Spettabile redazione dI T24p,
Vi scrivo questa lettera per cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica verso un problema, purtoppo, ampiamente sottovalutato: quello delle ustioni da ritorno di fiamma.
Per anni ho lavorato, e continuo a farlo, in provincia di Trapani come Chirurgo Plastico, da sempre impegnato non solamente nella chirurgia estetica ma anche nella chirurgia ricostruttiva. Da ormai 3 anni presto inoltre servizio presso l'Unita Operativa di Chirurgia Plastica e Centro Grandi Ustioni dell'Ospedale Civico di Palermo, punto di riferimento, non solamente regionale ma anche nazionale, per le grandi ustioni.
Sfortunatamente, e con una certa stagionalità, assistiamo quotidianamente ad un fenomeno triste e devastante legato all'accensione della brace con alcol e altro materiale infiammabile. Decine di pazienti, infatti, vengono continuamente inviati dai punti di Pronto Soccorso di tutta Italia con terribili ustioni coinvolgenti mani, volto, braccia e ogni parte del corpo. Vengono ricoverati nella nostra terapia intensiva, sottoposti a dolorose ed estenuanti medicazioni e ad interventi chirurgici che esitano in cicatrici deturpanti sia da un punto di vista fisico che psicologico. Molto spesso siamo costretti ad eseguire le medicazioni sotto morfina o peggio in narcosi (anestesia generale) perché il dolore è talmente insopportabile che non è possibile fare diversamente.
E tutto questo spesso accade per...una bottiglia di alcol. Una semplice bottiglia di pochi euro venduta nei supermercati ed utilizzata impropriamente per accendere il fuoco delle braci può trasformare una domenica o un giorno di festa in una tragedia. Ancora più devastante è quando questi incidenti annunciati coinvolgono ignari bambini che per un puro caso si trovano nelle vicinanze. Sono episodi che segnano per sempre le vite delle vittime e dei familiari. Sono tragedie annunciate ma evitabili solo con poche accortezze.
Oggi, ero a Marsala per una piacevole domenica e mi sono imbattuto in questo: in un noto supermercato della zona viene venduto l'alcol etilico come se fosse un normale metodo di accensione delle braci. Quasi una istigazione a compiere un gesto scorretto e mortale.
Comprendo perfettamente che, con ogni probabilità, chi ha allestito questo spazio non ha pensato alle conseguenze mortali che può avere ed ha agito in incoscienza, ma occorre assolutamente sensibilizzazione l'opinione pubblica e scoraggiare questi comportamenti.
La presente non vuole essere solamente una segnalazione ma anche un invito ad una presa di coscienza.
Sarebbe utopia chiedere ed ottenere che i liquidi infiammabili non vengano più venduti nei supermercati, ma è altrettanto vero che basterebbe un presa di posizione da parte gestori per scoraggiare, magari con dei cartelli informativi, questi usi scorretti e, ripeto, mortali dell'alcol.
Sono certo e spero in un vostro benevolo e sensibile riscontro.
Cordialmente,
Dott. Carlo Melloni
Chirurgo Plastico