Si mescolano le carte nella Sanità siciliana, il presidente della Regione, Renato Schifani, potrebbe sostituire l’attuale assessora Giovanna Volo ma pure Salvatore Iacolino, alla pianificazione strategica.
A breve dovrà essere sostituito Salvatore Requirez, attuale dirigente generale del dipartimento Attività sanitarie, andrà in pensione a partire da gennaio 2025.
Le ultime dichiarazioni poi di Schifani sulle nomine, che ha definito “balletto inqualificabile”, pare fossero indirizzate direttamente a Iacolino.
La casella della Sanità andrebbe occupata da esponenti forzisti della Sicilia orientale, il nome che in questo momento si fa è quello di Bernadette Grasso, vicina a Marco Falcone ma pure ad Edy Tamajo, attuale assessore alle Attività produttive.
Pochi parlano di Simona Vicari, già sindaco di Cefalù, nel 2016 Sottosegretario di Stato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. È stata Sottosegretario di Stato del Ministero dello Sviluppo Economico nel Governo Letta, confermata in tale incarico nel Governo Renzi e nel Governo Gentiloni. Oggi è consulente del governatore Schifani per l’Energia e i Trasporti, ed è anche il suo nome che si spende per l’assessorato alla Salute.
Intanto non si placa l’opposizione, Mario Giambona, vice-presidente del Pd all’Ars, ha parlato di anomalie sulle nomine: “La responsabilità di questa situazione è di Schifani che ha creato un sistema che si fonda su equilibri politici che non tengono conto delle effettive capacità manageriali che servono per gestire un sistema così complesso come la sanità. Basti pensare al caso Iacolino, sul quale la stessa maggioranza di governo nutre seri dubbi sulla legittimità dell’incarico di dirigente generale che gli è stato affidato dal governo regionale. Quella di ieri è stata una giornata intensa in cui l’ennesima assenza del presidente della Regione rende più grave e sconcertante il fatto che dopo mesi di balletti politici si parli ancora dell’assegnazione dei ruoli apicali della sanità”.
Le criticità della Sanità, che certamente vengono da lontano, sono pure legate alle ultime aggressioni nei presidi ospedalieri.
Una minaccia per la sicurezza degli operatori, dei medici ma pure degli altri utenti. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a margine dell’incontro con le rappresentanze degli operatori sanitari sul tema delle violenze contro medici e infermieri ha dichiarato: “Noi siamo interventi da subito su questo problema annoso della sanità italiana. Lo scorso anno nel decreto Bollette abbiamo aumentato le pene per chi commette violenze e abbiamo anche istituito la procedibilità d’ufficio, ma non è più sufficiente. Ci siamo confrontati con il ministro Nordio e in questo momento riteniamo che lo strumento più utile per cercare di combattere questo fenomeno inaccettabile è di introdurre sempre l’arresto in flagranza di reato anche differita”.