Il tema principale dell’incontro è stato quello di promuovere il riutilizzo della linea ferrata a scartamento ridotto. Il primo cittadino ha ricordato: “La stazione ed il deposito ferroviario di Castelvetrano erano dei punti nodali fondamentali della viabilità siciliana, ed inoltre erano un polmone economico che prevedeva oltre 1500 dipendenti compreso l’indotto, per non parlare del grande fascino che il viaggio in treno ha sempre rivestito- ha continuato il sindaco- ringrazio Legambiente che ancora una volta ha posto l’attenzione su una tematica così importante e ribadisco che noi siamo disponibili a fare la nostra parte per rilanciare e recuperare questo grande patrimonio”. Fabio Marineo, presidente associazione Treno D.O.C. ha parlato di “Un enorme potenziale turistico-culturale rappresentativo delle Ferrovie Storiche Siciliane (FSS). Con tale acronimo TRENO D.O.C. identifica il patrimonio di rotabili storici, linee ferrate ed edifici ferroviari che hanno fatto parte, spesso caratterizzandolo come nel caso del Belìce, del paesaggio siciliano. TRENO D.O.C. ha elaborato un piano di recupero di tale patrimonio, su tre fasi:
- la preservazione e il recupero dei rotabili a S.R. di Castelvetrano,
- la creazione a Castelvetrano del Museo delle Ferrovie Storiche Siciliane, pensato come installazione dinamica, con treni in movimento
- la riapertura a fini turistici della linea a S.R. Castelvetrano-Selinunte-Foce del Belìce, per migliorare la fruibilità dei Beni culturali presenti sul territorio, diversificando l’attuale offerta turistica.” L’architetto Gaetano Brucoli infine ha mostrato un documentario dove venivano portate alla luce gli enormi risultati che le ferrovie spagnole hanno ottenuto, grazie al recupero delle storiche linee ferrate.
Dal 1886 iniziò lo sviluppo della rete ferroviaria a scartamento ridotto (S.R.), nata per collegare le zone più interne della Sicilia. Tale rete raggiunse lo sviluppo di 529 km. Nodo centrale fu Castelvetrano: qui confluivano la linea a S.R. da San Carlo, che collegava tutti i paesi del Belìce e proseguiva verso Agrigento, e la ferrovia che ancora oggi collega Palermo a Trapani. Castelvetrano era la “porta” del Belìce, il collegamento tra entroterra e mare. Purtroppo la ferrovia del Belìce non si salvò dalla furia del terremoto e cessò il servizio il 15 gennaio 1968. L’ultima linea a S.R. ad essere chiusa fu la tratta da Castelvetrano a Ribera, il 31 dicembre 1985. La linea Castelvetrano-Foce del Belìce offre le caratteristiche che in Europa contraddistinguono le ferrovie turistiche: si sviluppa su un territorio di grande interesse paesaggistico-culturale (Parco archeologico di Selinunte, Riserva Naturale della Foce del Belìce); esistono ancora i rotabili originari, pietre miliari di archeologia industriale, e la stazione di Castelvetrano con il doppio scartamento è un caso unico in Italia.