L’ENAC ha ingiunto a Ryanair di considerare, per permettere l’imbarco sui voli domestici, non solo la carta d’identità e il passaporto, ma anche altri documenti d’identificazione emessi da una qualsiasi amministrazione dello Stato, provvisti di fotografia e timbro, come ad esempio la patente di guida.
Ryanair, dal canto suo, si rifiuta di accettare documenti d’identificazione considerati meno sicuri e ha minacciato, se ENAC non cambierà la sua posizione, di cancellare temporaneamente tutte le rotte domestiche a partire dal 23 gennaio.
Oggi i si svolgerà a Roma una riunione presso la sede di Assoaeroporti, l’associazione di categoria aderente a CONFINDUSTRIA che riunisce le società di gestione aeroportuale. Saranno presenti gli amministratori o i rappresentanti di tutti gli aeroporti che rischiano di vedere la chiusura delle tratte domestiche servite da Ryanair (Trapani, Pisa, Bergamo, Bologna, Bari, Brindisi, Treviso, Torino, Roma, Cagliari-Alghero, Palermo; i primi nove aeroporti sono basi Ryanair, gli altri scali serviti da tratte domestiche). Alla riunione, ovviamente, sarà presente anche il presidente Salvatore Ombra. Per due ordini di ragioni: per l’evidente interesse che Airgest ha a vedere risolta la vicenda e soprattutto perché proprio Salvatore Ombra, rappresentante dell’aeroporto con il maggior numero di collegamenti domestici, ha avuto un ruolo molto attivo nei contatti tra il presidente ed il direttore dell’ENAC, rispettivamente Vito Riggio ed Alessio Quaranta, e l’amministratore delegato di Ryanair, Michael Cowley. La riunione metterà a confronto le posizioni di ciascuna società tenuto conto che la sospensione dei voli domestici da parte di Ryanair comporterebbe il fermo di oltre 30 aeromobili e la cancellazione di tutti i voli che potenzialmente interebbero per il 2010 circa 20milioni di passeggeri (tenuto conto che per Ryanair il mercato italiano rappresenta un terzo del complessivo mercato europeo). È probabile che dalla riunione di Assoeroporti sortisca un documento, o comunque una nota per l’ENAC. Il 7 di gennaio si terrà invece la riunione del CISA, il Comitato Italiano per la Sicurezza Aeroportuale al quale non partecipa Assoaeroporti e che vedrà attorno al tavolo di confronto Enac, e funzionari e dirigenti dei Ministeri direttamente responsabili della sicurezza negli aeroporti italiani. Salvatore Ombra ed altri presidenti di società di handling e di gestione aeroportuale, stanno lavorando in direzione di contatti istituzionali presso i rappresentanti del CISA e degli enti responsabili della sicurezza. Anche Ryanair sta lavorando per individuare una linea di apertura al confronto (dopo la riunioine del CISA ne è prevista una tra rappresentati ENAC e Ryanair). L’obiettivo è quello di ricondurre il confronto sui binari del buon senso e della praticità piuttosto che rincorrere la disputa in punta di diritto con codici e leggi alla mano. Trapani e l’Airgest, in questa fase, ed anche in quelle che hanno preceduto le riunioni e durante le vacanze di Natale, hanno avuto un ruolo centrale nel tentativo di dirimere un contrasto che rischia di tradursi in un danno complessivo per l’intero Paese.
La vicenda non riguarda chiaramente solo l'aeroporto di Trapani. Ryanair, infatti, oggi decide le sorti di scali importanti del nostro Paese: Pisa, Bergamo, Bologna, Torino, Genova, Trieste.... Ma Trapani è la città che verrebbe più colpita.
Ryanair ha rappresentato in Italia nel 2009 il terzo vettore sui voli domestici, dopo la nuova Alitalia e Meridiana, con una quota della capacità in termini di posti offerti intorno al 10% e oltre 45 rotte che hanno interessato ben 19 aeroporti (fonte ICCSAI).
Ryanair è anche l’operatore con le tariffe più economiche e, grazie alla sua politica di prezzo aggressiva, stimola domanda latente che potrebbe non trovare accoglimento con altri vettori. Inoltre l’avvento dei vettori low cost anche nel mercato domestico ha esercitato una pressione competitiva sulle altre compagnie e specialmente su Alitalia.
L' aeroporto di Birgi ha avuto una crescita importante nei primi 11 mesi del 2009, andando quasi a raddoppiare (+98,9%) i passeggeri rispetto allo stesso periodo del 2008. La crescita è stata sostenuta dalla presenza di Ryanair, specialmente sui voli domestici. Il 62,5% dei posti complessivamente offerti da Trapani nel 2009 è stato operato da Ryanair su destinazioni domestiche.
Ecco la tabella completa, aggiornata a Novembre 2009
RIGGIO. Ecco un'intervista del Presidente dell'Enac, Vito Riggio, al quotidiano "Il Messaggero".
Presidente, lei ha definito le minacce di O’Leary una sparata propagandistica...
«Lo ribadisco. Dal momento che la legge (possibilità di utilizzare vari documenti di riconoscimento differenti da passaporto e carta d’identità per gli imbarchi; n.d.r.) è del Duemila e quindi era nota quando Ryanair ha cominciato l’attività . Detto questo, la percentuale di coloro che viaggiano senza passaporto o carta di identità è ridicola rispetto al numero di passeggeri dalla low cost irlandese. Ryanair purtroppo ha un sistema informatico che legge solo passaporti e carte di identità ».
Non è che oggi il problema della sicurezza si è ingigantito e dunque sono necessari maggiori controlli?
«La sicurezza qui non c’entra nulla perché le procedure per la sicurezza sono svolte da società specializzate».
Se non è un problema di sicurezza allora come spiega le minacce di O’Leary?
«Lo scopriremo nei prossimi giorni. Devo essere sincero: la prima considerazione che mi è venuta in mente è che, essendo gennaio, febbraio e marzo mesi morti per il trasporto aereo, ridurre i voli è una possibilità che tutti vorrebbero avere. Solo che quando lo fanno le compagnie italiane esplodono le critiche. Ricordo che Ryanair pratica tariffe molto basse e quindi non le scattano quelle compensative. Ricordo anche che non c’è una sola rotta praticata da Ryanair sulla quale non incassi un contributo a passeggero».
A proposito di contributi, qualcuno sostiene che il vettore irlandese non abbia mai pagato un centesimo al fisco italiano. Tanto è vero che sarebbe nel mirino degli 007 della Finanza.
«Non lo so, sarebbe grave e clamoroso. Al di là di questo, voglio sottolineare che noi non abbiamo bisogno di compagnie che svolgono il servizio quando sono loro a deciderlo. Chi comincia a operare su una tratta, lo deve fare almeno per una stagione, cioè per 6 mesi. Non è serio staccare i biglietti e poi restituirli. Tanto è vero che abbiamo consigliato ai consumatori una class action».
Supponiamo che Ryanair decidesse di sospendere i voli per 3 mesi e riattivarli successivamente, l’Enac cosa farebbe?
«Certo non potremmo bloccare la licenza che è concessa dall’autorità irlandese. Ma se la stessa Ryanair se ne va e un’altra compagnia garantisse di svolgere lo stesso servizio, noi glielo concederemmo e O’Leary, al suo ritorno, troverebbe il posto occupato. Gli slot non sono concessi a piacimento, ma solo se vengono utilizzati».
Non è, presidente, che dietro lo scontro con il vettore irlandese c’è l’obiettivo di liberare le piste per Alitalia?
«E’ paradossale. Sono stato io a chiedere a Ryanair di restare. Anzi ho fatto presente che andar via, avrebbe delle conseguenze. In secondo luogo, non le stiamo rendendo più difficile la normativa. E’ esattamente il contrario».