Impennata di reati ai danni delle coste e del mare italiani: nel 2023 si è registrato un preoccupante aumento di circa il 30% negli illeciti accertati, con il cemento illegale in testa all'assalto. Il patrimonio inestimabile delle nostre coste, ricco di storia, bellezza e biodiversità, è colpito duramente, evidenziando un allarmante incremento della criminalità ambientale. 8,4 illeciti per km di costa, uno ogni 119 metri. Tra i reati più diffusi vi è quello del ciclo illegale del cemento che rappresenta il 44,7% di tutti i reati e la Sicilia si piazza terza in classifica per questo reato dietro a Campania e Puglia.
Legambiente ha presenta il nuovo report “Mare Monstrum” sull’aggressione criminale alle coste e al mare del nostro Paese alla vigilia dell’14esimo anniversario dell’uccisione di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica che ha dedicato la sua vita alla tutela del mare e delle coste del Cilento.
I dati da "codice rosso" - I dati del 2023 segnano un vero e proprio "codice rosso" per le coste e il mare italiano, sempre più sotto assedio delle illegalità. Le infrazioni ambientali sono in netta crescita: sono stati accertati 22.956 reati, con un aumento del 29,7% rispetto all'anno precedente. Considerando anche le violazioni amministrative, si arriva a una media di 8,4 illeciti per chilometro di costa, ovvero uno ogni 119 metri. Tra le infrazioni più diffuse spiccano quelle legate al ciclo illegale del cemento, che da solo rappresenta il 45% del totale dei reati accertati lo scorso anno, ma anche quelle relative ai rifiuti, al mare inquinato e alla pesca illegale. Di particolare preoccupazione è anche l'incremento delle violazioni delle normative che regolano la nautica da diporto, con 2.059 illeciti penali accertati, inclusi quelli nelle aree marine protette, che hanno registrato un aumento del 230% rispetto al 2022. Tra i reati più diffusi spicca il ciclo illegale del cemento, con 10.257 reati accertati e un aumento dell'11,2% rispetto all'anno precedente. Seguono il ciclo illegale dei rifiuti e il mare inquinato, che hanno visto un incremento del 59,3% con 6.372 reati, e la pesca illegale, che ha totalizzato 4.268 illeciti penali, in crescita dell'11,3%. Particolarmente allarmante è anche la violazione delle normative sulla nautica da diporto, con 2.059 illeciti penali accertati nel 2023, un balzo del 230% rispetto al 2022.
25mila denunce, 204 arresti - Il report "Mare Monstrum 2024" di Legambiente, fotografa un incremento allarmante degli illeciti ambientali. Nel 2023, sono state denunciate 25.545 persone, con un aumento del 43% rispetto al 2022. L'efficacia dell'azione repressiva è aumentata, con 204 arresti (+98,1%) e 4.026 sequestri (+22,8%). Un reato su due (50,3%) si concentra nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania (3.095 illeciti), Sicilia (3.061), Puglia (3.016) e Calabria (2.371). Lazio (1.529 reati) e Toscana (1.516) seguono in classifica. Per illeciti complessivi per chilometro di costa, le Marche guidano con 38,9 illeciti per km, seguite da Friuli-Venezia Giulia (31,9) e Basilicata (30,9).
Ciclo illegale del cemento: guida la Camapania, Sicilia al terzo posto - Il ciclo illegale del cemento, che include abusivismo edilizio, occupazioni illecite del demanio marittimo e cave fuorilegge, domina tra i reati più diffusi lungo le coste italiane nel 2023, rappresentando il 44,7% di tutte le infrazioni accertate con 10.257 reati (+11,1% rispetto al 2022). La Campania guida la classifica regionale con 1.531 reati, pari a quasi il 15% del totale nazionale, e un aumento del 21,4% rispetto all'anno precedente, oltre a contare 1.710 denunce. La Puglia segue con 1.442 reati e 1.546 denunce, detenendo anche il primato per il numero di controlli (62.246) e sequestri (368). La Sicilia si posiziona al terzo posto con 1.180 reati, seguita dalla Calabria con 1.046 reati (+20,1%). La Toscana è al quinto posto con 794 reati, mentre il Veneto, con 705 reati (+28,6% rispetto al 2022), supera il Lazio, che registra 617 illeciti penali. La Sardegna, che sale dal 15° al decimo posto con 406 reati (+172,5% sul 2022), è la regione con il maggior numero di arresti (7) e il più alto valore delle sanzioni, superando i 7,6 milioni di euro.
Mare inquinato - Il problema del mare inquinato si aggrava con l'aggiunta di abbandono e smaltimenti illegali di rifiuti, scarichi in mare e depurazione inefficiente, che si sommano al ciclo illegale del cemento lungo le coste italiane. La Campania si conferma al primo posto per illeciti legati a questi fenomeni, nonostante una leggera flessione rispetto al 2022 (-2,3%), con 1.047 reati che rappresentano oltre il 16% del totale nazionale. La regione detiene anche i record per persone denunciate (1.121), arresti (43), sequestri (561) e sanzioni, con un valore complessivo che supera i 108,6 milioni di euro. La Puglia segue al secondo posto con 881 reati, registrando un significativo aumento del 57,3% rispetto al 2022. La Calabria si posiziona al terzo posto con 828 illeciti penali, segnando un impressionante incremento del 140,7%. La Sicilia sale dal quinto al quarto posto con 722 reati, più del doppio rispetto all'anno precedente (+111,7%). La Sardegna compie un salto significativo dall'undicesimo al quinto posto, con 580 illeciti penali accertati e un aumento del 417,9% in un solo anno. Legambiente sottolinea che la maggior parte di questi illeciti è concentrata nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso – Campania, Puglia, Calabria e Sicilia – dove sono stati accertati 3.478 reati, pari al 54,6% del totale nazionale.
Pesca Illegale - Analizzando tutti gli illeciti, sia penali che amministrativi, in termini assoluti la Sicilia guida la classifica con 1.872 infrazioni, seguita da Puglia (1.264), Lazio (824) e Liguria (809). Nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Sicilia, Puglia, Campania e Calabria) è stato accertato il 44,7% degli illeciti complessivi. Prendendo in considerazione i dati complessivi per km di costa, al primo posto figura l’Abruzzo con circa 5,5 illeciti per km, seguito dall’Emilia-Romagna con 4,7 illeciti, dal Veneto, con 3,6 illeciti per km di costa e dal Molise, con 3 reati ed illeciti amministrativi per km di costa.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - “Anche quest’anno, a fronte dell’impegno quotidiano delle Capitanerie di porto e delle forze dell’ordine contro l’aggressione alle coste e al mare del nostro Paese, con il nostro report Mare mostrum – dichiara – ribadiamo l’esigenza di rafforzare il ruolo e le attività di competenza di tutte le istituzioni coinvolte, dai singoli Comuni alle Regioni e alle ARPA. La nostra associazione, da sempre impegnata in attività di monitoraggio e di volontariato, come quelle svolte grazie a Goletta verde, alle indagini Beach litter e alla campagna “Spiagge e fondali puliti”, avanza dieci proposte a Parlamento e Governo per tutelare in maniera più efficace lo straordinario patrimonio ambientale marino del Belpaese. Bisogna potenziare l’attività di demolizione degli immobili abusivi, e non prevedendo nuovi condoni, ammodernare e completare il sistema di fognature e depuratori, potenziare l’economia circolare e prevedere sanzioni più severe per la pesca illegale”.
Enrico Fontana, responsabile Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente - "Il ciclo illegale del cemento rappresenta la quota più significativa dei reati ambientali analizzati anche in questa edizione di Mare Monstrum, a causa, principalmente, della miriade di abusi edilizi che continuano a sfregiare l’Italia. Un fenomeno devastante per lo sviluppo sociale, ambientale ed economico dell’intero Paese, che colpisce principalmente il Sud, in particolare le regioni a tradizionale insediamento mafioso, e le aree costiere, le perle estive del Belpaese e su cui bisogna intervenire con una mano decisa e con abbattimenti non più rimandabili. L’abusivismo edilizio lungo le coste, inoltre, fa da moltiplicatore dei fenomeni d’inquinamento, a causa degli scarichi diretti in mare degli immobili costruiti illegalmente”.
10 Proposte di Legambiente dal Report Mare Monstrum 2024 - 1) Ripristino dell’Efficacia dell’Art. 10bis: Modificare, se necessario, l’art. 10bis della legge 120/2020 per garantire l’esecuzione delle ordinanze di demolizione delle costruzioni abusive da parte dei Prefetti, qualora i Comuni non adempiano. 2) Finanziamenti per Demolizioni e Esecuzione Sentenze: Allocare 100 milioni di euro annuali per il Fondo di rotazione a favore dei Comuni per demolizioni e 50 milioni per l’esecuzione delle sentenze di condanna in materia di abusivismo edilizio. 3) Contrasto alle Occupazioni Abusive del Demanio Marittimo: Rafforzare le misure contro le occupazioni abusive del demanio marittimo per ripristinare la legalità e tutelare l’integrità ambientale. 4) Sanzioni per Dirigenti e Funzionari: Introdurre sanzioni penali per i dirigenti comunali che non adottano provvedimenti contro l’abusivismo edilizio e per i funzionari che stipulano contratti con proprietari di immobili illegali. 5) Adeguamento dei Sistemi Fognari e di Depurazione: Investire nella costruzione, adeguamento e gestione dei sistemi fognari e di depurazione, integrando il ciclo idrico e quello dei rifiuti. 6) Efficienza nella Depurazione delle Acque Reflue: Valorizzare le acque reflue come risorsa e permettere il loro riutilizzo in settori strategici, accelerando l’approvazione del decreto per la regolamentazione del riutilizzo. 7) Attuazione della Direttiva 2019/883 e Regolamentazione Scarichi Marini: Applicare la Direttiva 2019/883 sui rifiuti delle navi e regolamentare rigorosamente lo scarico in mare di rifiuti liquidi, creando zone di divieto di scarico anche oltre le 12 miglia dalla costa. 8) Prevenzione e Lotta all’Abbandono dei Rifiuti: Promuovere misure per prevenire la produzione di rifiuti e combattere l’abbandono e la dispersione dei rifiuti per una migliore tutela del mare e della costa. 9) Miglioramento dei Controlli Ambientali: Potenziare i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale nel Sistema Nazionale di protezione ambientale (SNPA), completando la riforma prevista dalla legge 132/2016. 10) Normative e Sanzioni contro la Pesca Illegale: Adottare interventi normativi e sanzioni efficaci contro la pesca illegale per garantire la protezione delle specie marine e dell’ecosistema marino