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11/10/2024 06:08:00

   Sul discorso del ministro Giuli per illustrare le linee programmatiche del suo dicastero

 di Katia Regina

Un tentativo totalmente sbagliato per apparire colto. Il commento di un caro amico studioso che, sui libri, ha speso e spende la sua esistenza.

Ho chiesto a lui un parere sul discorso del neo Ministro della cultura Alessandro Giuli, tenutosi alla sala del Mappamondo di Montecitorio, per illustrare le linee programmatiche per la guida del ministero.

Ho temuto di non essere all'altezza della complessità di alcuni passaggi, la dialettica hegeliana non l'ho mai compresa fino in fondo, come del resto lo stesso ministro, a quanto pare, solo che io evito di citarla per non incartarmi in ragionamenti astrusi come questo: “Di fronte a questo cambiamento di paradigma la quarta rivoluzione epocale della storia delineante una ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale, il rischio che si corre è duplice e speculare: l’entusiasmo passivo che rimuove i pericoli della ipertecnologicizzazione e, per converso, l’apocalittismo difensivo che rimpiange un’immagine del mondo trascorsa impugnando una ideologia della crisi che si percepisce come processo alla tecnica e al futuro. intese come una minaccia”.

E badate bene, il mio sgomento è stato lo stesso di molti dei deputati presenti, qualcuno più mattacchione ha pure dichiarato che si aspettava, a un certo punto, uno scappellamento a destra in stile Amici miei.

Insomma, il contesto era completamente inadatto per leggere, senza alzare la testa, una sorta di trattato sulla rivoluzione permanente dell'infosfera globale anziché chiarire, più banalmente, cosa intendesse fare da Ministro della cultura.

Si sarà confuso, visto il doppio ruolo da laureando in filosofia. Si definisce uno studioso appassionato di riti religiosi, la sua tesi di laurea triennale sarà su Costantino. Ecco dunque la sua specialità, perfettamente in linea con un governo che mette Dio al primo posto nello slogan ufficiale.

Vediamo ora in che cosa si è distinto in passato in ambito culturale Alessandro Giuli. Il suo curriculum ci dice che è un giornalista professionista dal 2004, notevoli le collaborazioni con importanti testate giornalistiche, autore e conduttore di diversi programmi televisivi e radiofonici, si è mosso in ambiti culturali di destra anche estrema, ha dunque le carte in regola per proseguire il lavoro di spoils system messo in atto dal governo per neutralizzare la fantomatica egemonia culturale di sinistra.

Nel suo curriculum, stranamente, non viene citata la nomina a presidente della fondazione MAXXI nel 2022. Ma la cosa più strana ancora è quanto dichiarato alla voce titoli di studio, competenze etc. si legge: - Studi Filosofici alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma [ha sostenuto l’intero ciclo di esami (30/30) senza discutere la Tesi di Laurea] ma se aveva sostenuto l'intero ciclo di esami, come mai ha appena dato l'ultimo esame proprio qualche giorno addietro? Mah! Sapiddru, avrebbe detto mia nonna.

Per conoscere meglio il ministro Giuli potete cercare su Raiplay il programma, passato completamente inosservato, Vitalia, un viaggio nel passato alla scoperta delle radici culturali italiche, che configura, ma noi speriamo di no, l'idea di trasformare le bellezze italiane in una sorta di parco a tema: rune, druidi, icone russe, divinità pagane, tolkien, esoterismo... Ecco un assaggio.