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23/02/2025 06:00:00

Guaiana condannato per diffamazione: la storia e la sentenza
 

Giuseppe Guaiana, attuale consigliere comunale eletto nella lista "Amo Trapani", è stato condannato per diffamazione ai danni di Tiziana Coppola. Il Giudice di Pace di Trapani, Marco D'Alessandro, lo ha condannato a 300 euro di multa, al risarcimento dei danni alla Coppola quantificati in 1.000 euro, e alla rifusione delle spese legali, pari a 1.900 euro oltre accessori di legge. La sentenza  riguarda fatti avvenuti nel 2019, quando Guaiana era stato eletto presidente del consiglio nella prima sindacatura di Giacomo Tranchida.  

Il "Patto Civico" e la mancata elezione di Tiziana Coppola

La vicenda trae origine dalla tornata elettorale del 2018, quando le liste a sostegno di Tranchida stipularono un "Patto Civico di Governo". Questo accordo prevedeva, tra l'altro, l'obbligo per i candidati di presentare il certificato del casellario giudiziale e l'impegno a dimettersi dalla carica di consigliere in caso di nomina ad assessore, per favorire l'ingresso dei primi dei non eletti. Tiziana Coppola, candidata nella lista "Amo Trapani", non entrò in Consiglio, ma fu la prima dei non eletti.  

Nel giugno 2019, durante una riunione di maggioranza, Guaiana avrebbe fatto riferimento a presunti guai giudiziari della Coppola, sostenendo che non si dovesse procedere allo scorrimento della lista per "opportunità politica". La notizia fu appresa dalla Coppola, come da lei dichiarato in udienza: "guardando il notiziario, ho appreso che la sera precedente, durante una riunione di maggioranza, era stato detto che Guaiana avrebbe riferito al resto del gruppo che non si potesse fare scorrere la lista poiché vi erano gravi indizi di reato non meglio precisati a mio carico. Ame si gelò il sangue".  

Le testimonianze e il ruolo chiave di Giuseppe Lipari

Il marito della Coppola, Vito Buscaino, confermò la versione della moglie, aggiungendo che la notizia dei presunti procedimenti giudiziari a carico suo e della moglie era stata diffusa da un giornalista. Il sindaco Tranchida, sentito in udienza, dichiarò di non ricordare se Guaiana gli avesse riferito delle pendenze giudiziarie della Coppola.  

Anche il consigliere Daidone, sentito in udienza, riferì di avere appreso genericamente di queste vicende giudiziarie. Daidone confermò l'esistenza dell'accordo preelettorale sullo scorrimento delle liste e sottolineò che il caso della Coppola fu l'unico in cui non venne rispettato.  

Il teste chiave del processo risultò essere il consigliere Lipari, il quale, pur dichiarando di non ricordare con precisione i fatti, in sede di sommarie informazioni testimoniali rese nel 2021 aveva riferito circostanze decisive. Lipari aveva dichiarato che Guaiana aveva invitato i presenti a prendere visione di un fascicolo sulla Coppola presente nello studio di un avvocato, facendo allusioni a procedimenti penali a suo carico.  

"Sicuramente Giuseppe Guaiana ha utilizzato toni che avvolgevano Tiziana Coppola in un'alea di negatività, minandone l'integrità e facendo sorgere dubbi, a chi come me non la conosceva, sul decoro della persona", aveva dichiarato Lipari.  

La sentenza e le ripercussioni politiche

Il Giudice di Pace ha ritenuto provata la condotta di Guaiana, condannandolo per il reato di diffamazione. La diffusione della notizia dei presunti guai giudiziari della Coppola, poi smentita dai certificati dei carichi pendenti, ha causato "l'umiliazione dalla stessa subita per essere stata additata urbi et orbi come indagata e quindi esclusa dall'accordo preelettorale di scorrimento delle liste".