Che all’inopinata sconfitta degli Shark in Coppa Italia, al primo turno con Trieste, sarebbero seguite polemiche a non finire, si poteva considerare un fatto scontato. Ed infatti erano diversi i rumor e tante le illazioni che conducevano ad un imminente cambio della guardia, soprattutto dopo le dichiarazioni, a caldo, rese dallo stesso Presidente Antonini: "È la solita sconfitta delle ultime partite, alla fine la squadra crolla. Cambi e gestione della partita che non mi piacciono…una squadra molto nervosa, probabilmente il manico comincia ad essere fragile”.
Ipse dixit. E come non interpretare queste solenni affermazioni come la fine anticipata di una luna di miele forse mai iniziata, se non altro per divaricazioni caratteriali tra le due colonne portanti dell’attuale struttura cestistica, una tecnica, Repesa, e l’altra societaria, Antonini.
Abbiamo già riportato che l’eventuale faccia a faccia tra i due per un attento esame della situazione si fosse concluso con una moratoria, una sorta di patto di non belligeranza che potesse fare da ponte in un periodo critico per entrambi e valutare in un prossimo futuro eventuali sviluppi e decisioni. Tra l’altro Coach Repesa, in tutta franchezza non ha mai declinato responsabilità di carattere tecnico che non riconducessero alla sua gestione: ”Voglio assumere la piena responsabilità. Non sono riuscito a dare tranquillità alla squadra… ma tanto nervosismo da dove nasce è difficile spiegare”. Quindi tra ammissioni di responsabilità e gravi dichiarazioni rese dal Presidente nei confronti del Coach, tutto lasciava presagire ad un imminente cambio della guardia del ”manico” indicato dal Patron. Senonché, come un fulmine a cielo rabbuiato da una nuvolosità a cumulonembi, proprio quella che precede i temporali, viene pubblicato ieri un articolo sul Giornale di Sicilia, che dà per scontato il cambio della guardia ed addirittura indica pure i nomi di coloro che dovrebbero sostituire Repesa alla guida della Direzione Tecnica. Primo tra tutti spicca quello di Gianmarco Pozzecco, attuale CT della Nazionale Italiana ed in subordine quelli di Sasha Djordjevich e Sergio Scariolo. Ad un punto, che appariva di non ritorno, s’inseriva la secca smentita ufficiale della Shark in cui si ribadiva che tali articoli erano destituiti di fondamento e che non vi era traccia ”di frizione con la società e lo spogliatoio”. Ed a seguire "Coach Repesa ad oggi è l’allenatore della Trapani Shark, a meno che non sia lui stesso a ribadire le perplessità più volte espresse ultimamente ma che sono state con forza respinte” Quali le perplessità più volte respinte? Non solo il politichese è un generatore di testo per dire qualsiasi cosa senza mai dire niente, ma anche il linguaggio sportivo può sembrare sibillino ai più.
Sembra di capire che Coach Repesa viene confermato con forza, nonostante le gravi critiche sul suo operato espresse dalla governance ma lo stesso è sempre libero di andarsene, dando le dimissioni e rinunciando ad una parte cospicua del suo ingaggio.
Ci si chiede a questo punto quali siano stati i motivi che abbiano indotto il Presidente ad una rapida retromarcia, dopo aver indicato una strada di non ritorno. Ritengo che la risposta più nitida, incisiva e che abbia tagliato qualsiasi spazio di manovra, sia arrivato proprio dalla tifoseria intera e non solo da quella ultra, attraverso un tazebao, una sorta di manifesto cinese appeso sulla cancellata del PalaIlio, dove s’intima a caratteri cubitali che “Repesa non si tocca”. Un modo piuttosto singolare per ribadire che tutto il popolo del basket sia schierato dalla parte di un coach amatissimo per la sua onestà, rispetto dei valori umani e collaudata competenza. È arcinoto che l’agreement di Antonini, che all’inizio del suo insediamento in città toccava vertici quasi unanimi, sia un po' in ribasso in questi ultimi tempi. Lo sport vive, innanzi tutto, di risultati: prima li cavalcava Antonini ora sono appannaggio di altri, e questo assioma non sempre viene metabolizzato. Saranno pure, come sostenuto dal Tycoon “assurdità che portano poi a striscioni minacciosi ed irriverenti nei confronti di chi investe milioni e non pretende nulla”, ma nella sana provincia trapanese questo tipo di manifestazioni vanno considerate libere espressioni di pensiero. Anzi rappresentano una civile espressione di pensiero, un idem sentire che investe la tifoseria. Non si intravedono nemmeno lontanamente quel tipo di minacce ventilate dal Plenipotenziario e tracce di irriverenza. Si è di fronte ad un semplice modo di porre la parola fine ad un certo tipo di sterili polemiche e di rivoluzioni a tutto campo che destabilizzano e minano le fondamenta di un progetto ambizioso.
Se anche a Trapani lo Sport si trasformasse in un coacervo di odio, millanteria, indifferenza per ogni regola, e piacere nel vedere la violenza (anche in un innocente cartello appeso ad una cancellata), potremmo chiudere i battenti e dedicarci ad attività diverse e meno disdicevoli. È già successo in passato e la città è almeno cresciuta civilmente.
Il Sorcio Verde