Per mettere in sicurezza tutto il territorio nazionale «c'è chi ha quantificato una somma minimale di due miliardi di euro ogni anno per 12 anni. Insomma: 25 miliardi di euro», dice in una nota l'associazione. Troppi soldi rispetto alle disponibilità dello Stato. Di qui l'idea di utilizzare per Sicilia e Calabria i fondi per il ponte. L'investimento, secondo le ultime stime del dicembre 2009, ammonta a 6.349.802.000 di euro. Il governo nazionale ha già deciso di stornare 1,3 miliardi dal Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas) proprio per la realizzazione della maxi struttura.
«L'unica decisione, in questa fase storica, sarebbe quella di bloccare quell'informe cantiere che il 23 dicembre è stato aperto in sordina (forse per vergogna) nei pressi di Cannitello, sul versante calabrese, spacciandolo per la "prima pietra" del Ponte - dice Libertà e giustizia - Si dia vita, non al Ponte, ma a quel Piano urgente di prevenzione e difesa del suolo di cui il Paese ha bisogno. Quel Ponte, altrimenti, crescerebbe sui "piedi di argilla". Anche ammettendo che possa essere una delle meraviglie del mondo (ipotesi, peraltro, discutibile), il Ponte esalterebbe il disastro del famoso "sfasciume pendolo" di cui scrisse Giustino Fortunato. La prima pietra del Ponte gettiamola in mare prima che ci cada sulla testa».