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23/02/2025 06:00:00

 Salemi: acqua color del vino nelle case del quartiere ‘Favaredda’

In principio fu l’acqua. Fresca e cristallina. Una molecola di due atomi di idrogeno e uno di ossigeno. Una semplice formula, H2O, che impariamo sin da bambini. Un composto che alla vista si presenta incolore, insapore e inodore. Un legame semplice ma inalterabile. Quando una di queste caratteristiche e’ assente e’ il segnale che qualcosa non va per il verso giusto.

E’ cio’ che accade alla “Favaredda”, il quartiere più piccolo della citta’ che si trova ad est, all’ingresso di Salemi salendo dall’autostrada. Non occorre essere un tecnico per capire che l’acqua che fuoriesce dai rubinetti delle abitazioni non possiede i requisiti per essere classificata idonea al consumo umano, a cominciare dal colore.

Ricordando che l’acqua è il liquido incolore per antonomasia, quella di cui stiamo parlando invece ci fa pensare a quello di un vino andato a male, per non citare altri tipi di liquido organici maleodoranti. Smentendo clamorosamente oltre che la chimica anche quanto diceva Eraclito che “dall’acqua nasce l’anima” ! A questo punto c’e’ da precisare un dettaglio di non poco conto e che fa la differenza tra una società civile e una in via di sviluppo.

E’ abbastanza noto che a Salemi, come nel resto dell’Isola tutta (tranne rarissime eccezioni), l’acqua che arriva nelle abitazioni non e’ mai diretta.
Non essendo erogata tutti i giorni, ma secondo una turnazione variabile si e’ reso necessario dotare i fabbricati di una vasca di accumulo, dalla quale poi, tramite un autoclave (che consuma energia elettrica), il prezioso liquido arriva finalmente ai rubinetti degli appartamenti. Mentre dalle parti del centro storico si e’ricorso all’installazione di serbatoi in polietilene che tanto estetici non appaiono.

Ebbene, il signor Stefano Errante, non possedendo una vasca idrica, non e’ tra i “fortunati” che possono “depurare” l’acqua sporca facendola decantare (una sorta di casalinga “decantazione primaria”, come la chiamano i tecnici), grazie alla quale i materiali estranei precipitano lentamente verso il fondo della vasca. Un sistema “fai da te” che rende il liquido idoneo al consumo umano?

La foto che pubblichiamo, che piu’ eloquente non potrebbe essere, mostra un campione d’acqua uscita, nel corso di questa settimana, dal rubinetto di casa del signor Errant , che e’ tra i firmatari della segnalazione avanzata nel settembre dello scorso anno al sindaco Vito Scalisi e all’assessore alla manutenzione Pietro Crimi e, per la precisione, assunta al protocollo il 19 settembre del 2024.

Nei giorni scorsi i residenti del quartiere ce ne hanno inviato una copia, precisando di non avere ricevuto un riscontro e che nulla e’ cambiato da quella dal settembre 2024 e che gia’ allora scrivevano che il problema era stato precedentemente piu’ volte segnalato agli amministratori comunali.
Nell’esposto veniva anche segnalata l’esistenza di una fognatura a cielo aperto, in corrispondenza del fabbricato contrassegnato dal numero civico 247 della via Alberto Favara, da cui si diffondono maleodoranti effluvi che s’infiltrano all’interno delle adiacenti abitazioni rendendo la vita quotidiana insopportabile, specialmente nei periodi di estivi quando imperversa il caldo torrido.

Uno dei firmatari, infine, ci ha chiesto di segnalare un altro grave inconveniente di non poco conto, che, in questo stesso tratto di strada, si verifica puntualmente in occasione di intense piogge. L’acqua piovana invece di defluire nella cunetta di scolo, va a finire dentro le case a causa, forse, della deformazione del manto stradale. Una volta, acqua e fango invasero la chiesetta della Madonna degli Abbandonati.

A proposito del nome di questa Madonna, tempo fa tra i cultori di storia cittadina si fu una polemica sul significato da dare al termine “Abbandonati”.
Ci fu chi sostenne che fosse la zona dove i viandanti erano costretti in quarantena prima di entrare a Salemi e chi invece il luogo dei “bambini abbandonati”. La prima ci sembra un’ipotesi storicamente non comprovata, non trovandosi esempi simili in altri paesi siciliani, mentre il riferimento ai bambini abbandonati ci sembra essere piu’ attendibile. Ma una cosa e’ certa. Non vorremmo invece che si trattasse di una sconfortante allusione di un abbandono da parte delle Istituzioni a cui sarebbero “condannati” gli abitanti di questo quartiere.

Franco Ciro Lo Re

APPENA UN MOMENTO PRIMA DI INVIARE L’ARTICOLO IN REDAZIONE ABBIAMO RICEVUTO LA RISPOSTA DA PARTE DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE CHE PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE A BENDEFICIO DEI CITTADINI AUTORI DELL’ESPOSTO E RESIDENTI NELLA PARTE FINALE DI VIA ALBERTO FAVARA:

1) In merito ai problemi relativi alla condotta idrica di via Alberto Favara: si tratta di un problema che risale al periodo in cui furono realizzati degli interventi sulla viabilità della zona. Non si tratta, come ipotizzato erroneamente nella segnalazione, di "allacciamenti al tubo che serviva per scaricare la linea di tutta via Alberto Favara", ma di inconvenienti sorti con la risistemazione dell'impianto.
Nonostante la rete idrica sia di pertinenza dell'Eas, il Comune, come accade da anni, si sostituisce all'Ente e anche in questo caso sta cercando una soluzione per risolvere i problemi dei cittadini. Per questo motivo gli uffici comunali avranno presto un incontro con l'azienda che effettuò i lavori, per cercare di individuare la soluzione migliore.

2) In merito alla segnalazione riguardante la fognatura: per cercare di capire dove sia il problema, e soprattutto quale sia la causa che ha dato origine a questa situazione, gli uffici comunali intendono effettuare una ispezione sul posto.