Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
11/10/2024 06:00:00

Il caos Italia Viva in Sicilia. I renziani in cerca di visibilità

Non si tratta di un semplice teatrino politico, come alcuni potrebbero suggerire, ma di una mossa ben calcolata da parte di Italia Viva per ritagliarsi uno spazio nel panorama politico regionale siciliano. Dopo mesi di silenzio, soprattutto in seguito alla debacle alle elezioni europee, i renziani sono tornati a far parlare di sé. Nonostante i 210.000 voti ottenuti da Matteo Renzi, il resto della lista ha mostrato risultati deludenti, segnando un calo di rilevanza per il partito.

Prendendo di mira il Presidente della Regione, Renato Schifani, Italia Viva ha sollevato un polverone all'interno della giunta palermitana. Ma cosa si nasconde dietro queste manovre? Il consigliere comunale Dario Chinnici e l'assessore Totò Orlando, pur non portando una tessera di partito, dialogano attivamente con Davide Faraone, leader di Italia Viva in Sicilia. Nonostante la mancanza di una rappresentanza ufficiale del partito, entrambi hanno sostenuto i candidati renziani alle recenti elezioni europee, confermando un legame politico evidente.

Queste manovre mirano forse a creare uno spazio per una candidatura riformista, che non si schiererebbe né con il Partito Democratico, né con il Movimento 5 Stelle, né tanto meno con il centrodestra, ma che potrebbe tentare di dividerlo. Faraone intrattiene rapporti con figure influenti come Raffaele Lombardo, Gianfranco Miccichè e Giorgio Mulè, tutti poco inclini a sostenere Schifani. Inoltre, Faraone mantiene un dialogo aperto con Cateno De Luca, leader di "Sud chiama Nord".

 

 

Tuttavia, la domanda rimane: c’è davvero spazio per una candidatura riformista in Sicilia? E con quali voti? I numeri di Italia Viva sembrano insufficienti per una sfida su scala regionale, data la carenza di una classe dirigente radicata e di nomi capaci di attrarre l'elettorato. Spaccare il centrodestra appare un'impresa ardua, come ha ricordato lo stesso Lombardo, pur non avendo rapporti idilliaci con Schifani.

Nel frattempo, sembra che a Palermo si stia mettendo da parte l'ipotesi di un rimpasto o azzeramento della giunta. Il presidente Schifani ha infatti elogiato la compattezza del centrodestra, affermando: “Ammesso che sia vera l’espressione di volere azzerare la giunta di Palermo, ritengo che le soluzioni nell’interesse della politica ma soprattutto dei cittadini non si trovano con ultimatum. Intrattengo corretti rapporti istituzionali con il sindaco Lagalla, come con tutte le amministrazioni, anche di colore politico diverso. Apprezzo la compattezza dimostrata dalla coalizione e la posizione assunta da Forza Italia contro gli attacchi scomposti nei miei confronti.”

Più severo è stato Marco Intravaia, deputato regionale di Forza Italia, che ha dichiarato: “Mi chiedo se il Davide Faraone che continua a ripetere sempre le stesse cose sia lo stesso che fino a giugno scorso scriveva al presidente Schifani, sollecitando un incontro per discutere di possibili alleanze. Se non è un sosia, dovrebbe spiegare ai cittadini i motivi del suo cambio di rotta. Forse pensa di trasformare polemiche strumentali e show contro il presidente in segni di vitalità politica. Ma ci vuole ben altro per contribuire costruttivamente al dibattito politico.”

Italia Viva, dunque, è tornata al centro della scena, ma resta da vedere se le sue mosse politiche porteranno a un reale cambiamento o se si tratta solo di una ricerca di visibilità.