E' chiaro che la sanità è stata governata dal centro destra impostando sistematicamente vere e proprie operazioni elettorali in barba al merito espresso da tanti professionisti e, cosa ancor più grave, facendo pagare un prezzo inaccettabile alla qualità del sistema che non e riuscito, e non riesce ,a garantire il pieno diritto alla salute ai cittadini che continuano, numerosi, a recarsi fuori dalla Sicilia per curarsi in presenza di patologie di media gravità.
Pensi poi ai contrasti in seno alla maggioranza, alle pesanti accuse che si sono scambiati, alla paralisi che hanno determinato, mentre i siciliani continuano a pagare più IRPEF e le imprese più IRAP perché hanno accumulato, in otto anni, la cifra stratosferica di un miliardo e duecento milioni di euro di deficit . Le ricordo che nel 1999-2000 il deficit si attestava a circa trecentocinquanta milioni di lire ! E che in quegli anni fu approvato il primo e unico piano sanitario regionale.
E' dunque tutto da buttare ?
Nei lavori d’aula siamo stati determinanti, soprattutto nel merito. Le faccio notare che sono del PD le proposte che permetteranno: la riqualificazione del 118, la riduzione da 29 a 17 del numero delle Aziende Sanitarie, il modello di Azienda provinciale unica che mette in rete ed integra gli ospedali con l’assistenza territoriale, insomma, ciò che PDL e UDC non volevano proponendo 23 aziende. Hanno dimostrato che è più forte di loro impegnarsi per non perdere poltrone da assegnare agli amici che poi dovranno garantire consenso elettorale.
Siete stati additati come l’opposizione vicina al disegno di legge proposto dall’assessore russo. cosa e’ successo realmente?
IL gruppo parlamentare del PD ha depositato il suo disegno di legge due mesi prima rispetto a quello del governo, potremmo ben dire che è l’esatto contrario : Russo si è trovato vicino al nostro disegno di legge che si ispira a quanto già è stato sperimentato, con buoni risultati, in Emilia, in Toscana, in Veneto ed in altre Regioni d’Italia.
La nostra linea è stata quella di sostenere l’integrazione dell’assistenza territoriale ed ospedaliera in modo tale da correggere la logica attuale incentrata sul ricovero ospedaliero puntando ad un unico percorso che dal territorio all’ospedale ponga al centro la persona e non più il posto letto, il PDL e l’UDC hanno sostenuto la separazione dei due momenti come se nulla è accaduto in questi anni. Hanno sostenuto, incredibilmente, che era utile mantenere due obiettivi diversi e separati nello stesso sistema sanitario : da un lato le AUSL che essendo finanziate in proporzione al numero degli abitanti, avrebbero operato per contenere la spesa all’interno delle risorse assegnate assicurando, come potevano, l’assistenza di base; dall’altro le aziende ospedaliere che, finanziate in proporzione al numero dei ricoveri, avrebbero cercato di farne il più possibile con il conseguente effetto di dilatare la spesa. In più si sarebbe innescata una concorrenza spietata fra pubblico e privato a chi poteva ricoverare di più, col privato, pur se destinatario di un budget, più motivato e meno vincolato del pubblico. Non a caso in Lombardia, l’unica regione d’Italia dove vige il sistema proposto da PDL e UDC, le strutture private sono cresciute del 50% e le pubbliche diminuite del 10% , a fronte di una crescita della spesa pur in presenza di controlli più pregnanti rispetto ai nostri. E bene, invece, pensare ad un giusto equilibrio fra pubblico e privato, basato sul principio della libera scelta del cittadino, che premi la qualità del servizio reso. Da parte nostra nessun pregiudizio nei confronti del privato di qualità. Infatti, questa è stata la nostra stella polare in aula.
Cosa non la convince della legge approvata?
L’invenzione dei distretti ospedalieri, avevano addirittura proposto gli ospedali capifila- un ibrido che avrebbe creato ovunque problemi su quale ospedale era il “capo”, si immagini i “guelfi” e i “ghibellini” in guerra in ogni provincia della Sicilia ! Poi le Aree territoriali , cioè strutture intermedie fra ospedali e distretti sanitari da una parte e direzione aziendale dall’altra- insomma non esistono in nessuna altra regione d’Italia. Li hanno pensati per aumentare gli incarichi di direttori , 58 in tutto fra amministrativi e sanitari , rispettivamente - due in ciascuno dei 20 distretti sanitari e due in ognuna delle 9 aree territoriali. Si potevano giustificare nelle provincie metropolitane , tanto è vero che il PD aveva proposto due aziende per dette provincie, considerate le grosse dimensioni che assumeranno le nuove aziende, ma nelle altre provincie rischiano di creare solo confusione.
Altra cosa inaccettabile è l’avere differito l’operatività delle nuove aziende al 1° di settembre 2009, immagini già la campagna elettorale per le europee fatta promettendo a minimo 1090 aspiranti i nuovi 109 posti di direttori. In questi mesi hanno, finanche, giocato con i piccoli ospedali che li chiudevano o li aprivano a colpi di emendamenti, cosa inesistente quanto ridicola. Vedrà se non saranno promessi anche nuove assunzioni nel 118, pur sapendo che non è possibile.
Ma, insomma, il numero dei manager verrà ridotto e si risparmierà, si o no?
Non dimentichi che questa è la terra del “Gattopardo” , cambiare tutto per non cambiar niente, ma voglio essere buono, in questo caso vale : cambiare tutto per cambiare poco. Quando l’ho detto intervenendo in aula qualcuno mi ha guardato in cagnesco. Ma veniamo ai numeri, – con la riduzione delle aziende da 29 a 17, i manager esterni nominati direttamente dal governo della regione passeranno da 87 a 51, quindi 36 in meno. Di converso, si introducono ex novo 58 direttori sanitari ed amministrativi definiti dalla norma “coordinatori”. Aritmetica alla mano 58 – 36 = 22 figure in più. Non di meno, per onesta intellettuale, bisogna dire che quest’ ultimi saranno scelti fra i dirigenti in servizio a cui verrà garantita una indennità di funzione. Speriamo che, nel rispetto di tanti meritori dirigenti, i partiti di maggioranza ed il governo non determinino le solite logiche spartitorie, calpestando ancora una volta la dignità e il merito. Vedrà sarà difficile che lascino in pace i manager. Non di meno, avendo diminuito il numero dei direttori generali delle aziende che sono tutti esterni, dovremmo avere un reale risparmio considerato il livello degli emolumenti spettanti ad essi e il costo complessivo degli staff e dei relativi apparati funzionali.
Quali sono gli aspetti positivi della legge?
Non faccio fatica ad essere obiettivo. Ci hanno ascoltato quando abbiamo proposto emendamenti che hanno introdotto norme utili a ridurre i tanti disagi che i cittadini incontrano nell’accedere al sistema sanitario. Ne cito alcuni : - l’obbligo per i Direttori generali di ridurre le liste d’attesa; - maggiori controlli sulla qualità dei servizi erogati, anche dai privati; - istituzione della consulta regionale della sanità; - esclusione della riconferma per i manager che sono responsabili di disavanzi nel triennio 2006-2008; - criteri di trasparenza per la valutazione dei manager prima e dopo le loro nomine, prima con la pubblicazione sul sito web della regione dei requisiti posseduti; in corso d’opera, monitorati attraverso valutazione tramite agenzie esterne specializzate, in modo tale che non sia solo colui che ha nominato, il controllore della gestione di materia così delicata.
Abbiamo anche proposto la piena coincidenza dei distretti sanitari con quelli socio-sanitari relativi alla Legge 328/2000 e il passaggio delle competenze all’Assessorato alla Sanità al fine di integrare le due forme di assistenza e staccare la spina a coloro che usano, le risorse previste dalla legge 328/2000- pari a circa 210 milioni di euro - a fini, spesso, clientelari, mentre c’è tanto bisogno di interventi seri nei confronti dei minori, delle famiglie e dei diversamente abili. Purtroppo questo e un obiettivo raggiunto parzialmente, in quanto sono prevalse le logiche dei compartimenti stagno, - non toccare quello che fin’ora è stato di competenza di altro Assessore, cioè l’ormai ex assessorato agli enti locali oggi di nuova denominazione.
Si tratta di una serie di norme innovative che potrebbero ridurre la lottizzazione politica della sanità. E’ chiaro come il sole che ora tocca al governo usarle bene, l’Assessore sarà in grado di farlo ? Vedremo, noi lavoreremo per questo.
Su quali punti invece lo scontro aperto con la maggioranza e con il governo? Oltre ai limiti illustrati prima, avremmo voluto che i bacini sanitari fossero 6 invece dei due proposti dal governo- Sicilia orientale e occidentale (art. 5, comma 9 ), come hanno deciso c’è, invece, il rischio che Catania e Palermo continuino a sottrarre risorse alle provincie minori con la conseguenza che l’omogeneità assistenziale rimanga sulla carta. Si sono opposti, inoltre, alla nostra proposta di procedere ad una giusta consultazione dei Sindaci, nella definizione dei distretti sanitari, inspiegabilmente decisi per legge. Abbiamo anche sostenuto che non si può continuare ad accreditare nuove strutture private, sottraendo posti letto a decremento del pubblico, mentre è serio costruire un sistema virtuoso, logiche premiali per il privato che punta sulla qualità dei servizi erogati e un pubblico attrezzato per come si deve che punti, sempre più, all’eccellenza.
Oltre alla riduzione delle aziende, la legge portera’ altri risparmi?
In linea di principio è possibile, bisogna applicare bene le norme. Un nostro emendamento vieta di ricorrere a consulenze esterne nei casi in cui nella pianta organica dell’azienda sono presenti figure con specifica competenza (art. 21, comma 1); un’altro vieta di impiegare nel servizio 118 personale in numero superiore a quello attualmente utilizzato ( art. 24, art. 12 ); e ancora, i controlli di gestione, la vigilanza e la valutazione sulle aziende che il governo ha sviluppato correttamente (art.16 e art. 18) rispetto a quanto da noi sostenuto. Le possibilità ci sono, ma tutto dipende da una corretta e rigorosa applicazione della legge.
Tanto si e’ parlato dei piccoli ospedali presenti in ogni provincia, a partire dalla nostra, che fine faranno? Sconcertante il livello di demagogia e di falsità posto in essere, in questi mesi, da parte del centro destra. Dapprima hanno seminato allarmismo, poi hanno sbandierato pseudo emendamenti che li avrebbero salvati tutti. In molti comuni hanno inscenato manifestazioni di piazza speculando sulla buona fede di tanti cittadini. La verità è che gli ospedali non si cancellano con un emendamento e viceversa, ed è possibile, invece, se faranno sistema fra loro e con il territorio, assicurando una buona rete specialistica, che si affermino sempre più nelle varie realtà. Tutto sta a come organizzi e governi la rete ospedaliera, non serve a nessuno un reparto sotto casa se questo non garantisce che entrando malato ne esci possibilmente guarito.
E’ possibile un miglioramento dell’assistenza sanitaria in sicilia, spendendo quanto spendono le regioni piu’ virtuose, dopo questa legge?
Ripeto non è la legge che volevamo, abbiamo fatto di tutto per migliorarla come deve fare una opposizione costruttiva e riformista, ma a mai sentito che in forza di una legge automaticamente si riesce a migliorare la funzionalità dei vari reparti ospedalieri ? O ad incrementare le dotazioni tecnologiche di diagnostica? O far nascere i presidi territoriali di assistenza? Vale quanto detto prima: non ci sono più scuse, terremo una marcatura a uomo come si dice in termini calcistici, bisogna programmare gli investimenti, spendere molto di meno e far funzionare meglio la sanità in Sicilia. Non dimentichiamoci che i soldi del fondo cosi detto “transitorio” a cui attingerà il governo della regione siciliana per ripianare il pesante deficit di un miliardo e duecento milioni, li ha messi a disposizione il governo Prodi, su proposta del Ministro Livia Turco. Si pensò allora di puntare ad azzerare il deficit accumulato dalle regioni per organizzare una sanità più efficiente, politiche e scelte per garantire il diritto alla salute dei cittadini, ecco perché l’obbligatorietà del piano di rientro e della legge di riordino del servizio sanitario regionale. Ora spetta al governo della regione gestire bene le risorse che il governo nazionale di centro sinistra mise a disposizione anche dei siciliani.
Concludendo, perche’ avete votato contro, se molti dei vostri emendamenti sono stati approvati?
Prima di tutto perché abbiamo voluto ulteriormente segnare un vero e proprio spartiacque fra il centro destra che ha governato la regione in questi ultimi otto anni, prima con Cuffaro e oggi con Lombardo. Sono loro i responsabili di una sanità che registra sprechi e limiti seri. Ricordate , la vicenda della clinica Aiello di Bagheria?
Inoltre le faccio un esempio concreto: ci sono i soldi, che sempre il Ministro LiviaTurco mise a disposizione delle regioni, e dopo due anni perdono ancora tempo per strutturare il polo oncologico nella nostra provincia, chieda ai malati quanti e quali disagi incontrano per recarsi a Palermo per effettuare 15 minuti di radioterapia. Come si fa a fidarsi di questi governanti!
E ancora, ma pensa che si può essere soddisfatti del fatto che abbiamo lottato per determinare un minimo di cambiamento possibile, mentre c’è bisogno di una sterzata decisa per rendere la sanità siciliana efficiente e funzionante. Il centro destra in Sicilia ha dimostrato, anche in questa occasione, il vero volto conservatore , basato principalmente su logiche spartitorie di pezzi di potere a partire dalla sanità , un sistema che deve garantire una parte consistente del loro consenso elettorale. Vedrà alle prossime elezioni europee, sicuramente candideranno uno dei Direttori generali di qualche grossa AUSL . Infine, Le confido una cosa, abbiamo discusso nel gruppo se astenerci per cercare di capitalizzare il merito ed il ruolo che una forza di opposizione riformista deve sempre più avere in Sicilia, pur senza risparmiare alcuna critica. Ma penso che abbiamo fatto bene a votare contro, non fidandoci di questo governo che dovrà intervenire con ben 14 decreti attuativi previsti nella legge. In tal senso sono scettico, vedo il rischio che, litigheranno come al solito per un pezzo di “torta” in più, vanificando il livello di accettabilità della norma, bloccando il possibile passo avanti che il sistema potrebbe fare.
Quindi, siamo sereni, abbiamo fatto il nostro dovere fino in fondo e sappiamo che siamo stati determinanti nel cercare di migliorare la sanità in Sicilia, vigileremo e non li lasceremo in pace pretendendo una giusta applicazione della legge. Non si scherza con la salute dei cittadini, noi continueremo ad impegnarci per un autentico cambiamento senza se e senza ma.