C’è la volontà delle parti politiche di maggioranza regionale che governano per l’approvazione, all’ARS, della legge che prevede il ritorno delle Province con elezioni di primo livello.
Qualche malumore lo ha manifestato Marco Falcone, eurodeputato di Forza Italia, a cui poi ha risposto pure Totò Cuffaro, fautore del ritorno al voto diretto fin dalla prima ora: “Leggo il variegato coro dei partiti delle opposizioni, e non solo, sulla contrarietà al disegno di legge presentato dai capigruppo di maggioranza adducendo motivi tecnici regolamentari d’aula o rischi di incostituzionalità della norma. Ricordo a me stesso che in materia di ordinamento degli enti locali la Regione Siciliana ha potestà legislativa esclusiva”.
Poi l’appello ai partiti: “Ma oggi, al di là delle dispute regolamentari e senza nascondersi, i partiti dicano se vogliono rilanciare in termini consapevoli sul valore dell'autonomia regionale e sulla reintroduzione della Province, ridando la parola ai cittadini elettori. Se come tutti affermiamo sono un attento presidio del territorio ed una utile presenza di monitoraggio ambientale di viabilità e delle scuole allora torniamo a dare alle Province un’anima e non sterilizziamole con sistemi elettorali di secondo livello distanti dal garantire l'espressione delle reali esigenze dei cittadini”.
Il sindaco di Misterbianco Marco Corsaro, componente del direttivo Anci Sicilia, intervenendo sull'ipotesi di reintroduzione dell'elezione diretta nelle ex Province siciliane, parla di lacerazioni e disorientamento: “Da sindaco, guardo con perplessità a un iter legislativo che non sembra seguire una virtuosa logica di riforma e rafforzamento del governo locale, ma solo la convenienza elettorale o partitica. I cittadini, invece, chiedono alla politica più autorevolezza e coraggio. Le riforme si fanno con una visione in testa, non per il calcolo politico del momento. Le elezioni provinciali - prosegue l'esponente Anci - devono servire a rimettere in piedi gli Enti di Area vasta, non ad altro”
Pronti a fare le barricate sono gli esponenti del Pd siciliano, ad annunciarlo il segretario regionale Anthony Barbagallo. Proposta irricevibile per gli esponenti dem, per loro ci sarebbe una chiara violazione dello Statuto siciliano.
In Aula il loro voto dunque dovrebbe essere contrario, tranne che il centrodestra nazionale, dunque il Parlamento, non modifichi la legge Delrio.
Il testo intanto è stato depositato, il termine per gli eventuali emendamenti è previsto entro lunedì alle ore 13, mentre martedì dalle ore 10 si procederà all’esame e al voto in commissione Affari Istituzionali presieduta. Infine il ddl arriverà all’ARS, il voto si prevede entro entro la prima decade di novembre.
Nei sette articoli che compongono il testo ce ne è una che chi ricoprirà la carica di assessore non potrà al contempo rimanere nel Consiglio dei Liberi Consorzi.
Il testo è stato firmato dai capigruppo Stefano Pellegrino (Forza Italia), Marianna Caronia (Lega), Carmelo Pace (DC), Giuseppe Castiglione (MpA) e Giorgio Assenza (FdI).
Assenza garantisce che“Da Roma è arrivata un’accelerazione, fissando una road map per abrogare la legge Delrio entro la fine del 2025, votando in tutte le Province d’Italia entro il 2026. Qui in Sicilia, avendo competenze proprie sulla materia, possiamo dare un’ulteriore accelerazione andando a votare nel 2025. Non c’è ragione di un’impugnativa da parte del Governo Nazionale, posto che c’è questa volontà a Roma. Il ddl è molto più snello di quello di prima. Riprende l’architettura del vecchio sistema, riducendo il numero di consiglieri ed assessori provinciali. Si semplifica la macchina amministrativa”.