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29/01/2025 10:57:00

Operazione antimafia a Palermo: 19 arresti, sequestrati beni per 10 milioni di euro

Maxi blitz antimafia a Palermo. Diciannove persone sono state arrestate questa mattina dalla Polizia, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia. L’operazione ha portato 17 indagati in carcere e due agli arresti domiciliari, con accuse che vanno dall’associazione mafiosa all’estorsione aggravata, fino all’intestazione fittizia di beni.
L’inchiesta ha colpito il mandamento di Uditore-Passo di Rigano, coinvolgendo anche esponenti dell’ala corleonese di Cosa Nostra, alcuni dei quali erano stati recentemente scarcerati. Inoltre, sono stati sequestrati beni per un valore di circa 10 milioni di euro.

I boss scarcerati e la riorganizzazione di Cosa Nostra

Tra gli arrestati c’è il boss Franco Bonura (nella foto) che dopo la scarcerazione avrebbe lavorato per ricostruire la rete di Cosa Nostra, consolidando il proprio potere e controllando il settore edilizio all’interno del mandamento. L’indagine ha rivelato che alcuni degli ex detenuti, appena tornati in libertà, hanno subito cercato di rafforzare i propri legami con esponenti politici e imprenditoriali.

Arrestati anche Agostino Sansone e Girolamo Buscemi, altri due nomi noti negli ambienti mafiosi, entrambi legati alla vecchia guardia corleonese.

Affari, estorsioni e il controllo dell’edilizia
L’operazione ha evidenziato come l’organizzazione mafiosa controllasse l’economia locale, in particolare nel settore dell’edilizia, favorendo gli imprenditori compiacenti e imponendo estorsioni.

Le indagini hanno anche documentato incontri riservati tra esponenti mafiosi e alcuni esponenti del mondo politico e imprenditoriale in locali e fondi agricoli dell’area di Passo di Rigano.

Il sequestro della discoteca Notr3

Tra i beni sequestrati c’è la discoteca Notr3, nota alle cronache perché proprio qui, nel dicembre 2023, si verificò l’omicidio di Rosolino Celesia, ucciso dopo una lite all’interno del locale. Secondo gli inquirenti, il locale era riconducibile alla famiglia Sansone, legata storicamente a Cosa Nostra.

Il blitz e il contrasto alla riorganizzazione mafiosa

L’operazione di oggi conferma come Cosa Nostra cerchi di riorganizzarsi dopo le scarcerazioni di alcuni boss, puntando ancora una volta a controllare il territorio e i settori economici strategici.

L’inchiesta della DDA di Palermo, che si inserisce in un filone investigativo più ampio, è stata fondamentale per interrompere la ripresa di vecchi equilibri mafiosi, dimostrando come le cosche stessero rafforzando la propria presenza nell’imprenditoria palermitana.