Il Partito Animalista Italiano ha espresso una forte opposizione alla decisione del Presidente della Regione Siciliana di anticipare l’apertura della caccia nell’isola. In un momento in cui la Sicilia sta ancora facendo i conti con i danni provocati da una stagione estiva segnata da una grave siccità e da incendi devastanti, la scelta di autorizzare la caccia a colombacci e tortore già nei primi giorni di settembre è vista come un ulteriore attacco a un ecosistema già profondamente compromesso.
La stagione di caccia ufficiale in Sicilia è fissata per il 15 settembre, ma una speciale deroga concessa dal Presidente Schifani permette ai cacciatori di iniziare già il 2, 4, 7, 8 e 11 settembre. Questa decisione va contro il parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), che aveva raccomandato di non aprire la caccia prima dell’1 ottobre, considerando le condizioni ecologiche precarie della regione.
Patrick Battipaglia, Coordinatore regionale del Partito Animalista Italiano, ha duramente criticato questa scelta: "Una scelta, quella della pre-apertura della caccia in Sicilia, che riteniamo assolutamente sbagliata. Proprio quando si fanno i conti con i danni causati dalla siccità e dagli incendi in Sicilia, che hanno devastato diverse aree boschive, procurando una morte atroce a migliaia di animali, non ci sembra il caso di riaprire la caccia. Ciò inevitabilmente potrebbe rappresentare un colpo di grazia per le poche specie scampate agli incendi e alla siccità."
Il Partito Animalista Italiano chiede al Presidente Schifani di ripensare a questa decisione, che rischia di avere conseguenze irreparabili per la fauna selvatica siciliana. "Chiediamo al Presidente Schifani un grande atto di responsabilità con una moratoria sulla stagione venatoria in Sicilia", ha concluso Battipaglia, sottolineando l’urgenza di proteggere i delicati ecosistemi dell’isola in un momento di estrema vulnerabilità.
La polemica non sembra destinata a placarsi, con gli ambientalisti che continuano a sollevare preoccupazioni sulle possibili ricadute di una simile decisione. Intanto, l'attenzione è puntata sulla risposta che verrà data dalle autorità regionali di fronte alle pressioni per una revisione della pre-apertura della caccia.