«Ci offre anche quest'anno l'opportunità di riservare un'attenzione rinnovata al tema delle migrazioni, senza l'assillo di considerazioni che possono distrarre dal cuore stesso di questa esperienza che è la persona con tutto il carico di problemi, sofferenze e speranze che porta con sé».
Poi ha affermato «Non è bello osservare che, talora, la sola parola immigrato o immigrazione suscita reazioni di fastidio o di insofferenza, come se si trattasse di soggetti o di fenomeni che fanno di tutto per interferire nella nostra vita e nelle nostre abitudini. Come cristiani non possiamo accettare una simile logica, perché il comandamento dell'amore, che Gesù ci ha consegnato come nostro tratto identificativo, non può fare alcuna discriminazione, anzi deve rivolgere verso gli ultimi (e gli immigrati sono certamente tra questi) le sue risorse migliori di cuore e di impegno».
Mogavero ha sottolineato l'attenzioni per i minori. «Il tema della Giornata - Il minore migrante e rifugiato, una speranza per il futuro - e le riflessioni contenute nel messaggio del Santo Padre ci invitano a guardare ai minori, cioè a coloro che pagano certamente il prezzo più alto della loro condizione, anche in termini di vite perdute. Essi, infatti, sono "bisognosi di un ambiente sociale che consenta e favorisca il lor
o sviluppo fisico, culturale, spirituale e morale». Infine alle comunità parrocchiali e alle istituzioni ecclesiali ha chiesto «di essere sentinelle vigili e solerti sulle attese e sui bisogni delle famiglie immigrate e di offrire solidarietà sollecita con iniziative appropriate affinché fanciulli, ragazzi e adolescenti sentano attorno a sé un clima di accoglienza e di fraternità e trovino condizioni idonee per la loro crescita e maturazione umana, sociale e spirituale. Così facendo, potremo manifestare della nostra Chiesa un volto materno, amico dell'uomo».