C’è Andrea, che ha un figlio disabile gravissimo, la moglie è morta da meno di un anno e non può lavorare per una malattia agli occhi, non vede bene.
E’ praticamente da solo ad accudire Enrico e altri due figli. C’è Rosaria, una donna forte, che da oltre 20 anni accudisce il marito, malato di sclerosi multipla, oggi in uno stato avanzato. Racconta le sofferenze e la fatica. Ci sono decine di genitori e fratelli di disabili, che dedicano tutto il loro tempo per i propri familiari. E i figli e i familiari dei pazienti affetti da Alzheimer. Tutti loro aspettano il giorno delle terapie, perchè quell’oretta scarsa nei centri convenzionati è una boccata d’ossigeno per loro ma soprattutto una speranza in più per i familiari. Aspettano che passi il pulmino, servizio offerto dal Comune di Marsala, che porti Dino, Enrico e gli altri disabili nei centri per la terapia. Ma spesso il pulmino non passa. E così salta la terapia, salta una tappa fondamentale in un percorso che serve, se non a guarire, a ritardare gli effetti devastanti di una malattia o a evitare che degeneri.
Da alcuni mesi a Marsala ci sono continui disagi, infatti, nel servizio di trasporto dei disabili. Il servizio è stato affidato dal Comune all’associazione Pantere Verdi. I mezzi sono comunali, ma hanno continuamente dei problemi. O almeno così dicono dai servizi sociali. Un po’ si fora una gomma, un po’ ci sono problemi meccanici. Nelle ultime settimane, ad esempio, c’è stato solo un pulmino, dei 5, funzionante.
I pulmini dovrebbero passare ogni giorno da casa dei pazienti e portarli nei centri per le terapie. Ci sono i centri come l’Aias, o altri ambulatori sempre privati convenzionati con la regione in cui i disabili effettuano delle sedute che vanno dai 45 minuti a seconda del tipo di trattamento.
Il servizio di trasporto che dovrebbe essere garantito dal Comune riguarda anche le persone affette da Alzheimer, che fanno terapia al centro dedicato nel vecchio ospedale San Biagio. Anche per una ventina di famiglie di persone con Alzheimer le ultime settimane sono state difficili. “Spesso non comunicano neanche che il pulmino non passerà e siamo costretti ad accompagnare noi i nostri familiari, per chi può, con tutti i disagi del caso”, racconta la figlia di un malato di Alzheimer.
Ma è così difficile riparare questi pulmini? “Dicono sempre che devono fare gare d’appalto, che non ci sono soldi”.
C’è tanta amarezza, perchè non si riescono a trovare soluzioni per un servizio essenziale per quelle famiglie che non hanno la possibilità di portare i propri familiari alle sedute di terapia. “Per molti i disabili sono delle piaghe”, dice amareggiato Andrea.
“Mio marito invece di migliorare arrugginisce sempre di più in questo modo, senza fare terapia” racconta Rosaria.
L’appello alle istituzioni: “Riparate i pulmini, è un degrado inaccettabile. Dopo tutti i sacrifici che facciamo non possiamo avere garantito il trasporto per fare le terapie, non abbiamo l’assistenza giusta per i nostri familiari. I disabili non devono mai essere gli ultimi, devono essere anzi i primi ad essere sostenuti. Invece ci sentiamo abbandonati”.
E poi c’è il nodo piscina. Perchè da quando è chiusa la piscina comunale di via Dante Alighieri è venuta a mancare una terapia importantissima per i disabili. “Ci sono delle mamme che portano i propri figli fino a Castelvetrano per fare un’ora di fisioterapia in acqua. Tutto questo è inaccettabile”.