Coinvolti nel progetto, coordinato dal dottore Vincenzo Caico, Dirigente Medico incaricato di Educazione Alimentare dell’A.U.S.L. n.9, i bambini e gli insegnanti del Primo Circolo Didattico di Trapani, dell’Istituto Comprensivo “Giuseppe Castronovo” di Erice e della Scuola Media Statale “Antonino De Stefano” di Erice. All’iniziativa partecipa anche un gruppo di funzionari dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste della sezione di Dattilo-Tra
pani.
“Il progetto – spiega il dottore Caico – centra l’attenzione su una più attenta lettura e decodifica delle etichette alimentari di alcuni cibi molto richiesti dai giovani quali merendine e snack. Lo scopo è di condurre a scelte più consapevoli, preferendo gli alimenti meno ricchi di calorie e grassi nocivi alla salute e promuovendo al contempo il consumo di alimenti del nostro territorio”.
L’iniziativa dell’Azienda Sanitaria prevede, inoltre, il coinvolgimento dei genitori degli studenti e si articolerà in precisi momenti formativi: valutazione antropometrica dei ragazzi da parte del personale sanitario, formazione degli insegnanti, formazione degli studenti attraverso percorsi del gusto e della preparazione dei cibi, diffusione di materiale informativo.
L'obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale. Il fenomeno, denunciato a gran voce dai più autorevoli nutrizionisti (in Italia colpisce un bambino su quattro) è il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo; in pratica si introducono più calorie di quante se ne consumano.
La definizione di sovrappeso/obesità nel bambino è più complessa rispetto all’adulto, il cui peso ideale è calcolato in base al BMI (Body Mass Index o Indice di Massa Corporea = peso in Kg diviso l'altezza in metri, al quadrato).
In attesa di trovare dei parametri di riferimento più adeguati, il BMI è stato proposto anche per i più piccoli. Pertanto si definisce obeso un bambino il cui peso supera del 20% quello ideale; in soprappeso se supera del 10-20%, oppure quando il suo BMI è maggiore del previsto.
La crescita ponderale del bambino si calcola facendo riferimento alle tabelle dei percentili, grafici che riuniscono i valori percentuali di peso e altezza dei bambini, distinti per sesso ed età. La crescita è nella norma se si pone intorno al 50° percentile. Più si supera il valore medio più aumenta il rischio obesità.
Ci sono mamme che passano ore in palestra, praticano jogging, bilanciano le calorie della propria dieta in maniera eccessiva, ricorrono in casi estremi alla chirurgia plastica per eliminare accumuli di grasso e cellulite, ma paradossalmente non si accorgono dei chili di troppo dei loro figli: è sufficiente questa valutazione per decidere di affrontare il problema.
Essere sovrappeso reca danni alla salute come se si fumassero 10 o più sigarette al giorno. È quanto emerso da una ricerca pubblicata sul British Medical Journal e condotta da un team di ricercatori svedesi del Karolinska Institute.
Sono circa 4 milioni gli italiani con problemi di peso e più di 150 i morti al giorno. Secondo l’Oms, nel nostro Paese le morti riconducibili a sovrappeso e obesità sono circa 60.000 l’anno con una tendenza all’aumento e, secondo dati Istat, il 20% dei bambini tra i 6 e i 13 anni è in sovrappeso e il 4% è obeso. A fronte di questi dati c’è poco da strare tranquilli. Se poi, come suggerito da questo nuovo studio, essere sovrappeso (ma anche eccessivamente sottopeso) equivale a fumare più di 10 sigarette al giorno e raddoppia il rischio di morte prematura, il problema diventa molto serio.
I ricercatori hanno esaminato 46.000 uomini di età compresa tra i 18 e i 38 anni e i dati emersi lasciano intendere che essere sovrappeso, o gravemente sottopeso, o fumare 10 o più sigarette al giorno aumenta del 30% i rischi per la salute. Il dato curioso è che il non fumatore grasso corre gli stessi rischi del fumatore grasso.
Quelli che erano sottopeso - con un Indice di Massa Corporea (BMI) inferiore a 18,5 - non hanno mostrato un aumento del rischio di morte precoce, indipendentemente dal fatto che fossero fumatori o meno. Mentre coloro che erano gravemente sottopeso - con un BMI pari a 17 o inferiore - ha mostrato lo stesso rischio, di quelli che erano in sovrappeso. L’incidenza di mortalità più bassa si è riscontrata tra le persone con un peso rientrante nella norma.
Il dottor Martin Neovius ha dichiarato: "Essere in sovrappeso già all'età di 18 anni aumenta il rischio di morte prematura di poco più di un terzo, mentre essere obesi lo raddoppia. E questo indipendentemente se si è fumatori o meno”.
Betty McBride della British Heart Foundation ha commentato che il Governo dovrebbe portare all’attenzione il problema dell’obesità così come lo ha già fatto per il fumo. Il numero dei giovani in sovrappeso e obesi è in aumento. Senza affrontare questo problema ora, la prossima generazione potrebbe crescere con molti più problemi di salute rispetto ai loro genitori.