E' stata cosi' accolta dal presidente dell'Ars la richiesta di 37 deputati del Pdl e dell'Udc di convocare "urgentemente l'Ars", nonostante il periodo di Eeezioni e la conseguente sospensione per il periodo elettorale. Lo stesso Cascio aveva definito nei giorni scorsi il governo di Lombardo come "il peggiore degli ultimi 15 anni".
15,20 - La 'rottura' in Sicilia fra l'Mpa di Raffaele Lombardo e l'Udc, potrebbe avere conseguenze,anche suele elezioni amministrative del 6 e 7 giugno in Sicilia. A Caltanissetta, per esempio, Mpa e Udc hanno candidato a sindaco, insieme, l'ex assessore all'Industria, Giovanna Candura, iscritta al partito di Casini. "Come finirà a Caltanissetta - dice ad Apcom Pippo Gianni, assessore all'Industria appena 'revocato' da Lombardo - non lo so. Ma siamo insieme anche in altre Giunte nell'isola. Del resto, se non siamo buoni alla regione, non lo siamo neanche alla Provincia di Catania, quella di Siracusa, e negli altri comuni dell'isola". Gianni si dice d'accordo con Casini sul fatto che se in Sicilia "non ci sono le condizioni per risolvere insieme i problemi dell'isola è bene tornar
e tutti a casa e al voto. Non è il tempo - dice - di geometrie variabili, ognuno di noi deve assumeri la responabiltà con l'elettorato". Ma la crisi potrebbe essere anche superata. "Bisogna anche aspettare cosa deciderà il Pdl. Il nostro segretario regionale Saverio Romano - dice Pippo Gianni - segue la trattativa ed è delegato a portare avanti il ragionamento politico. Ma prima bisogna capire cosa Lombardo vuole fare dopo questo 'azzeramento della giunta. Attendiamo la seconda mossa sua". "Se si ripristina la maggioranza che ha portato Lombaro alla presidenza siamo pronti a rientrare. Se rientriamo nel governo - assicura Gianni - io ci sarò sicuramente. Non credo che qualcuno possa dire di 'no', anche se sono disponibile a non fare nulla. In tal caso, però, mi dispiacerebbe per i siciliani che in un momento di crisi profonda - conclude - non apprezzano questi 'stop and go'".
13,20 - "Se il presidente Lombardo non riesce a governare, tutti a casa, sciogliamo le righe, e' inutile l'accanimento terapeutico". Lo dice Pier Ferdinando Casini, ospite di una videochat a 'Corriere.it', a proposito della crisi alla Regione Sicilia.
"Quando Soru in Sardegna non
e' riuscito a governare, bisogna dargli atto di questa coerenza, non e' sceso a compromessi, non ha cercato di fare pasticci, ha sciolto le righe e sono andati tutti a casa. Noi -insiste l'ex presidente della Camera- formuliamo la stessa proposta per la Giunta regionale in Sicilia se non si riesce a fare una cosa piu' seria. Se abbiamo un presidente della Regione che si preoccupa di piu' dei pasticci tra gli assessori, allora sciogliamo l'Assemblea regionale. Non abbiamo paura delle urne, non abbiamo paura neanche di Lombardo, perche' siamo convinti di prendere assai piu' voti di Lombardo anche alle elezioni europee".
12, 40 - Raffaele Lombardo annuncia che oggi nominerà almeno una parte della giunta, «il minimo necessario per riunirsi e decidere»: sette o otto assessori, fra i quali non mancheranno i tecnici che rappresenteranno quell´«alleanza sociale» posta alla base del nuovo governo che nascerà dopo la frattura con l´ala maggioritaria del Pdl e con l´Udc. «Ho scritto a matita una ventina di nomi», dice il governatore ma fra i papabili ci sono Davide Rampello, presidente della Triennale di Milano (potrebbe andare ai Beni culturali), il vicepresidente di Confindustria Sicilia Marco Venturi e Gianni Puglisi, che però dovrebbe lasciare la guida della Fondazione Banco di Sicilia.
Altro candidato a un posto in giunta rimane l´economista Mario Centorrino, mentre il segretario della Cisl Maurizio Bernava smentisce qualsiasi contatto: «Non sono interessato a un ruolo nell´amministrazione regionale». Fra le molte voci che hanno contraddistinto la giornata di ieri anche quella che riguarda un incarico da assessore all´Agricoltura per l´imprenditrice del vino Josè Rallo. E lo stesso Lombardo conferma la stima per il presidente della fondazione Orestiadi Ludovico Corrao, «coraggioso autonomista ante litteram», uno dei protagonisti della stagione del milazzismo. Non è detto che questa stima si traduca poi in un incarico.
Di certo, l´ultimo strappo Raffaele Lombardo lo ha fatto ieri a ora di pranzo, mettendo alla porta quegli assessori del Pdl e dell´Mpa che si erano rifiutati di firmare le dimissioni. Revocati gli incarichi a Giovanni La Via, Francesco Scoma, Carmelo Incardona, Antonello Antinoro e Pippo Gianni. «Mi dispiace - dice il governatore - che qualcuno abbia tirato un po´ troppo la corda: questo gesto di resistenza ha finito per indebolire ancora di più la mia fiducia». L´operazione azzeramento della giunta si è così conclusa: Lombardo aveva già incassato le dimissioni degli assessori dell´area Micciché (Giambattista Bufardeci e Michele Cimino), di Luigi Gentile e dei due esponenti dell´Mpa Roberto Di Mauro e Giuseppe Sorbello. Restano al governo i magistrati Massimo Russo e Giovanni Ilarda.
Lombardo prosegue nella sua sfida, malgrado gli avvertimenti del coordinatore nazionale Sandro Bondi, che gli chiede di assumere una «posizione chiara» nei confronti del Pdl e di «rispettare il patto elettorale con i siciliani che hanno votato centrodestra». Il governatore risponde che «le intese si rompono quando non si rispettano gli accordi» e in testa alla lista mette il mancato trasferimento dei 4 miliardi di fondi Fas alla Sicilia. E Bondi mette in guardia anche gli esponenti dell´ala Micciché, in predicato di rientrare al governo: «Il Pdl non permetterà collaborazioni spontanee e fuori dalla logica unitaria di partito».
Trentasette deputati regionali del Pdl e dell´Udc, intanto, hanno chiesto al presidente dell´Ars Francesco Cascio la convocazione straordinaria di Sala d´Ercole proprio per discutere «l´iniziativa messa in atto unilateralmente dal presidente della Regione in questi giorni, di procedere ad una rideterminazione della composizione della giunta regionale, in un quadro di alleanze diverso da quello sancito all´inizio della legislatura».
Lombardo continua ad escludere alleanze organiche con il Pd anche se nel suo entourage c´è chi come l´ex presidente della Provincia Francesco Musotto ipotizza accordi «non con le segreterie politiche con singoli parlamentari del centrosinistra». Il governatore, in ogni caso, è pronto a nominare tecnici non sgraditi al partito democratico. Lasciando però la porta aperta a qualsiasi soluzione, anche a una ricucitura dei rapporti con l´area di maggioranza del Pdl: «Per ora ho contatti a trecentosessanta gradi, anche gli ambienti ostili del Popolo della libertà - afferma - sono pronti al dialogo».
12,05 - "Berlusconi? Aveva siglato un patto con me, si era impegnato a colmare il divario fra Nord e Sud. Non mi sembra che sinora l'abbia onorato". Il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, il giorno dopo la rottura con i maggiorenti siciliani del Pdl e dell'Udc, accusa il presidente del Consiglio di non aver mantenuto le promesse. "Non mi sembra che, dirottando sull'Ici le risorse destinate alle infrastrutture nel Meridione o tenendo bloccati i 4 miliardi di fondi Fas che spettano alla Sicilia - dice Lombardo a 'La Repubblica' - l'abbia onorato. E il Ponte sullo Stretto rimane un miraggio. Beh, non si vive di miraggi". "Se ne avesse sentito il bisogno -
afferma - il Cavaliere si sarebbe fatto vivo. Comunque, sono pronto a spiegare, a dirgli chi favorisce e chi si oppone all'azione di risanamento in Sicilia". "Io in quest'anno di governo - prosegue Lombardo - ho portato avanti alcuni provvedimenti importanti come la riforma della sanità e un piano energetico che ha ricevuto il plauso di Rifkin. E ho avuto contro, nella maggioranza, conservatori e ascari. Il mio programma è lì - conclude Lombardo - chi ci sta deve sottoscriverlo moralmente e dare garanzie. No, non ho paura di fare un governo di minoranza"
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11,05 - "Lombardo non sara' il grande rivoluzionario senza macchia della Sicilia, ma ha fatto e sta facendo cose buone a cominciare dalla sanita'. Per attirarsi tanto odio vuol dire che tocca fili ad alta tensione. E va sostenuto". Lo ha detto al 'Corriere della Sera' il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo secondo cui in Sicilia "la crisi e' figlia di una cattiva gestione della politica, di errori inequivocabili fatti anche dal Pdl, troppo concentrato sulle liti interne".
"Bisogna porre fine ad uno scontro che si protrae da troppo tempo dentro e fuori dalla Sicilia - prosegue la Prestigiacomo - E bisogna dare immediatamente un governo autorevole alla Sicilia. Lombardo deve farlo con la maggioranza scelta dagli elettori. Senza offrire pretesti a chi lo attacca. E noi del
Pdl dobbiamo mostrarci alleati leali". La soluzione alla crisi secondo la Prestigiacomo non e' allargare il governo a settori del centro sinistra: "Non e' di questo che ha bisogno la Sicilia. Lombardo deve capirlo". Ma neanche il richiamo al voto? "Pazzi. E' il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare. Senza errori. Anche senza gli errori di Lombardo che, tentando la strada del 4 per cento cade in alleanze spurie con l'estrema destra".
Piuttosto, ha detto il ministro, "occorre subito fare un governo con questa maggioranza per mandare avanti il programma che Lombardo aveva cominciato a svolgere. Se ha trovato difficolta' e' perche' sta tentando di incidere su potentati e poteri che non vogliono lo sviluppo della Sicilia. Dalla sanita' all'ambiente - ha ribadito - E per quanto ci riguarda la scelta deve essere netta". Infine "sul mancato arrivo dei fondi Fas che spettano alla Sicilia, circa 4 miliardi di euro, il governo nazionale non deve perdere altro tempo. E in Sicilia non possiamo mettere i bastoni fra le ruote di chi deve spenderli. Ci sono dubbi sulla qualita' della spesa? si attivino dei controlli. Ma questo non puo' diventare un alibi per soffocare l'economia dell'isola. Perche' si rischia la bancarotta. Siamo alla disperazione degli imprenditori. I fondi servono per gli investimenti per creare lavoro e sviluppo".
Si complica il cammino di Raffaele Lombardo verso il suo secondo governo. Doveva essere annunciato oggi, ma tutto lascia intendere che in realtà il giorno decisivo sia domani. Ancora non ci sono le condizioni per il nuovo governo, ed è per questo che ieri Lombardo è volato a Roma per incontrare i vertici di Pdl e Udc. E non ha ricevuto dal Pd i segnali di apertura che si aspettava. Insomma, si va verso un governo di minoranza, che, eventualmente, si reggerà solo sulla paura dei deputati di sfiduciare il governatore e di ritornare al voto.
Inoltre molti siciliani illustri contattati per entrare in Giunta hanno detto di no. Cimino, Bufardeci, Gentile, Russo, Ilarda andrebbero al momento verso la riconferma. Scoma, Incardona, Gianni sono ormai deg
li ex.Gli scrittori Dacia Maraini e Andrea Camilleri e l’imprenditore Salvatore Mancuso avrebbero declinato l’offerta. Davide Rampello ha già dato disponibilità . I nomi che circolano con maggiore insistenza sono quelli di Marco Venturi e Gianni Puglisi. Mentre non trova credito l'ipotesi Giulia Adamo.
«Vado avanti con un programma di risanamento e di riorganizzazione di una Regione che ha bisogno di una terapia d'urto per rimettersi in riga – afferma il presidente -. Lo porto avanti senza fare un solo passo indietro». E annuncia: «Se fossi costretto a fare un passo indietro, un momento prima mi dimetterei e si tornerebbe a votare».
far capire la complessità della questione - che ovviamente è tutt'altro che regionale - è Sandro Bondi ministro dei Beni culturali e uno dei coordinatori del Pdl: «Se Lombardo vuole rafforzare la coalizione di centrodestra, così come ha dichiarato, il Pdl farà la sua parte. In caso contrario, il Pdl chiederà ai siciliani di attribuire al voto che esprimeranno tra dieci giorni una doppia valenza, quella di carattere europeo e quella di una scelta tra il Pdl e lo stesso Lombardo». Immediata la replica del presidente che, facendo riferimento ai Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate ndr), contrattacca: «L'alleanza si rompe se non si onorano gli impegni assunti con i siciliani». E mentre l'Udc Lorenzo Cesa si scaglia contro Lombardo, il sindaco di Gela Rosario Crocetta (candidato alle europee per il Pd) sembra aprire alla possibilità di accordi politici col Mpa. Ma Paolo Ferrero (Prc) lo stoppa: «Se ne stia tranquillo».
Domani è stata convocata una seduta straordinaria del Parlamento siciliano, da convocare con urgenza, con all’ordine del giorno tre punti: l’azzeramento della giunta regionale deciso da Raffaele Lombardo, la composizione del nuovo esecutivo e lo stato di salute della maggioranza. La seduta è stata richiesta da 37 parlamentari: i 12 deputati che compongono il gruppo parlamentare dell’Udc e da 24 deputati su 35 del Pdl.