Vittorio Sgarbi sul fil «Baarìa» osserva: «E’ la prima volta, dopo “Il Gattopardo’ di Visconti”, e con maggiore spirito corale, che si offre un’immagine così forte e persuasiva della bellezza della Sicilia.
Quello di Tornatore è un film che, nella prospettiva del 150° anniversario dell’Unità d’Italia che dalla Sicilia ha avuto inizio, consente proprio di identificare l’Italia con la Sicilia, con grande respiro storico e narrativo.
È notevole anche il fatto che Tornatore non abbia caricato in termini manichei gli elementi criminali, con la consueta esaltazione negativa della mafia, e che quindi il film consenta una lettura della storia della Sicilia nell’ultimo cinquantennio nell’ottica della realistica speranza riformista e non nell’esclusiva lotta alla mafia»
Nel pomeriggio di venerdì invece, alle 18,00, negli spazi espositivi del castello, Vittorio Sgarbi inaugura la mostra del maestro Fausto Pirandello dal titolo «Forma e materia. Dipinti e disegni 1921-1972», alla presenza del figlio dell’artista, Pierluigi Pirandello, nipote del premio Nobel Luigi Pirandello.
L’esposizione, curata da Vittorio Sgarbi con la direzione artistica di Giada Cantamessa e l’allestimento di Cristian Moncada, mette in luce la produzione del maestro di Agrigento a partire da un percorso tematico che evidenzierà anche il rapporto intercorso tra l’artista e il padre Luigi, celebre drammaturgo e Nobel per la letteratura.
La mostra è divisa in cinque sezioni: Nascere carne, ossa e nervi. L’interpretazione del nudo in F. Pirandello;Figure femminili; Natura e oggetto; Ritratti di famiglia e autoritratti;Il tema della Crocifissione.
Le opere in mostra, tutte appartenenti a una collezione privata, scorrono lungo un fil rouge tessuto di forma e materia, motivo della produzione pirandelliana, per certi versi solitaria per vocazione rispetto alle correnti artistiche a lui coeve. Pirandello vi aderì pur mantenendo una visione ancorata ad una lettura della realtà , per altro più veristica che realistica, fortemente materica e di matrice anticlassica, nonostante la sua vicinanza agli antichi possa apparire ossimorica.
I pochi soggetti ossessivamente ripetuti e ripresi durante tutta la sua carriera svelano la personalità complessa dell’artista che reinterpreta, all’interno delle sue opere, la luce accecante e il colore della Sicilia, e in particolar modo di Agrigento, paese d'origine della sua famiglia. In un continuo rimando alla pittura espressionista e cubista di Derain e Picasso appresa a Parigi alla fine degli anni Venti, Pirandello vi si confronta sempre in modo autonomo e personale, con il linguaggio astratto-concreto degli anni Cinquanta.
Subito dopo l’inaugurazione Luciana Grifi sarà la protagonista della lettura scenica del «Dialogo immaginario di Luigi Pirandello con il figlio Fausto» prendendo spunto dagli originali scambi epistolari intercorsi tra i due protagonisti. Saranno inoltre esposti i suoi pensieri sull’arte, attraverso scritti teorici originali, inediti ed autografi presentati, per la prima volta, in occasione della mostra che sarà , corredata di un catalogo a cura di Vittorio Sgarbi.
Gli spazi del castello ospiteranno, inoltre, una mostra fotografica monotematica su «Pirandello e i luoghi del Caos» che metterà in risalto la maestria artistica di Angelo Pitrone.
Perpetuando il valore didascalico e pedagogico dell’arte in occasione dell'esposizione verrà proposto un progetto educativo rivolto agli istituti superiori di Salemi. Partendo dalle opere presenti in mostra, gli studenti avranno l'opportunità di approfondire il percorso artistico di Fausto Pirandello e, nei momenti di laboratorio previsti in classe, i dipinti dell'artista diventeranno il punto di partenza per riflettere su alcuni temi fondamentali dell'arte e della letteratura del Novecento.