Ci sono molti nomi noti del panorama criminale tra Marsala e Mazara nell'operazione antimafia di oggi. Tra questi spiccano i nomi di Domenico e Pietro Centonze, cugini e figure chiave nel mandamento mafioso locale, sono accusati di gravi reati nell’ambito dell'inchiesta che ha smantellato la cosca mafiosa di Mazara del Vallo.
Ruolo nell’organizzazione mafiosa
Secondo quanto emerso dalle indagini i Centonze sarebbero stati coinvolti nell’associazione mafiosa Cosa Nostra, con l’obiettivo di consolidare il controllo territoriale ed economico, in particolare attraverso la gestione illecita delle risorse agricole nella contrada Grinesti. Attraverso minacce e intimidazioni, costringevano allevatori a cedere i loro terreni.
Episodi di estorsione e intimidazione
Le intercettazioni mostrano i Centonze pianificare l’allontanamento forzato degli allevatori, imponendo pagamenti o abbandoni dei terreni. Un allevatore ha raccontato di minacce di violenza fisica e danni economici qualora non avesse accettato le loro condizioni.
Uso di armi e intercettazioni
I cugini Centonze erano soliti detenere armi da fuoco per consolidare il loro potere. Le intercettazioni rivelano piani per intimidire allevatori e discutere la gestione delle aree di pascolo, rafforzando le accuse a loro carico.
I precedenti
Domenico e Pietro Centonze, nel corso degli anni, sono stati coinvolti in diverse vicende giudiziarie. Ecco le principali.
Domenico Centonze:
Pietro Centonze:
- Duplice Omicidio del 2015: Come accennato, Pietro è stato accusato insieme al cugino Domenico dell'omicidio dei due tunisini nel 2015. Dopo la condanna in primo grado, è stato assolto in appello, con la sentenza divenuta definitiva.
Entrambi i cugini Centonze hanno avuto significativi precedenti penali legati ad attività mafiose e reati gravi nel territorio siciliano, con alcune condanne poi revocate in sede di appello.