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11/07/2024 06:00:00

A che punto è il piano della Regione contro la siccità in Sicilia

La Sicilia sta vivendo la siccità più grave dell'ultimo secolo, con una crisi che peggiora di giorno in giorno. Le temperature elevate, che hanno raggiunto i 40 gradi e prevedono picchi di 43, insieme agli invasi semi-vuoti e agli incendi, hanno creato una situazione estremamente critica. I danni all'agricoltura e all'indotto sono stimati in oltre un miliardo di euro, e la situazione delle tubature, che perdono ancora il 52% dell'acqua, aggrava ulteriormente la crisi.
Gli agricoltori, in particolare, sono in grande difficoltà, con molti raccolti già perduti. A peggiorare la situazione nella Piana di Catania, oltre alla siccità, si è aggiunta la caduta di cenere lavica dall'Etna, causando ulteriori danni alle colture.


Lo stato dei lavori
Nonostante i fondi stanziati, solo il 17,31% degli interventi del Piano anti-siccità è stato completato. Il 30,77% è in corso, il 17,31% è in fase di affidamento e il 26,92% in fase di approvazione. Il piano prevede 138 interventi, inclusi 51 per la realizzazione o l'ammodernamento delle infrastrutture. Tuttavia, per almeno il 40% dei lavori mancano ancora i progetti relativi ai circa 130 pozzi da trivellare o riattivare.
Nonostante i ritardi, le opere completate hanno già permesso un notevole incremento dell'acqua erogata. A meno di un mese dall'approvazione del piano, si è raggiunto il 50% dell'apporto aggiuntivo previsto, con un ulteriore 20% atteso entro fine luglio. Con l'approvazione degli accordi per i fondi Fsc, ulteriori 90 milioni di euro saranno disponibili per la riattivazione dei dissalatori fissi di Gela, Trapani e Porto Empedocle.

Il punto sui lavori
Durante una riunione a Palazzo d'Orléans, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha esortato tutti i soggetti coinvolti a procedere con determinazione nella realizzazione delle opere. Schifani ha evidenziato l'importanza della collaborazione tra le parti e ha sottolineato che ulteriori fondi, pari a 90 milioni di euro, saranno disponibili per la riattivazione dei dissalatori fissi di Gela, Trapani e Porto Empedocle una volta approvati gli accordi con le Regioni per i fondi Fsc.
Il dirigente generale della Protezione civile della Regione Siciliana, Salvo Cocina, ha ribadito che l'incremento dell'acqua immessa nelle reti è la risposta più significativa che si possa dare ai cittadini. Cocina ha anche menzionato un ulteriore piano da 28,6 milioni di euro, finanziato interamente dal bilancio regionale, per ulteriori interventi programmati per i prossimi mesi. A questi si aggiungono fondi per la riparazione e l'acquisto di autobotti, essenziali per rispondere prontamente alle crisi locali.

 

 


Gli interventi in provincia di Trapani
La lista delle opere completate, tutte di competenza di Siciliacque, prevede, in particolare nel Trapanese, il revamping dei pozzi Staglio a Partanna.
La stessa società entro luglio completerà il potenziamento della centrale e il revamping dei pozzi Staglio a Castelvetrano
Per quanto riguarda le opere di competenza delle Ati (Assemblea territoriale idrica) e dei Comuni, entro il 15 luglio 2024 saranno riattivati i due pozzi di Castelvetrano Agate e Ingrasciotta, con l’installazione delle opere elettromeccaniche accessorie, e il revamping del pozzo di contrada Fraginesi a Castellammare del Golfo; mentre nel capoluogo entro il 30 luglio saranno ultimati i revamping di quattro pozzi di contrada Bresciana, con un rilascio aggiuntivo in rete di circa 65 litri d’acqua al secondo e del pozzo Madonna, dove, grazie alla sostituzione della pompa di sollevamento, si potranno recuperare fino a 15 litri al secondo; entro il 31 luglio, a Calatafimi, saranno completati i lavori per il revamping di sei pozzi e dell’impianto di sollevamento nella stazione di contrada Monte Patti.

 


Problemi di igiene
La crisi idrica ha portato a gravi disagi per la popolazione, con diversi comuni senza acqua per giorni e altri che ricevono acqua solo ogni tre-quattro giorni per poche ore. Nel Trapanese, ad esempio, 800 famiglie sono rimaste senza acqua potabile per oltre 25 giorni. Gli agricoltori sono costretti a ricorrere alle autobotti, il cui costo è elevato, e vi sono preoccupazioni sulla qualità dell'acqua fornita.
Le proteste degli agricoltori
Gli agricoltori del Belìce hanno protestato contro le condizioni della rete idrica e i continui furti di attrezzature per le riparazioni. In alcuni casi, i sindaci hanno emesso ordinanze per requisire pozzi privati al fine di salvare gli allevamenti e le colture. Il sindaco di Partanna ha criticato la mancanza di interventi sulle infrastrutture idriche negli ultimi 30 anni, attribuendo gli attuali guasti a questa mancanza di programmazione.

 

 


L'allarme di Federconsumatori
Federconsumatori Sicilia ha espresso preoccupazione per la gestione dell'emergenza idrica, sottolineando che le tubature perdono oltre metà dell'acqua trasportata e che nessuno ha fatto nulla di concreto per risolvere la situazione. La crisi idrica potrebbe avere conseguenze sanitarie gravi, con autobotti che trasportano acqua non controllata. Federconsumatori ha esortato i cittadini a bollire l'acqua prima di usarla per scopi alimentari e ha chiesto un intervento immediato da parte delle autorità locali e regionali.


Attivato il C.O.C. per l’emergenza idrica ad Erice
Il Centro Operativo Comunale (C.O.C.) è stato attivato ad Erice per fronteggiare l'emergenza idrica. Durante una riunione, sono stati discussi possibili scenari e interventi da programmare per ottimizzare la risposta locale. I cittadini sono stati invitati a risparmiare l'acqua, utilizzandola solo per scopi domestici e igienico-sanitari, e a seguire le buone pratiche per il risparmio idrico pubblicate dal Comune.