Per questo, siamo alla ricerca di soluzioni autenticamente innovative, tali da creare prospettive di concreto rilancio del settore, nonchè coerenti con l’esigenza di tutela e valorizzazione del contesto ambientale”. E’ quanto dichiara il sindaco di Marsala Renzo Carini alla luce di un importante progetto: utilizzare energia alternativa derivante dai sottoprodotti della vitivinicoltura – ovvero vinacce e sarmenti - per il trasporto pubblico urbano. In pratica, l’alcool estraibile da questi sottoprodotti è assolutamente miscelabile con il diesel, dando vita – con l’aggiunta di un additivo di origine agricola e non chimica - ad un biocarburante che, in definitiva, può tradursi in reddito aggiuntivo per il comparto vitivinicolo. “Il concreto aiuto ai nostri agricoltori, afferma ancora il sindaco Carini, vuole altresì evitare l’abbandono dei terreni: una conseguenza, questa, fortemente pregiudizievole della cultura economica locale e del nostro ecosistema”.
L’Amministrazione Carini fisserà nei prossimi giorni una conferenza stampa per illustrare il “progetto biocarburante” che – a livello sperimentale – troverà applicazione nel Comune di Marsala.
La sperimentazione che si fa a Marsala è già avviata in alcune parti d'Italia, ed è prassi in molte parti del mondo. Padova è stata la prima città italiana ad aver adottato concretamente il biodiesel nel trasporto pubblico. Da novembre 2005 gli autobus cittadini sono alimentati da una miscela composta al 30% da biodiesel vegetale e al restante 70% dal gasolio tradizionale. Oltre l'80% degli autobus di Padova è a basso impatto ambientale (autobus diesel/biodiesel + autobus a metano). Il rendimento energetico del biodiesel è praticamente identico a quello dei combustibili minerali. L'utilizzo del biodiesel sul trasporto pubblico apporterà un vantaggio immediato nella riduzione delle emissioni inquinanti. Secondo il prof. Mirandola dell'Università di Padova è stata misurata una riduzione delle polveri sottili dal 40% al 50%.
Il progetto S.I.En.A fra i molti aspetti positivi ha avuto il pregio di aver promosso una filiera locale con il coinvolgimento e la partecipazione di molti partner, partendo dai produttori agricoli, dalle strutture di prima trasformazione, dalle imprese industriali di estrazione dell’olio e di produzione di biodiesel, fino ai centri di ricerca, e le aziende utilizzatrici (che in questo caso sono rappresentate da aziende locali che gestiscono il trasporto urbano e la raccolta dei rifiuti). Questa filiera locale consente pertanto di garantire la sostenibilità ambientale del progetto ed al tempo stesso assume una sua specifica rilevanza, sia per il successo del progetto pilota, sia per la sua trasferibilità in altre realtà territoriali..
Il progetto ha raggiunto l'obiettivo di realizzare una filiera pilota per la produzione di biodiesel e per il suo utilizzo in miscela al 25% in alcuni mezzi pubblici di Train (Società di trasporto pubblico senese) e di Siena Ambiente (Società di gestione dei rifiuti urbani) nel territorio della provincia di Siena, per un totale di cinque autobus, di cui quattro a tragitto urbano e uno extraurbano, e quattro mezzi per la raccolta e la compattazione dei rifiuti.
L’utilizzo del carburante biologico, imposto anche dalle norme europee, non solo riduce l'inquinamento, ma rafforza e riqualifica, stimolandone la redditività , il sistema produttivo agricolo, effetto che ci permette di ridurre la dipendenza del nostro Paese dai Paesi produttori del petrolio.
Il progetto pilota S.I.En.A., ha di fatto anticipato soluzioni e modelli proposti dalla direttiva europea per la valutazione della sostenibilità ambientale della filiera del biodiesel. Gli attori coinvolti e le soluzioni sperimentate consentono di assicurare la sostenibilità della filiera corta di produzione-trasformazione-utilizzo di biodiesel.
Gli attori del progetto S.I.En.A.
La realizzazione della filiera si è resa possibile attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori interessati, a partire da quelli della fase agricola fino agli utilizzatori finali del prodotto. Il progetto (costo complessivo di 376mila euro) è stato cofinanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena per circa il 67%, dalla Regione Toscana per circa il 9% e ha coinvolto vari partner, che hanno cofinanziato complessivamente per circa il 24%: Arsia, Cispel Confservizi Toscana, Provincia di Siena (attraverso APEA, Agenzia Provinciale per l’Energia e l’Ambiente), Train SpA Servizi per la mobilità , Siena Ambiente SpA, Fox Petroli SpA, Italcol SpA, Toscana Cereali, Consorzio Agrario di Siena, Cia Toscana, Coldiretti Toscana, Confagricoltura, CRIBE (Centro di Ricerca Interuniversitario sulle Biomasse da Energia dell’Università di Pisa), Dipartimento di Chimica dell’Università di Siena, CREAR (Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Energie Alternative e Rinnovabili dell’Università di Firenze) e Legambiente Toscana. La Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ha provveduto inoltre a finanziare, sempre nell’ambito del progetto pilota S.I.En.A., anche il sottoprogetto relativo alla ‘filiera dell’olio vegetale tal quale’ per la produzione di energia meccanica, termica ed elettrica da realizzarsi in provincia di Siena. Il progetto è in corso di attuazione e la sua conclusione è prevista per la fine del 2009.