i motivi burocratici che rallentano enormemente le soluzioni immediate. Si confida - concludeva Natale Russo - sempre nella buona volontà delle autorità preposte”.
GLI SCOPI DEL COMITATO ‘PRO ABELE AJELLO’ - Il gruppo di volontari nasce con un duplice scopo: 1) informare e mobilitare tutti i cittadini mazaresi, finora mantenuti volutamente all’oscuro, delle reali condizioni in cui si trova l’ospedale per prendere consapevolezza e partecipare attivamente alla sua efficienza, anziché lamentarsi inutilmente e in maniera inconcludente nel momento di bisogno; 2) evitare che l’ospedale, rinnovato completamente con circa 40 milioni di euro e sicuramente tra i più moderni ed efficienti dell’intera Sicilia, giustamente classificato DEA di 1° livello, venga depotenziato anziché essere dotato di attrezzature e reparti indispensabili senza i quali tale classificazione rimarrebbe soltanto sulla carta.
LA RIANIMAZIONE PRIORITÀ ASSOLUTA - “Ma la prima e più importante struttura da attivare - sottolinea da sempre il presidente del Comitato, Nicolò Di Giovanni - è il Reparto di Rianimazione perché: è previsto dall’Atto Aziendale (dell’Asp di Trapani n. d. a.); ci sono già attrezzature e locali idonei; ci sono le competenze e la volontà; non possiamo più accontentarci di assicurazioni sistematicamente disattese da anni, con finanziamenti che compaiono e scompaiono, mentre malati - che necessitano di terapia intensiva rianimatoria, per la carenza cronica di posti letto in provincia - vengono mandati a morire fuori provincia in solitudine e con pesanti ripercussioni sui familiari”.
Alessandro Accardo Palumbo
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