Della chiusura dell’ufficio postale della via Rocche San Leonardo ci siamo già occupati a metà ottobre dello scorso anno.
Dopo oltre tre mesi, il vasto bacino di utenti, compresi tra l’area del nuovo centro di espansione, il popoloso quartiere dei cappuccini e gran parte della parte bassa del paese, continua ad essere privato di un servizio essenziale.
Nei giorni successivi alla sua chiusura, venne assicurato dall’Amministrazione comunale che si trattava di una disfunzione momentanea, provvisoria, e che si sarebbe tornati alla normalità dopo pochi giorni, giusto il tempo necessario per attrezzare i nuovi locali che, si precisò, sarebbero già stati individuati dalle parti della via Alberto Favara.
Sono trascorsi oltre tre mesi, e ancora nulla di fatto.
Si rischia ancora una volta di trasformare il “temporaneo†in definitivo, secondo un’antica consuetudine tutta sicula. Nelle piccole come nelle grandi cose: dai marciapiedi mai sistemati a norma, alle scale mobili messe in movimento solo alla vigilia delle votazioni.
Della inquietante questione delle Poste ritorna a interessarsi ancora una volta la consigliera comunale di opposizione Giuseppina Spagnolo, e non si capisce perché l’argomento venga affrontato anche da altri componenti del Consiglio comunale.
La Capogruppo di “Scrusciuâ€, con una interrogazione rivolta al sindaco, nel richiedere chiarimenti ha proposto l’ipotesi di una soluzione temporanea, tenuto conto soprattutto del fatto che i residenti della Nuova Zona e del quartiere Cappuccini subiscono gravi disagi a causa della mancanza di un servizio essenziale, particolarmente necessario per gli anziani e per coloro che non dispongono di mezzi propri.
“Sebbene il Comune non abbia un controllo diretto su Poste Italiane S.p.A.- sottolinea Spagnolo, è doveroso che l’Amministrazione Comunale avvii un confronto con l’azienda per rappresentare le esigenze della comunità e proporre soluzioni immediate e concreteâ€.
La consigliera ha chiesto inoltre “quali risposte siano state ricevute da Poste Italiane S.p.A. a seguito della sua prima interrogazione e quali azioni documentabili l’Amministrazione Comunale abbia intrapreso per ottenere informazioni sulla riapertura dell’ufficio postale o sull’eventuale adozione di soluzioni temporanee, se abbia sollecitato l’installazione di uno sportello automatico (ATM) nella Nuova Zona del paese per garantire almeno un servizio minimo ai residenti; e esistano piani concreti e tempi definiti, da parte di Poste Italiane, per la riapertura dell’ufficio postale o per l’attuazione di soluzioni alternative. In caso di mancata risposta entro 10 giorni dalla ricezione della presente, mi vedrò costretta ad avviare una mobilitazione pubblica per rappresentare le necessità della cittadinanza e garantire il diritto a servizi essenziali.â€
In occasione di chiusure temporanee avvenute in altri comuni, per evitare gli ovvi disagi a cui vanno incontro gli utenti, i responsabili delle poste sono ricorsi ai cosiddetti “sportelli mobiliâ€.
A Salemi, invece, regna un incomprensibile silenzio, non viene prospettata una soluzione, non diciamo rapida, ma almeno rispettosa della numerosa popolazione privata di un servizio essenziale.
Diciamolo chiaramente. Il timore è che la situazione attuale possa essere il preludio a una chiusura definitiva facendo venire meno un presidio fondamentale per i cittadini, soprattutto per i più anziani.
Per fugare un’ipotesi del genere, l’amministrazione comunale dovrebbe attivarsi e collaborare con l’azienda e in ogni caso fare chiarezza sulla questione.
Franco Ciro Lo Re