Domenica 19, nonostante l’acqua provvidenziale caduta dal cielo, gli escursionisti, ricercatori del noto coleottero Hoplia attilioi, si sono incontrati a Capo Feto, com’era stato programmato. Le condizioni meteo hanno indotto a rimandare la ricerca a domenica 2 giugno, ma un gruppo di partecipanti ha colto l’occasione della pioggia persistente per rimanere e verificare se l’insetto, rinvenuto ad oggi, a livello mondiale esclusivamente a Capo Feto, fosse attivo anche sotto la pioggia continua.
Il gruppo si è portato, pertanto, sul posto in cui il coleottero, il 28 maggio 1978, è stato rinvenuto per la prima volta. L’insetto, come al solito e come capita in questo periodo, nonostante l’acqua, è stato rinvenuto sul fiore di Silene celirosa e potrà essere osservato fino a quando la pianta avrà portato a termine la fioritura, a Capo Feto intorno alla seconda decade di giugno.
"Grande la soddisfazione del sig. Damiano Asaro (noto fotografo-naturalista) che al coperto non si è lasciata sfuggire l’occasione per fotografare l’Hoplia attilioi - scrive il naturalista Enzo Sciabica - . Del resto l’insetto ha attirato tanti naturalisti stranieri tra cui il prof. Giampaolo Rallo di Mestre che è stato il relatore, per conto del Ministero dell’Ambiente, per l’istituzione delle zone Ramsar del Mazarese (Capo Feto e Margi Spanò, Lago Preola e Gorghi Tondi, Pantano Leone)".
"Lasciato Capo Feto, alla Laguna di Tonnarella, oltre alla nidificazione del cavaliere d’Italia, è stato osservato e fotografato il fenomeno del marrobbio che ha portato a giorno il fondale marino compreso tra l’area lagunare e il braccio di ponente del porto. Habitat davvero straordinario costituito da rocce e vegetazione - conclude Sciabica - antica testimonianza dell’importanza naturalistica di questo tratto di mare ancor prima che, in parte, fosse trasformato in laguna".