soprattutto nei casi in cui vengono lesi dalla libera informazione.
L’atto di indirizzo, in particolare, impegna il Presidente della Provincia Regionale di Trapani a sottoscrivere il Documento Internazionale di Giornalismo Etico definito come “Accordo di Roma”, proposto dal Comitato CHILDREN AND MEDIA che ha operato una sintesi efficace tra giornalisti e genitori di minori coinvolti in fatti di cronaca. Questo strumento – ha detto fra l’altro Giovanni Palermo – sarà utile alla stampa per formulare nuove norme deontologiche e porrà la Provincia Regionale di Trapani nella posizione di capofila rispetto agli Enti ed Organismi sottoscrittori del predetto accordo.
Sull’importante argomento è intervenuto anche il Presidente del Consiglio Provinciale, Giuseppe Poma, il quale, nel ringraziare Giovanni Palermo per la valida iniziativa, ha ricordato che il mese scorso era stato personalmente contattato dalla Sig.ra Piera Maggio, la mamma della piccola Denise scomparsa a Mazara del Vallo il 1° settembre del 2004 e mai ritrovata, proprio per invitarlo a sottoporre all’approvazione del Consiglio Provinciale l’atto di indirizzo in questione. A questa richiesta – ha aggiunto Poma - ho subito risposto con l’impegno a trattarlo alla prima riunione utile dopo l’approvazione del bilancio di previsione, anche perché questo Consiglio ha sempre dimostrato grande attenzione nei riguardi della grave problematica dei sequestri di minori in generale e della vicenda della piccola Denise in particolare, come dimostra l’ospitalità concessa con entusiasmo nello scorso ottobre alla conferenza organizzata dall’Università del Mediterraneo per le Tre Eta’, con la partecipazione, tra gli altri, della Sig.ra Piera Maggio e dell’On. Barbara Mannucci, componente della 11ª Commissione della Camera dei Deputati, alla quale si deve la presentazione della proposta di legge per l’introduzione nel codice penale italiano del reato di sequestro di minore attualmente non contemplato.
Il principio della libera informazione – ha evidenziato il Presidente Poma citando la risoluzione del Comitato CHILDREN AND MEDIA - è sempre legato indissolubilmente alla totale certezza che non vengano lesi gli interessi e i diritti di un minore. Altrimenti il paradosso è che siano gli stessi operatori dell’informazione ad “abusare” del minore, violandone gli spazi e l’individualità.