La Sicilia sta affrontando una delle peggiori crisi idriche della sua storia, con gravi ripercussioni sull'agricoltura e sull'ambiente. Un piano infrastrutturale da 1,6 miliardi di euro è stato lanciato per affrontare la situazione, mentre i danni all'agricoltura sono stimati in 2,7 miliardi di euro. Negli invasi, l'acqua è al 25% del totale e la pioggia scarseggia, riportando l'isola ai livelli della grande siccità del 2002. Il Lago di Pergusa è ormai secco, simbolo devastante della crisi, e la situazione è paragonata a quella della Tunisia, con previsioni drammatiche per il futuro.
Un piano da 1,6 miliardi di euro
In Sicilia, la situazione di emergenza siccità ha raggiunto livelli critici, spingendo le autorità regionali a intervenire con un piano infrastrutturale da 1,6 miliardi di euro. Recentemente, sono stati stanziati 92 milioni di euro per realizzare infrastrutture idriche prioritarie, parte di un piano idrico regionale approvato dal Ministero delle Infrastrutture e integrato nel Piano nazionale per la sicurezza del settore idrico (Pnsii). Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha dichiarato che questo finanziamento iniziale permetterà di avviare opere fondamentali per affrontare la siccità e migliorare le reti di distribuzione.
Il piano, predisposto dal dipartimento dell’Agricoltura insieme all’Autorità di bacino e ad altri enti regionali, mira a prevenire la siccità, potenziare le infrastrutture e migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici. Tra gli interventi prioritari, spiccano opere di automazione e monitoraggio delle infrastrutture idropotabili e la sostituzione di condotte vitali per l'irrigazione agricola.
Danni per 2,7 miliardi all’agricoltura
La siccità ha causato danni stimati in 2,7 miliardi di euro all’agricoltura siciliana. Un quarto della produzione agricola regionale è andata persa, con gravi ripercussioni sugli agrumeti, che coprono il 60% della produzione nazionale. Coldiretti ha segnalato che la produzione di arance nella piana di Catania è già dimezzata, mentre raccolti di grano e vendemmie sono significativamente ridotti. Il presidente di Confcooperative Fedagripesca, Carlo Piccinini, ha sottolineato il paradosso delle aziende agricole che solo recentemente cercavano di contenere la produzione e ora devono affrontare drastiche perdite a causa della siccità.
Negli invasi solo il 25% di acqua
La quantità di acqua negli invasi siciliani è scesa al 25% del totale, una situazione che potrebbe peggiorare ulteriormente entro luglio. Alcune reti idriche urbane perdono fino al 50% dell'acqua, mentre altre, come quelle di alcuni comuni dell’ennese e del nisseno, hanno ridotto le perdite grazie a interventi di rifacimento. Il capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, ha illustrato un piano di interventi immediati, tra cui il riuso di pozzi abbandonati e il potenziamento delle autobotti pubbliche, con ulteriori piani a medio e lungo termine per affrontare l'emergenza.
Giugno senza pioggia
Giugno 2024 ha registrato solo 1,8 giorni di pioggia in media, con una precipitazione mensile di soli 8 mm. Questo dato riporta la Sicilia ai livelli della grande siccità del 2002. Nei 12 mesi da luglio 2023 a giugno 2024, l'accumulo medio regionale è stato di 414 mm, comparabile ai 413 mm del 2002. Il Servizio agrometeorologico siciliano ha evidenziato vaste aree del territorio regionale con deficit pluviometrico superiori a 300 mm, aggravando ulteriormente la crisi idrica.
La morte del Lago di Pergusa
Il Lago di Pergusa, uno dei principali laghi naturali della Sicilia, è ormai completamente a secco, simbolo devastante degli effetti della siccità. Un manifesto funebre affisso sui muri di Pergusa ha annunciato la "morte" del lago, un evento che ha suscitato una forte reazione politica e sociale. Il consigliere comunale Marco Greco ha criticato duramente le istituzioni per la mancanza di azioni tempestive, sollecitando un intervento immediato per salvare ciò che resta del lago.
La Sicilia come la Tunisia
La siccità in Sicilia è stata paragonata alla crisi idrica della Tunisia, con conseguenze devastanti per l'agricoltura e l'allevamento. Secondo un reportage del "Guardian", la provincia di Caltanissetta è tra le più colpite, con campi di grano sterili e animali che cercano disperatamente acqua. La Regione ha dichiarato lo stato di emergenza e ha chiesto aiuto al governo nazionale. Christian Mulder, professore di Ecologia e cambiamenti climatici all’Università di Catania, ha avvertito che entro il 2030 un terzo del territorio siciliano potrebbe diventare un deserto, comparabile alla Libia e alla Tunisia, evidenziando la cattiva gestione delle risorse idriche negli ultimi decenni.
L'emergenza incendi, che nel 2023 ha distrutto circa 700 ettari di boschi e vegetazione in Sicilia, rappresenta un ulteriore fattore aggravante. Secondo la Protezione civile, i danni ammontano a circa 60 milioni di euro. La crisi idrica in Sicilia è un problema complesso che richiede interventi immediati e pianificazioni a lungo termine per garantire la sostenibilità e la sopravvivenza dell'isola.